(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
///
Carenza e costi degli alloggi per i residenti delle valli: una soluzione anche dalla riconversione dei 700.000 mc di alberghi dismessi. La carenza di alloggi per i residenti nelle valli turistiche può essere risolta anche intervenendo sulla ferita all’economia e al paesaggio provocata dagli alberghi dismessi. Con la Legge provinciale di Bilancio del 2020 è stata introdotta una disciplina per favorire il recupero e la valorizzazione degli esercizi alberghieri abbandonati.
Sul territorio provinciale sono 143 le strutture chiuse da più di 10 anni, molte delle quali fatiscenti e deturpanti il paesaggio. Una quota pari al 10% del patrimonio ricettivo attivo per un totale di 228.000 mq di superficie lorda ed un volume costruito stimato in quasi 700.00 mc.
Il progetto, al quale avevo personalmente offerto il mio contributo propositivo, prevedeva il censimento degli alberghi abbandonati, la loro classificazione per caratteristiche e possibili scenari di trasformazione ma soprattutto l’adozione di un pacchetto di misure urbanistiche, fiscali e finanziarie utili ad incentivare il recupero di questo patrimonio improduttivo. Purtroppo all’apprezzabile lavoro di approfondimento del quadro conoscitivo realizzato dai tecnici ancora una volta non è seguita un’azione concreta per il raggiungimento dell’obiettivo nonostante siano passati tre anni.
Servono infatti strumenti innovativi di carattere urbanistico e finanziario che sarebbe bene non rinviare alla prossima legislatura. La quasi totalità delle strutture dismesse è collocata nei territori a vocazione turistica dove contemporaneamente e sempre più acutamente si sta manifestando il problema della carenza di alloggi a costi calmierati per i residenti.
Sono soprattutto le giovani coppie e i lavoratori le categorie più colpite dall’emergenza casa alimentata anche dalla onerosità dei costi in alcune aree.
Non sprechiamo pertanto altro tempo e facciamo in modo che laddove non sia possibile restituirle ad un’offerta ricettiva di qualità le strutture alberghiere dismesse possano essere destinate, in accordo con i Comuni, alla creazione di alloggi per chi vuole vivere e lavorare nelle nostre valli.
Fermarsi alla fotografia è troppo poco e l’idea di un fondo compartecipato pubblico-privato per la riconversione ad uso abitativo dei volumi esistenti può e deve coinvolgere anche il patrimonio ricettivo altrimenti destinato al progressivo depauperamento.
Tanto premesso, interrogo il presidente della Provincia e l’assessore competente per sapere:
1. Quando la Giunta, ultimata la fase di censimento e catalogazione delle strutture ricettive dismesse, ritiene di presentare il pacchetto di misure urbanistiche, fiscali e finanziarie utili ad incentivare il recupero di questo patrimonio improduttivo;
2. Se non ritiene, data l’emergenza abitativa nelle valli soprattutto per le giovani coppie e i lavoratori, di individuare misure utili in accordo con i Comuni per la riconversione ad uso abitativo del patrimonio ricettivo dismesso.
A norma di regolamento, si richiede risposta scritta.
*
cons. Alessandro Olivi (PD)