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MEDIOBANCA * TLC: « NEL CONFRONTO TRA I PRINCIPALI PAESI E OPERATORI EUROPEI L’ITALIA NEL 2017 È CRESCIUTA DELLO 0,9% GRAZIE ALLA TELEFONIA FISSA (+3,8%) »

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17.05 - giovedì 24 gennaio 2019

R&S Mediobanca presenta l’indagine annuale sul settore Tlc: Italia quarto mercato in Europa. Fatturati degli operatori italiani in crescita per il secondo anno consecutivo. Telecom Italia prima In Europa per tasso d’investimento nel 2017. Primi 9 mesi del 2018: Iliad, cresce la competizione e i mercati si adeguano.

Lo studio condotto da R&S Mediobanca sulle Tlc esamina le dinamiche dei maggiori Gruppi europei e italiani negli anni 2013-2017 e nei primi 9 mesi del 2018.

L’indagine completa è disponibile per il download sul sito www.mbres.it

 

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Le Tlc nel mondo

Il 2017 ha ribadito il primato del mercato statunitense delle telecomunicazioni (310€ mld in aggregato), seguito dall’Europa (213€ mld) e dalla Cina (179€ mld). In corso il consolidamento del settore mobile negli Usa con la fusione dei colossi T-Mobile US e Sprint.

I primi tre operatori internazionali nel 2017 sono: le americane AT&T con ricavi per 133,9€ mld, Verizon Communications con 105,1€ mld e la cinese China Mobile con 94,9€ mld. Telecom Italia è sedicesima con 19,5€ mld.

I margini industriali più elevati sono quelli di Verizon Communications (Mon al 19,3% del fatturato), seguita da dalla giapponese Kddi (19%), China Mobile (18,3%) e Tim (18%). I maggiori tassi d’investimento nel 2017 spettano a Telecom Italia (29,3% sul fatturato).

 

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Il confronto tra i principali Paesi e operatori europei

Nel 2017 l’Italia è cresciuta dello 0,9%, soprattutto grazie alle buone performance della telefonia fissa (+3,8%), confermandosi al quarto posto tra i principali mercati europei delle telecomunicazioni. Con un fatturato di 32,2€ mld (-7,1% sul 2013) il nostro paese si posiziona dietro a Germania (56,7€ mld, -0,5%), Regno Unito (40,1€ mld, -3,3%) e Francia (36,2€ mld, – 5,1%) ma davanti alla Spagna, l’unica a crescere nei cinque anni (30,0 mld; +2,5%).

Per quanto riguarda le maggiori compagnie di telecomunicazioni europee sul gradino più alto del podio troviamo la tedesca Deutsche Telekom (74,9€ mld di fatturato nel 2017, +2,5% sul 2016 e +21,9 sul 2013), davanti alla spagnola Telefònica (52€ mld, -0,1% sul 2017, -17,6% sul 2013), alla britannica Vodafone (46,6€ mld, +1,3% sul 2016 e +9% sul 2013) e alla francese Orange (41,1€ mld, +0,4% sul 2016 e +0,3% sul 2013). La prima italiana, Telecom, si colloca al settimo posto con un fatturato di 19,5€ mld, in crescita del 4,4% rispetto al 2016, ma in calo del 15,1% sul 2013.

Telecom Italia segna, tuttavia, una redditività industriale con un rapporto Mon su fatturato al 18%, secondo solo a Telenor (21,4%). Al terzo posto BT Group (16,7%). Telenor segna l’incidenza migliore anche in termini di risultato corrente (21,5%) e risultato netto (9,6%), seguita da BT Group (rispettivamente 13,5% e 8,6%).

Per quanto riguarda il risultato netto cumulato nel periodo 2013-2017, in testa si colloca Vodafone Group (69€ mld), staccando sia Telefònica (15,8€ mld) che Deutsche Telekom (13,2€ mld). Telecom si posiziona all’ottavo posto avendo accumulato utili per 3,5€ mld, di cui 2€ mld ottenuti dalla controllata brasiliana.

