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MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: UNICEF, GIORNATA INTERNAZIONALE TOLLERANZA ZERO

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11.03 - lunedì 6 febbraio 2017

(Fonte: Ufficio stampa Unicef) – Secondo i dati dell’Unicef e dell’Unfra, nel mondo, oggi, almeno 200 milioni di ragazze e donne in 30 paesi hanno sofferto di una qualche forma di mutilazione genitale. Le ragazze fino ai 14 anni sono 44 milioni del totale delle vittime di mutilazioni. La più alta incidenza di casi in questa fascia di età si registra in Gambia (56%), in Mauritania (54%) e in Indonesia, in cui circa la metà delle ragazze fino a 11 anni ha subito la pratica. Metà delle donne e delle ragazze mutilate vive in tre paesi – Egitto, Etiopia e Indonesia. Somalia (98%), Guinea (97%) e Djibouti (93%) sono i Paesi con l’incidenza più alta fra le ragazze e le donne dai 15 ai 49 anni. In gran parte dei paesi la maggioranza delle bambine sono state mutilate prima di compiere cinque anni.

La spinta propulsiva per rispondere al problema delle mutilazioni genitali femminili sta aumentando. I tassi d’incidenza fra le ragazze dai 15 ai 19 anni sono diminuiti negli ultimi 30 anni: in Liberia di 41 punti percentuali, in Burkina Faso di 31, in Kenya di 30 e in Egitto di 27. Pur essendo concentrate in Africa, le mutilazioni genitali sono praticate anche in alcune comunità dell’Asia, dell’America Latina e degli Stati arabi. Con la globalizzazione, anche le ragazze che vivono in comunità di emigrati sparse per il mondo sono a rischio.Dal suo avvio nel 2008, il programma congiunto Unfra-Unicef contro la mutilazione genitale femminile ha supportato 17 Paesi a intraprendere un approccio olistico e integrato per porre fine alle mutilazioni genitali femminili. Fino ad ora:13 Paesi hanno attuato politiche, disposizioni giuridiche e stanziamenti di bilancio per combattere le mutilazioni genitali femminili.

Oltre 1,6 milioni di ragazze e donne hanno ricevuto aiuti attraverso diversi interventi. Oltre 18.300 comunità, comprese circa 25,5 milioni di persone, hanno ripudiato la pratica. Nel 2016, il programma congiunto Unfra-Unicef, lavorando con i governi, la società civile e le comunità, ha raggiunto i seguenti risultati: In 2.906 comunità in 15 paesi e in 10.080 famiglie in Egitto, sono state espresse dichiarazioni pubbliche in favore dell’abbandono della mutilazione genitale femminile, raggiungendo un totale di circa 8,5 milioni di persone. A oltre 730.000 ragazze e donne è stato garantito accesso a servizi di prevenzione, protezione e cure. I responsabili sono stati consegnati alla giustizia ed è stata applicata la legge: sono stati eseguiti 71 arresti e 252 casi di mutilazione genitale femminile sono stati sottoposti a giudizio, ottenendo 72 condanne.

Oggi, in occasione della Giornata Internazionale per la Tolleranza Zero sulle Mutilazioni Genitali Femminili 2017, il Direttore generale dell’Unicef Anthony Lake e il Direttore generale dell’Unfra Babatunde Osotimehin hanno rilasciato la seguente dichiarazione: “Danneggiano in modo permanente i corpi delle ragazze, infliggendo un dolore lancinante. Causano gravi traumi emotivi che possono durate per tutta la vita. Aumentano il rischio di complicazioni potenzialmente mortali durante la gravidanza, il lavoro e il parto, mettendo a repentaglio la vita della madre e del bambino. Negano alle ragazze la loro autonomia e violano i loro diritti umani. Sono le Mutilazioni Genitali Femminili. E nonostante tutti i progressi fatti per abolire questa violenta pratica, milioni di ragazze – molte delle quali sotto i 15 anni – saranno costrette a subire questa pratica quest’anno. Purtroppo, si aggiungeranno alle circa 200 milioni di ragazze e donne che in tutto il mondo hanno già subito la pratica delle Mutilazioni Genitali Femminili – e le loro comunità sono già colpite dall’impatto della pratica sulle donne. Nel 2015, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile hanno riconosciuto lo stretto collegamento tra le Mutilazioni Genitali Femminili/Escissione, diseguaglianza di genere e sviluppo – e riavviato un’azione globale per porre fine alle Mutilazioni Genitali Femminili/Escissione entro il 2030”.

“Nel 2016, oltre 2.900 comunità, che rappresentano oltre 8,4 milioni di persone che vivono in paesi in cui l’Unfra e l’Unicef lavorano congiuntamente per porre fine alle Mgf/E, hanno dichiarato di aver abbandonato la pratica. Nel 2017, dobbiamo chiedere azioni più veloci per far progredire questo risultato. Questo significa chiedere ai Governi di attuare e rafforzare le leggi e le politiche per la protezione dei diritti delle ragazze e delle donne e prevenire le Mgf/E. Significa creare un più ampio accesso per supportare i servizi per tutte le persone a rischio di Mgf/E e coloro che sono sopravvissute. Significa far fronte ad una richiesta più grande per i servizi a cui queste donne e ragazze possono accedere, garantire informazioni alle famiglie e alle comunità sulle cause delle Mgf/E – e i benefici che può dare porre fine a questa pratica. Infine, significa che le famiglie e le comunità possano agire e impedire alle ragazze di subire la violenza delle Mgf/E. Lasciamo che questa generazione abolisca le Mgf/E una volta e per tutti – e nel farlo, aiutiamoli a creare un mondo migliore per tutti”.

 

 

 

 

In allegato il comunicato stampa:

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Foto: da comunicato stampa

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