Nella giornata di ieri 2 gennaio 2023 un lavoratore e una lavoratrice mediamente hanno iniziato la loro attività. Mentre il lavoratore inizia subito a guadagnare la lavoratrice deve aspettare l’11 febbraio.
E’ questo l’effetto a livello nazionale del gender pay gap ovvero della disparità salariale tra uomini e donne che dalle ultime stime si attesta all’11,2%.
In Trentino la situazione è peggiore in quanto dalle ultime rilevazioni statistiche (fonte ISPAT) la disparità è del 13%.
Nonostante la ripresa dell’occupazione e il miglioramento dei livelli di parità di genere in alcuni campi, nel mercato del lavoro la disparità rimane un problema irrisolto che incide gravemente sui tassi di efficienza e produttività del sistema economico oltre a rappresentare un colossale problema culturale e sociale. Un problema che non si risolve con la sola previsione di certificazioni e “bollini” ma che impone soluzioni concrete a livello legislativo e contrattuale.
Il Trentino nelle sue migliori stagioni politiche ha avuto la capacità di produrre misure innovative e sperimentali in materia di welfare e di politiche del lavoro.
Il dato sulla disparità salariale è peggiore rispetto al contesto nazionale e ci impone un serio e coraggioso intervento riformatore.
Purtroppo a livello locale in questi ultimi anni si è assistito al proliferare di bonus e misure spot che non producono un avanzamento strutturale e universalistico delle politiche di sviluppo ed inclusione.
Siamo alla fine della legislatura ma un segnale concreto va dato ed in tal senso ho presentato oggi un emendamento alla legge di riforma sugli incentivi alle imprese che riprenderà la discussione in Commissione a partire dalla settimana prossima che prevede una soglia di trattamento minimo del lavoro femminile nelle imprese ed incentivi, a partire da quelli fiscali, per quelle aziende che si impegnano a ridurre progressivamente il divario salariale.
Mi auguro che anche il Governo con la prima donna premier ed il Parlamento affrontino con priorità questo tema ma l’Autonomia e la tradizione trentina di concertazione tra le parti sociali ci deve spingere a fare con responsabilità la nostra parte.
*
Alessandro Olivi
Consiglio provinciale Trento (Pd)