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METEOTRIVENETO * WEEKEND FEBBRAIO: « STOP ALTA PRESSIONE, IN ARRIVO NEVE OLTRE I 1.500-1.700 METRI »

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15.54 - giovedì 8 febbraio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Termina oggi, 8 febbraio 2024, una lunga fase di alta pressione: per tutto il weekend avremo un clima tardo-autunnale con tanta umidità e pioggia a tratti moderata. Una perturbazione che regalerà una cinquantina di millimetri diffusi su tutto il territorio e una parte sarà in neve oltre i 1500-1700 m.

Aspettavamo questo momento per tirare le somme di questa ondata mite, anomala per il mese di gennaio, quando negli ultimi 30 anni era stato soprattutto febbraio il mese indicato per i primi sapori di primavera. Stiamo parlando dei mesi di Febbraio 1991, 1998, 2004, 2008, 2012, 2015, 2016, 2019, 2021, 2023.

Circa 15 giorni (24 gennaio-8 febbraio) di alta pressione che però non hanno fatto registrare record significativi nelle nostre oltre 50 stazioni installate nel Triveneto che “curiamo” meticolosamente, diversamente da come è andata al Centro e Nord-ovest dell’Italia.

E’ stata un periodo molto dinamico, forse anormalmente dinamico, perché bisogna assolutamente dividere questa ondata mite in diverse fasi: la prima si è fatta sentire decisamente in alta quota con i massimi immediati, complice l’assenza di vento. Poi dopo 24 ore è iniziata la prima fase di vento che ha imperversato su tutto l’arco alpino dal 25 al 29 gennaio che ha aggiunto l’effetto foehn (limitato) ma soprattutto l’effetto subsidenza sulla maggior parte dei fondivalle dolomitici e prealpini. Sottolineiamo fondivalle perché nei pendii (300-1000 m lato sud prealpino) i record non si sono raggiunti (le nostre installazioni di centraline meteo sono in luoghi senza possibilità di inversione termiche o fenomeni di subsidenza). Poi dal 31 gennaio al 5 febbraio la quarta fase che è susseguita alla terza di “respiro”.

Quest’ultima fase ha visto un vento ancora più impetuoso sulle cime (100-130 km/h di picco ogni giorno sulle nostre ammiraglie, vedi dati allegati) e ha riportato fenomeni intensi di forte subsidenza nei fondivalle. Poi l’ultima fase caratterizzata nelle ultime 72 ore da un’inversione rotta che si è alzata proporzionalmente al calo dei venti in quota e al calo (e passaggio) della pressione. Inversione che è salita da lunedì sera oltre quota 1300-1600 arrivando ieri a 2000-2200 m, creando una sorta di seconda inversione nei bassi strati.

Abbiamo voluto aspettare proprio per questo motivo per la nostra consueta analisi della meteo nel nostro territorio perché a nostro modo di vedere, è stata un’alta pressione davvero strutturata e potente, non incentrata sull’Europa centrale bensì in quella occidentale, ma che ci ha lasciati davvero con tanti punti di domanda per queste cinque fasi, paragonandole alle classiche alte pressioni che ci hanno sempre dato tanta mitezza ma soprattutto poco vento.

Andiamo ai dati perché è quello che interessa. Al netto dei record decennali che sono stati segnati in alcune località tra basso trentino, fondivalle prealpini e altopiani prealpini a causa della subsidenza e per venti di foehn e subsidenza nelle valli settentrionali dell’Alto Adige, nelle nostre stazioni non abbiamo segnato dati importanti da record assoluti, nonostante la lunghezza della fase sia la vera anomalia importante (e ormai, purtroppo, costituisce un vero e proprio trend consolidato e cronico).

Prendiamo in considerazione Cima Paganella 2125 m nel comune di Andalo (TN). Al 19 dicembre avevamo registrato +10,7°C la 36esima temperatura massima invernale più calda registrata dal 1934, mentre i tre picchi registrati in questa fase sono +9,4°C il 24 gennaio, +8,7°C il 29 gennaio, +8,8°C il 3 febbraio che rispecchiano le tre fasi più miti che si sono susseguite in questi 15 giorni. Il picco più alto mai registrato è +14,3°C registrato il fatidico 31 dicembre 2021 con +14,3°C bissato il 14 febbraio 1998.

Nota a margine, in questi 15 giorni, 7 giorni sono stati con temperature completamente positive a quota 2000 m (nei prossimi tempi, vista la ripetizione di tali eventi, faremo uno studio anche per le ondate miti in quota in inverno, visto che anche nel web non leggiamo niente di simile).

Saliamo ancora di quota ed andiamo ai 2640 m della Funivia Rosetta in Primiero Castrozza (TN). Tre i soliti picchi, +4,6°C il 29 gennaio, +2,2°C il 3 febbraio e +2,9°C il 5 febbraio (in cinque giorni sono stati toccati almeno i 70 kmh di raffica). Anche in questo caso non entra nemmeno dentro le 30 giornate più calde invernali dal 2016. Record appartiene al 31 dicembre 2021 con l’incredibile temperatura di +11,5°C. Nota: la temperatura minima più alta registrata è il 30 gennaio, -0,9°C.

La nostre due stazioni meteo in alta quota, Sass Pordoi 2950 m a Canazei (TN) e Punta Penia 3343 m a Canazei (TN). Le massime registrate sopra lo zero al Sass Pordoi sono state +3,6°C il 29 gennaio e +2,7°c il 30 gennaio. In questo caso la fase sopra lo zero è stata di circa 20 ore. La stazione l’abbiamo installata solo da 3 anni e mezzo, ed entra all’ottavo posto il 29 gennaio come giornata più calda invernale, contro i +6,6°c del 18 dicembre 2023, in quella fase calda che è stata più severa di quest’ultima. A Punta Penia siamo arrivati a +0,5°C il 30 gennaio, unica giornata sopra lo zero, mentre a dicembre la temperatura era salita a +1,3°C (l’installazione fatta ad ottobre dopo il test della scorsa stagione ma con dati non certificabili).

Ribadiamo, al netto dei record segnalati in alcune località di fondovalle (le nostre installazioni di centraline meteo sono state fatte in luoghi senza possibilità di inversione termiche o fenomeni di subsidenza), questi dati sono più che esemplificativi di quanto successo. Un periodo sì mite ma non da record in alta quota: la lunghezza della fase senza precipitazioni però faranno aumentare e non di poco le medie mensili che saranno tra le prime di sempre. Con questo report vogliamo far capire proprio questo, che il trend verso l’alto delle temperatura è ormai cronico e sistematico, continuando ad alimentare la crisi climatica che stiamo vivendo da ormai diversi anni, ma che in questi tempi si mostra con la più severa attuazione, ovvero con fase durature di alte pressioni e discontinue piogge.

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Nella foto allegata: Panorama scattato nei giorni scorsi da Colverde nel comune di Primiero Castrozza (TN) con il manto nevoso diminuito ma comunque usufruibile per lo sci invernale e l’inversione termica che ha tenuto basse solo nell’ultima fase le temperature solo in valle e non alle medie quote, mentre nelle prime fasi non era presente inversione termica. In allegato anche tabelle con i dati di temperature e raffiche di vento per le principali stazioni di Meteotriveneto.

 

 

 

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