Nel corso degli ultimi mesi, a fronte di trattative serrate in Apran, nel comparto sanità abbiamo firmato importanti accordi economici relativi all’aumento tabellare in busta paga, incentivi covid, nuove fasce economiche, arretrati CCPL 2019/2021 e nuove indennità infermieristiche e sanitarie, ora ci attendiamo che l’iter burocratico provinciale segua celermente il suo corso, per arrivare ad erogare in busta paga gli aumenti contrattuali sottoscritti il prima possibile, vista la disponibilità dei fondi.
Premesso ciò, questo non sarà sufficiente per invertire una situazione sempre più problematica nella Sanità pubblica trentina e nelle Rsa, dove i tradizionali standard assistenziali non vengono più garantiti per carenza di personale infermieristico, sanitario e di supporto.
Assistiamo infatti ad un incremento preoccupante delle dimissioni volontarie dal servizio di personale assistenziale, assenze che si sommano a quelle già dei colleghi pensionandi, dei colleghi sospesi dal servizio ed a quelli che risultano positivi al covid, che ha recentemente martoriato le già scarne dotazioni organiche dei vari reparti e servizi.
Il risultato finale? I servizi vengono garantiti chiedendo ad un personale già esausto ulteriori sacrifici, limitando le ferie ed i riposi per il recupero psico-fisico, con la beffa inoltre di vedere aumentati ulteriormente i carichi di lavoro!
Tutto questo si riflette chiaramente sulla qualità delle cure al cittadino ed a questo punto una riduzione dei servizi appare del tutto inevitabile, non si potrà certo pensare di garantire un’adeguata e sicura assistenza senza una dotazione di personale commisurata alle necessità. Inoltre è ancor più preoccupante il fatto che i giovani, nonostante i posti disponibili per infermieristica nelle università italiane e nella scuola provinciale di formazione per gli Oss, scelgano sempre più altre facoltà universitarie e/o altri mestieri.
Abbiamo sollecitato più volte le istituzioni provinciali ad adottare dei provvedimenti che rendano attrattiva la nostra provincia nei confronti dei professionisti sanitari di altre regioni e che trattenga nel contempo quelli che già lavorano nelle nostre strutture. Ormai il mercato del lavoro è totalmente cambiato ed il professionista sanitario ha ampia facoltà di scelta, è ora e tempo che il settore pubblico trentino si doti di adeguati strumenti giuridico-economici ed investa adeguate risorse economiche per valorizzare il personale.
Se non si corre celermente ai ripari, i danni per il nostro sistema sanitario provinciale saranno irreparabili, come possiamo competere con stati Europei come Inghilterra, Germania, Svizzera, Svezia e Norvegia, che ai nostri infermieri offrono condizioni economiche e di carriera nettamente più vantaggiose ed allettanti? Cedere al settore privato sempre più fette di attività prima gestite dal pubblico non è certo la soluzione, in Trentino la sanità pubblica è sempre stata sinonimo di qualità e poi la carenza di personale infermieristico, sanitario ed Oss riguarderà tutti settori, compreso anche quello privato!
Un ulteriore dato da non sottovalutare è che nei prossimi anni, vista l’età media elevata, un gran numero di infermieri e professionisti sanitari trentini andrà in pensione.
A livello nazionale la struttura del contratto nazionale della sanità pubblica è già stata innovata, introducendo una riforma dell’ordinamento professionale più rispondente alle necessità di infermieri e professionisti sanitari, che devono poter progredire nei percorsi di carriera, con il riconoscimento di specifiche indennità di funzione ed anzianità di servizio per le attività svolte.
Ora anche la nostra Provincia si deve muovere celermente in questa direzione, chiediamo da subito un tavolo di confronto, che dovrà garantire ai nostri colleghi un adeguato sviluppo professionale in termini giuridico-economici, in analogia a quanto adottato a livello nazionale, il nostro contratto è ormai obsoleto e superato dai tempi.
Fondamentale per noi sarà inoltre la celere chiusura della parte normativa del contratto, con il miglioramento di importanti istituti contrattuali come ad esempio il part-time, la tutela materno-infantile, l’orario di lavoro ed il riconoscimento del tempo di vestizione.
Non c’è più tempo da perdere, ogni giorno che passa rischiamo di vedere ulteriori colleghi che si licenziano ed in alcuni casi abbandonano la professione infermieristica, ecco perché è necessario immediatamente avviare un confronto costruttivo tra Provincia e Sindacato in vista della prossima legge provinciale di bilancio, che dovrà identificare adeguate direttive e cospicue risorse economiche per il rinnovo del CCPL 2022/2024.
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Cesare Hoffer
Coordinatore Nursing up Trento