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MAURIZIO SCANDURRA * SANREMO 2021: « PER I CANTANTI HA SENSO PARTECIPARE? IL PROLUNGAMENTO DELLO STATO DI EMERGENZA PUÒ COMPORTARE IL TRACOLLO PER I SETTORI FEDE E CULTURA »

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12.45 - venerdì 2 ottobre 2020

Se fossi un cantante, a Sanremo 2021 non andrei. L’incertezza derivante dal muoversi della pandemia vanificherebbe ogni sforzo artistico ed economico teso a produrre utili nella musica: inutile lanciare in tv e sul mercato nuovi dischi con la crisi economica in atto, a maggior ragione se tanto poi gli eventi musicali dal vivo non si possono più fare come un tempo, riducendo contestualmente affluenza di pubblico e incassi.

Chiese e concerti? Tra loro nessuna differenza. Sono settori in egual misura sofferenti, per il futuro dei quali occorre prevedere da subito norme chiare e certe, per un repentino ritorno alla normalità, e prevenire per tempo l’insorgenza di ulteriori sacche di disagio sociale. Occorre una tipologia ragionata di ‘assembramento intelligente’: le chiese possiedono grandi spazi, più dei teatri, e magari trasformarle in palchi pro tempore potrebbe garantire lo svolgimento degli eventi musicali, assicurando al contempo anche un concreto ritorno economico alle parrocchie per le proprie finalità caritatevoli.

L’eventuale prolungamento eccessivo, sino al 31 gennaio 2021, dello stato di emergenza per il Covid-19, compromette di fatto e gravemente l’esistenza e la sussistenza di comparti primari della società, quali fede e cultura.

Meno fedeli in chiesa vuol dire meno questue, già risicate per via degli effetti ancora in atto della crisi economica del 2008. Idem per gli incassi dei concerti: oltre il 90% degli artisti ha dovuto cancellare, o rinviare a chissà quando, live e tour. Lo stesso vale per pianobar, dj set e ristorazione.

Il rischio? Parrocchie che non possono più garantire servizi primari, come luce e riscaldamento nei luoghi di culto, e assistenza alle famiglie più povere. Concerti incerti a ranghi ridotti vuol dire consegnare i giovani a forme di svago alternative potenzialmente patogene come dipendenza da smartphone, ludopatie da web e social, consumo di droghe e il richiamo di forme di culto altre, tra cui anche esoterismo e sette.

Il pericolo è l’abbandono incontrollato dei più deboli e fragili, anziani e adolescenti, a contenuti fuorvianti e per nulla edificanti.

 

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Maurizio Scandurra,

Critico musicale e giornalista cattolico esperto del Terzo Settore

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