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MONITORAGGIO PESTICIDI: UIL, UN PASSO AVANTI MA NON BISOGNA FERMARSI

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13.17 - venerdì 20 gennaio 2017

(Fonte: Uil del Trentino) – Se davvero partirà un’indagine sanitaria su incidenze di tipo oncologico, malattie di tipo degenerativo e disturbi dell’apprendimento legati all’eccessivo e sconsiderato uso di pesticidi in Trentino (Val di Non in particolare) che la Uil denuncia da tempo, e se davvero questo studio avrà il supporto dell’azienda sanitaria (rappresentata dal nuovo direttore Paolo Bordon) e dell’Istituto superiore di sanità, senza discutibili appalti a enti privati, significa che finalmente le cose si muovono nella giusta direzione. Lungi dal cantar vittoria (la strada è ancora lunga e in salita) prendiamo atto con un certo compiacimento di quanto annunciato l’altro ieri durante il convegno dell’Apot, consapevoli che si tratta, auspicabilmente, di un primo vero passo concreto verso una seria e opportuna rilevazione dei fitofarmaci.

Finalmente si è scelta la linea della trasparenza e di un approccio più istituzionale al problema. Ci auguriamo che, di conseguenza, non vi siano più indagini eseguite escludendo il grosso dei principi attivi come in passato e vengano contenute le troppe dichiarazioni esaltate ed autoreferenziali che ci hanno caratterizzato come territorio. Era ora, a questo proposito, che Ugo Rossi ammettesse che in questo campo «non siamo i più bravi» anche se c’è chi, come il presidente della Coldiretti Gabriele Calliari, si ostina ad affermare che «facciamo una quantità di controlli nove volte superiore a quanto richiesto dalla legge» quando moltissime altre regioni fanno meglio di noi dal punto di vista legislativo (i dati ministeriali sulla distribuzione dei pesticidi per ettaro di superficie agricola coltivata nella nostra provincia parlano di più di 40 chili, 10 di principio attivo, contro una media nazionale di 9 chili di pesticidi con 4,8 chili di principio attivo). Quello che vogliamo tutti è un equilibrio virtuoso tra agricoltura, modernità, economia e lavoro. Dal nostro punto di vista questo va conquistato con tutto ciò che può servire (in primis questa indagine sanitaria) a instaurare con decisione e trasparenza una “cultura della sostenibilità e del biologico” in grado di trasformare una necessaria impostazione salutista in una fonte di ricchezza e occupazione. Imprenditori, ci sentite?

 

 

In allegato il comunicato stampa:

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