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MONI OVADIA: PAT, INCONTRO CON 800 STUDENTI AL CENTRO SANTA CHIARA

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17.59 - lunedì 30 gennaio 2017

(Fonte: Ufficio stampa Pat) – Quasi 800 studenti trentini, oltre un’ora di intervento dell’attore, drammaturgo, scrittore e musicista Moni Ovadia. Domande, applausi, un dialogo continuo con gli studenti su temi quali la memoria, il futuro e la responsabilità. Questo l’incontro di oggi al teatro auditorium del Centro Servizi Culturali Santa Chiara, organizzato dalla Provincia autonoma di Trento in occasione delle iniziative per il “Giorno della memoria”. Presenti l’assessora all’università, ricerca e politiche giovanili Sara Ferrari e la dirigente del dipartimento della conoscenza Livia Ferrario che hanno portato il saluto del presidente Rossi. “La comunità trentina – ha detto l’assessora Ferrari – ha bisogno che voi siate sentinelle consapevoli. Ecco perchè vi proponiamo momenti come questi. Occasioni per saper leggere anche oggi i segnali dell’odio, ma soprattutto della paura dell’altro”. “Con questa iniziativa – ha detto la dirigente Livia Ferrario – vogliamo invitarvi non solo a riflettere, ma anche a far scattare in voi la curiosità. E’ un momento prezioso per approfondire, per provare a sciogliere quei fili della storia che ci servono per leggere il presente”. “Vorrei che fosse il giorno delle memorie e non solo della memoria” ha ribadito più volte Ovadia. “Spesso si ricade facilmente nella retorica, nella vuota celebrazione, nella falsa coscienza. La memoria deve diventare una questione personale. La memoria non è per le vittime, è per i paesi che ospitarono i carnefici. La memoria quindi serve per trasformare una società, che si è macchiata di crimini o indifferenza o di complicità, in una società vigile e attenta”.

Sono stati molteplici gli spunti e gli stimoli emersi questa mattina all’appuntamento organizzato della Provincia in occasione delle iniziative per il Giorno della Memoria. Quasi 800 studenti trentini con attenzione hanno ascoltato l’attore, drammaturgo, scrittore e musicista Moni Ovadia, discendente da famiglia ebraica sefardita. Filo conduttore il tema della memoria. “La memoria non è per il passato, ma serve per l’oggi” ha detto Ovadia. “La memoria è anche uno strumento ideologico. In Italia dobbiamo uscire dalla retorica e soprattutto avere il coraggio di riconoscere gli errori individuali e collettivi”. “Trovo intollerabile distinguere tra vittime – ha spiegato agli studenti Moni Ovadia -. Non furono solo gli ebrei martiri del nazismo, ma anche rom e sinti, antifascisti, slavi, soldati italiani, testimoni di Geova. Ciò che viene fatto da un uomo contro un uomo deve rientrare nel progetto della memoria. Io cerco di vedere le tragedie di tutte le popolazioni. Tutto deve entrare nella memoria, soprattutto la sofferenza degli esseri umani. Dobbiamo costruire un’identità di pace collettiva”.

Al momento delle domande del pubblico è esplosa la “scintilla” e quel racconto si è trasformato in un vero e proprio dialogo. Si sono così susseguite le domande da parte degli studenti e interrogativi sulla “responsabilità” e sul “cosa posso fare io oggi”. Quindi l’invito di Ovadia ai giovani: “Prima di essere qualsiasi cosa io sono un essere umano. Dobbiamo custodire e proteggere la dignità dell’essere umano. Dobbiamo tenerci d’occhio. Non siamo al riparo assolutamente dai pericoli e uno dei più grandi è la retorica. Quindi ragazzi informatevi, approfondite le questioni. Fate la vostra parte scegliendo il campo d’azione dove agire in base alle vostre sensibilità. Costruiamo insieme una società vigile e attenta”.

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