Vodafone Group guida anche la classifica degli operatori europei con maggiore presenza estera con una quota di fatturato realizzato all’estero pari all’84,9%. Seguono la norvegese Telenor (al 77%, attività in parte dismesse nel 2018) e la spagnola Telefònica (75,7%, con il 49,3% dei ricavi concentrato in America Latina). In generale, le compagnie europee più importanti fatturano all’estero mediamente il 51,5% del totale. Sotto la media Telecom Italia, con una quota del 28%, di cui 23% in Brasile.

La compagnia italiana primeggia, invece, quanto a investimenti industriali sul fatturato (sia materiali che immateriali), con un 29,3% che la pone al primo posto davanti a Deutsche Telekom (27,2%) e Orange (18,4%).

Sotto il profilo patrimoniale, Vodafone ha la maggiore solidità finanziaria, con debiti finanziari sul patrimonio netto pari al 63,1%, mentre per Telecom Italia l’incidenza è più elevata (129,8%), ma comunque migliore di Telefónica (209%) e BT Group (138,5%). Confrontando invece l’incidenza della liquidità sull’indebitamento finanziario, Telenor segna il valore più elevato (30,3%), superando Orange (17,8%) e Telecom Italia (11,6%).

Cosa accede nei primi 9 mesi del 2018? Rispetto allo stesso periodo del 2017, nei primi nove mesi del 2018 il fatturato aggregato degli 8 principali operatori telefonici europei è diminuito del 3,1%. Il trend negativo riguarda, in particolare, Atlice, l’unica a chiudere in perdita entrambi i periodi (-26€ mln nel 2018 e -1,7€ mld nel 2017) e Vodafone, (-8€ mld nel primo semestre del 2018). Chiudono in rosso i primi 9 mesi del 2018 anche Telecom Italia (-868 milioni) a causa di svalutazioni per avviamenti per 2€ mld.

 

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Il settore delle telecomunicazioni in Italia: le performance

Nel 2017 il settore delle telecomunicazioni ha rappresentato in Italia l’1,9% del Pil, il 2,5% della spesa delle famiglie e il 5,2% degli investimenti complessivi. I dati degli ultimi due anni sono piuttosto incoraggianti: sia nel 2016 che nel 2017 sono cresciuti i ricavi (+0,9% sul 2016), che toccano ora quota 32,2€ mld. In grande spolvero il fatturato della rete fissa, cresciuto del 3,8% (16,4€ mld in totale), mentre continua il trend negativo della rete mobilie che presenta un fatturato in calo dell’1,9% (15,8€ mld in totale). Nonostante il recupero avviato negli ultimi due anni, il settore Tlc in Italia è in forte contrazione sul 2013 (-5,1% la rete fissa e -9,2% quella mobile).

Anche quest’anno la classifica dei principali player del nostro paese è dominata da Telecom Italia, con un fatturato di 19,5€ mld, in crescita del +4,4% rispetto al 2016. Novità al secondo posto dove Vodafone Italia (6,3€ mld, +1,3% sul 2016) ha scalzato Wind Tre, i cui ricavi si sono contratti del 4,5% e si attestano a quota 6€ mld. Se consideriamo i dati aggregati degli ultimi cinque anni, il fatturato si è ridotto per tutte le compagnie ad eccezione di Fastweb che ha segnato una crescita del 18,4%. Telecom Italia è, invece, la società che ha subito il maggior calo in termini di fatturato (-15,1%).

Capitolo redditività industriale: eccelle Telecom Italia (Mon al 18% dei ricavi), seguita da Vodafone Italia (12%) e Wind Tre (10%). A causa della contabilizzazione di oltre 700€ mln per la ristrutturazione del personale, l’utile netto di Tim passa dal 9,7% del 2016 al più modesto 5,8% del 2017, perdendo il proprio primato in favore di Vodafone e Fastweb (entrambe all’8,2%). Anche il risultato corrente premia Vodafone (11,9% del fatturato), prima davanti a Telecom Italia (10,3%) e Fastweb (8,9%).

