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“OGGI SIAMO FUORI!”: COMUNE TRENTO, FESTA DELLE SCUOLE CATTOLICHE MARTEDÌ 9 MAGGIO

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19.24 - venerdì 28 aprile 2017

(Fonte: Ufficio stampa Comune Trento) – Facendo tesoro dell’esperienza trentennale di collaborazione e condivisione maturata attraverso l’evento della Maratona di primavera, le scuole paritarie cattoliche della Diocesi di Trento (Collegio Arcivescovile, Istituto Sacro Cuore, Istituto Sacra Famiglia, Istituto salesiano Maria Ausiliatrice Trento, Istituto salesiano Santa Croce Mezzano) si propongono di organizzare nelle prime giornate di maggio una nuova iniziativa, denominata “Oggi siamo fuori!”.

Tale iniziativa, promossa insieme ad Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche) e con la partnership del Comune di Trento, si articolerà in una settimana di lavoro nella quale le scuole, individuando sul territorio cittadino ed extracittadino alcune strutture socio-assistenziali (asili, Rsa, ospedali) e alcune piazze e parchi in cui operare, coordineranno i propri alunni per animare, abbellire e riqualificare tali aree. La settimana di lavoro comune si concluderà nella tarda mattinata di martedì 9 maggio con l’incontro dei diversi Istituti in piazza Duomo per un momento di festa con l’Arcivescovo e le autorità convenute.

L’iniziativa permetterà alle scuole di generare sia al proprio interno che all’esterno occasioni di diffusa convivialità relazionale e di promuovere così tra i partecipanti l’impegno verso azioni finalizzate al miglioramento continuo del proprio contesto di vita.

Le direttrici che ispirano l’iniziativa sono desunte dai punti 209-215 dell’enciclica Laudato si’: riprendendo i tratti salienti dei presenti paragrafi, il progetto delle scuole paritarie vuole contribuire a potenziare, nei partecipanti e nella cittadinanza tutta, l’attenzione verso un’ecologia integrale, che coinvolga tanto la dimensione ambientale quanto quella civile e spirituale.

 

 

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Obiettivi generali del progetto

  • incoraggiare la maturazione di orientamenti che sostanzino concretamente la responsabilità personale all’interno della società, l’iniziativa civica e la solidarietà umana;
  • promuovere i valori legati alla convivenza e al rispetto dell’ambiente che ci circonda e ci accoglie;
  • stimolare la capacità di lavorare in gruppo e di cooperare in vista del conseguimento di un obiettivo comune;
  • favorire la conquista di un senso critico che permetta alla persona di darsi dei criteri di condotta, di comprendere la funzione delle norme che consentono il corretto svolgersi della vita sociale, di definire il rapporto intercorrente tra libertà individuale ed esigenze della comunità.

 

 

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Laudato si’

