(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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«Io con il dott. Carlo Bravi mi sono operata nel 2017, dovevo fare un semplicissimo intervento di lifting al seno dopo le gravidanze, e invece poi è iniziata la tragedia. Io ho deciso di denunciare subito perché l’errore medico ci sta, ma avrebbe dovuto intervenire in quel momento. È stato condannato a un anno ma quello che volevo era una limitazione alla professione, altrimenti non staremmo qui a parlarne, non staremmo qui a piangere la morte di una donna.» A parlare, ai microfoni di Pomeriggio Cinque – la trasmissione condotta da Myrta Merlino su Canale 5 – è Pamela, la donna che ha denunciato il chirurgo estetico che ha operato anche Simonetta Kalfus, morta dopo intervento di liposuzione.
All’inviato Claudio Giambene, la donna racconta, per la prima volta, la sua drammatica esperienza: «Sono entrata in sala operatoria con lui (con il dott. Carlo Bravi, ndr.), il mio intervento doveva durare all’incirca 40 minuti, ma, ahimè, è durato più di 8 ore. È uscito dalla sala operatoria completamente intriso di sangue dicendo che aveva reciso un muscolo e che c’era stata una piccola complicazione, ma che era tutto sotto controllo. Noi ci siamo fidati. In realtà, non ero cosciente. Il medico mi ha portato in braccio a casa e mi sono ripresa solo il giorno dopo. Ero inerme, non riuscivo a fare nulla. Mi ha chiamata dicendomi che dovevo mangiare, che quello che stava succedendo era un problema mio e che non era nulla di importante. Grazie all’aiuto di mio marito e di mia madre al Pronto Soccorso hanno riscontato un’emorragia interna, la perdita di tantissimo sangue, con un’infezione al seno sinistro».
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