Fastweb realizza, inoltre, il maggior tasso medio di investimenti del periodo 2013-2017 (32,7%) e del solo 2017 (32%). Dalla sua fondazione nel 1999, l’azienda del Gruppo Swisscom ha investito oltre 9€ mld nella propria infrastruttura di rete fissa. Seguono Telecom (25% nel quinquennio e 29,3% nel 2017) e Wind Tre (21,1% e 20,9%). Nel luglio 2016 Telecom Italia e Fastweb hanno costituito FlashFiber, per collegare entro il 2020 tre milioni di unità abitative nelle principali 29 città italiane con tecnologia Ftth (1 Gigabit/s), per un investimento complessivo di 1,2€ mld. In generale, le Tlc italiane hanno investito 7,15€ mld nel 2017 (erano 6,9€ mld nel 2016), per il 69% destinati alla telefonia fissa.

Cosa accede nei primi 9 mesi del 2018? L’andamento dei ricavi nei primi 9 mesi dello scorso anni è piuttosto altalenante. C’è chi sale, come Fastweb (+7,2%) e Postepay (+5,8%) e chi scende, come Wind 3 (-11,2%), Tiscali (-10,8% nella prima metà dell’anno), Telecom Italia (- 3,1%) e Vodafone (-6,2% nella prima metà dell’anno).

L’ingresso nel mercato di Iliad ha prodotto una perdita per le concorrenti di circa 300€ mln se confrontiamo il fatturato aggregato del terzo trimestre del 2018 con quello dell’anno precedente. L’impatto di Iliad si è fatto sentire anche sul fronte Arpu (ricavi medi per unità). I 2,23 mln di clienti acquisiti dalla compagnia francese hanno portato ad una progressiva accelerazione nel calo dell’Arpu di tutti gli operatori, spingendo anche Telecom Italia e Vodafone a creare un secondo brand low-cost (rispettivamente Kena e ho.) con un generale calo dei prezzi.

 

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I numeri in Italia delle Tlc: penetrazione, prestazioni e quote di mercato

L’Italia è uno dei paesi con la più elevata penetrazione della fonia mobile (139%), dietro solo a Russia (160%) e Svezia (142%). In miglioramento anche il dato del 4G: nel settembre 2018 il 65% delle sottoscrizioni complessive è dotato, infatti, della tecnologia di trasmissione dati di quarta generazione. È ancora bassa, invece, la diffusione di linee fisse broadband con 27 connessioni ogni 100 abitanti rispetto alle 44 per l’Olanda e alle 42 per la Francia. Migliora il dato della copertura in modalità Ftth (Fiber-to-the-home), con il 21,7% delle abitazioni italiane raggiunte.

L’Italia si posiziona, inoltre, solo al 27esimo posto mondiale per velocità di download (17,23 Mbps), lontanissima dalle prestazioni delle prime nazioni (Lussemburgo irraggiungibile coi suoi 375,78 Mbps) ma anche da quelle di molti paesi europei (dove spiccano i 90,36 Mbps dell’Islanda). Buone notizie sul fronte 5G, dove l’Italia è tra i paesi pionieri nella sperimentazione (tra le 17 città europee scelte ben 6 sono italiane).

Per quanto concerne le quote di mercato nel mobile (inclusi gli operatori virtuali e le not human Sim), Telecom Italia torna primo operatore (31,0% a fine settembre), davanti a Vodafone Italia (29,4%), Wind Tre (29,1%), PosteMobile (3,9%), e Iliad (2,2%). Nel fisso (voce + dati) al primo posto c’è sempre Telecom Italia al 51,2%, seguita da Vodafone Italia (13,6%), Wind Tre (13,2%), Fastweb (12,7%), Linkem (2,8%) e Tiscali (2,2%). Telecom detiene la quota di mercato più ampia anche in quanto a banda larga (44,5%). Inseguono Vodafone (15,4%), Fastweb (14,8%), Wind Tre al (14,4%), Linkem (3,3%) e Tiscali (2,8%).

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