  1. EDUCARE ALL’ALLEANZA TRA L’UMANITÀ E L’AMBIENTE
  2. La coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini. Molti sanno che il progresso attuale e il semplice accumulo di oggetti o piaceri non bastano per dare senso e gioia al cuore umano, ma non si sentono capaci di rinunciare a quanto il mercato offre loro. Nei Paesi che dovrebbero produrre i maggiori cambiamenti di abitudini di consumo, i giovani hanno una nuova sensibilità ecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro lottano in modo ammirevole per la difesa dell’ambiente, ma sono cresciuti in un contesto di altissimo consumo e di benessere che rende difficile la maturazione di altre abitudini. Per questo ci troviamo davanti ad una sfida educativa.
  3. L’educazione ambientale è andata allargando i suoi obiettivi. Se all’inizio era molto centrata sull’informazione scientifica e sulla presa di coscienza e prevenzione dei rischi ambientali, ora tende a includere una critica dei “miti” della modernità basati sulla ragione strumentale (individualismo, progresso indefinito, concorrenza, consumismo, mercato senza regole) e anche a recuperare i diversi livelli dell’equilibrio ecologico: quello interiore con sé stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio. L’educazione ambientale dovrebbe disporci a fare quel salto verso il Mistero, da cui un’etica ecologica trae il suo senso più profondo. D’altra parte ci sono educatori capaci di reimpostare gli itinerari pedagogici di un’etica ecologica, in modo che aiutino effettivamente a crescere nella solidarietà, nella responsabilità e nella cura basata sulla compassione.
  4. Tuttavia, questa educazione, chiamata a creare una “cittadinanza ecologica”, a volte si limita a informare e non riesce a far maturare delle abitudini. L’esistenza di leggi e norme non è sufficiente a lungo termine per limitare i cattivi comportamenti, anche quando esista un valido controllo. Affinché la norma giuridica produca effetti rilevanti e duraturi è necessario che la maggior parte dei membri della società l’abbia accettata a partire da motivazioni adeguate, e reagisca secondo una trasformazione personale. Solamente partendo dal coltivare solide virtù è possibile la donazione di sé in un impegno ecologico. Se una persona, benché le proprie condizioni economiche le permettano di consumare e spendere di più, abitualmente si copre un po’ invece di accendere il riscaldamento, ciò suppone che abbia acquisito convinzioni e modi di sentire favorevoli alla cura dell’ambiente. È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità
  5. Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo. Tali azioni diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente. Inoltre, l’esercizio di questi comportamenti ci restituisce il senso della nostra dignità, ci conduce ad una maggiore profondità esistenziale, ci permette di sperimentare che vale la pena passare per questo mondo.
  6. Gli ambiti educativi sono vari: la scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesi, e altri. Una buona educazione scolastica nell’infanzia e nell’adolescenza pone semi che possono produrre effetti lungo tutta la vita. Ma desidero sottolineare l’importanza centrale della famiglia, perché «è il luogo in cui la vita, dono di Dio, può essere adeguatamente accolta e protetta contro i molteplici attacchi a cui è esposta, e può svilupparsi secondo le esigenze di un’autentica crescita umana. Contro la cosiddetta cultura della morte, la famiglia costituisce la sede della cultura della vita». Nella famiglia si coltivano le prime abitudini di amore e cura per la vita, come per esempio l’uso corretto delle cose, l’ordine e la pulizia, il rispetto per l’ecosistema locale e la protezione di tutte le creature. La famiglia è il luogo della formazione integrale, dove si dispiegano i diversi aspetti, intimamente relazionati tra loro, della maturazione personale. Nella famiglia si impara a chiedere permesso senza prepotenza, a dire “grazie” come espressione di sentito apprezzamento per le cose che riceviamo, a dominare l’aggressività o l’avidità, e a chiedere scusa quando facciamo qualcosa di male. Questi piccoli gesti di sincera cortesia aiutano a costruire una cultura della vita condivisa e del rispetto per quanto ci circonda.
  7. Alla politica e alle varie associazioni compete uno sforzo di formazione delle coscienze. Compete anche alla Chiesa. Tutte le comunità cristiane hanno un ruolo importante da compiere in questa educazione. Spero altresì che nei nostri seminari e nelle case religiose di formazione si educhi ad una austerità responsabile, alla contemplazione riconoscente del mondo, alla cura per la fragilità dei poveri e dell’ambiente. Poiché grande è la posta in gioco, così come occorrono istituzioni dotate di potere per sanzionare gli attacchi all’ambiente, altrettanto abbiamo bisogno di controllarci e di educarci l’un l’altro.
  8. In questo contesto, «non va trascurata […] la relazione che c’è tra un’adeguata educazione estetica e il mantenimento di un ambiente sano». Prestare attenzione alla bellezza e amarla ci aiuta ad uscire dal pragmatismo utilitaristico. Quando non si impara a fermarsi ad ammirare ed apprezzare il bello, non è strano che ogni cosa si trasformi in oggetto di uso e abuso senza scrupoli. Allo stesso tempo, se si vuole raggiungere dei cambiamenti profondi, bisogna tener presente che i modelli di pensiero influiscono realmente sui comportamenti. L’educazione sarà inefficace e i suoi sforzi saranno sterili se non si preoccupa anche di diffondere un nuovo modello riguardo all’essere umano, alla vita, alla società e alla relazione con la natura. Altrimenti continuerà ad andare avanti il modello consumistico trasmesso dai mezzi di comunicazione e attraverso gli efficaci meccanismi del mercato.

 

 

 

 

 

In allegato il comunicato stampa:

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Foto: Agenzia giornalistica Opinione (© All rights reserved)

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