Il documento sulla riforma della sanità trentina è passato in questi giorni al vaglio dei soggetti titolati ad esprimere un parere. Il risultato? Contrari i sindacati, gli ordini professionali, un numero elevato di consiglieri provinciali e la quasi totalità dei componenti della 4° commissione provinciale, dove tra l’altro sono presenti tre infermieri, Cia-Zanella e Demagri, che ricoprono la carica di consigliere provinciale.
Pertanto sconcertano e preoccupano ancor di più le parole dell’Assessora Segnana, che nonostante i pareri contrari, vuole proseguire sulla strada di adottare in Giunta una riforma sanitaria non condivisa con i professionisti sanitari e con le parti sociali, ordinistiche e sindacali che ne rappresentano gli interessi. Questa modalità improntata al mancato ascolto e coinvolgimento degli operatori interessati, rischia di produrre nei professionisti sanitari e negli operatori già sfiniti da 18 mesi di pandemia un’ulteriore disaffezione e demotivazione, minando ancor di più il senso di appartenenza nei confronti di una azienda sanitaria che sentiranno sempre più estranea a loro. Con questi presupposti come sarà possibile instaurare un sereno e proficuo confronto a livello aziendale, per la successiva stesura del conseguente regolamento aziendale, che dovrebbe entrare nel merito di molti aspetti riorganizzativi?
La consultazione di 400 operatori in azienda sanitaria in realtà è stata solo l’illustrazione di alcune generiche slides e non certo un costruttivo confronto tra azienda e professionisti sanitari su un organico documento.
Ci auguriamo che questa Giunta si ravveda e inizi veramente ad adottare una modalità di confronto con i sindacati, gli ordini e le parti sociali, per una riforma di tale portata ne deriverebbe sicuramente un arricchimento.
In caso contrario, per i professionisti e gli operatori sarebbe l’ennesima presa in giro!
A fronte di tutto ciò, questa Giunta provinciale ha deciso per il momento di non rinnovare i contratti della sanità e delle Apsp. In un momento così delicato invece i professionisti sanitari avrebbero bisogno di un segnale di riconoscimento per l’enorme sforzo fatto e che tutt’ora sostengono!
Il dott. Antonio Ferro poi ha affermato che in caso di sospensione dei 140 operatori dell’azienda sanitaria non ci saranno problemi significativi per i servizi. Probabilmente il direttore generale non è al corrente della gravissima situazione in cui versano infermieri e professionisti sanitari, i problemi significativi purtroppo ci sono già adesso, figuriamoci cosa potrebbe accadere con le sospensioni dal servizio! La sua dirigenza aziendale inizi invece a risolvere i numerosi problemi che abbiamo ripetutamente segnalato e ad assumere personale infermieristico e sanitario, nonché a leggere e rispondere alle nostre numerose lettere, che non trovano mai riscontro.
In merito alle mancate vaccinazioni dei dipendenti, abbiamo chiesto un incontro urgente con l’Apss, è problematico sospendere dipendenti in questa situazione, alcuni di questi lavorano in settori altamente specialistici e difficilmente potranno essere sostituiti. Se l’azienda sanitaria adotterà provvedimenti drastici, si assumerà la responsabilità di creare possibili disagi nei confronti dell’utenza ed anche dei professionisti che rimarranno in servizio e sui quali graverà un ulteriore carico di lavoro, rischiando di non poter operare in sicurezza e di non poter garantire un’adeguata assistenza al cittadino.
Ancor più necessario quindi un incontro con i vertici aziendali, per capire come intendano procedere e riorganizzare i servizi in caso di aumento del carico di lavoro, per quanto ci riguarda non dovrà certo ricadere sul personale che si è vaccinato e che resterà in servizio!
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Cesare Hoffer
Coordinatore Nursing up Trento