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MANICA (PD) – INTERROGAZIONE * DIMISSIONI DIRETTORE CENTRO CULTURALE S. CHIARA: « EPURARE NON È GOVERNARE, QUESTA NON È POLITICA MA SOLO ENORME CONFUSIONE GESTIONALE »

Scritto da
12.08 - mercoledì 22 settembre 2021

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

 

 

EPURARE NON È GOVERNARE: Con questo titolo, il Consigliere provinciale del P.D., Alessio Manica, ha depositato oggi un’interrogazione relativa alle recenti dimissioni del direttore del Centro Servizi culturali “S. Chiara”, di fatto costretto ad andarsene dalla Giunta provinciale che prosegue nella sua opera di epurazione di tutti coloro che, in qualunque modo ed a qualsiasi titolo, sono stati nominati dai precedenti governi provinciali.

Il Consigliere Manica chiede quindi cosa si intende fare adesso, ovvero quali requisiti sono richiesti per coprire il ruolo di direttore del Centro “S. Chiara”; quando verrà fatto il bando; nel frattempo chi assumerà le funzioni, sostituendo il direttore dimissionario. Ma non basta.

Risulta che la Giunta non abbia bandito ancora alcun concorso per coprire il posto di Dirigente del Servizio Attività culturali, pur sapendo da mesi che l’attuale Dirigente andava in pensione in questo periodo ed anzi pare abbia chiesto al Dirigente attuale di rimanere in ruolo, gratuitamente, fino al prossimo concorso di nomina.

Questa non è politica culturale, ma solo enorme confusione gestionale.

 

 

*

Trento, 22 settembre 2021

Egr. Sig.
WALTER KASWALDER
Presidente Consiglio provinciale
SEDE

Interrogazione n.

EPURARE NON E’ GOVERNARE

 

Anche in palese dissenso con parte del Consiglio d’Amministrazione del Centro Servizi culturali “S. Chiara” di Trento, ente pubblico economico deputato all’organizzazione del sistema dello spettacolo dal vivo sul territorio provinciale, la Giunta provinciale ha finalmente ottenuto ciò che era evidente volesse da tempo, ovvero l’allontanamento del direttore del Centro stesso, nel quadro di una logica epurativa che ricorda, purtroppo, ben altri tempi.

E così dopo molti altri brillanti manager e dirigenti di enti ed istituzioni pubbliche, allontanati più o meno elegantemente ed a prescindere dai risultati ottenuti, anche il Centro “S. Chiara” subisce la volontà “normalizzatrice” della Giunta provinciale che si ostina a ritenere “ostili” tutti coloro che sono stati nominati dai precedenti governi provinciali.

Senza dubbio questa modalità d’agire rientra nelle prerogative della Giunta provinciale e poco importa se ciò impoverisce il territorio, il sistema della ricerca o quello sanitario o quello culturale e via dicendo. Ciò che conta insomma agli occhi della Giunta provinciale sembra essere più l’allineamento delle fedeltà, magari anche se solo di convenienza, al disegno della maggioranza di governo, anziché la valorizzazione delle competenze e delle professionalità.

Certo che sarebbe interessante – e fors’anche dovuto al principio di trasparenza e di dialogo fra potere e comunità – sapere qual’è, in effetti, il disegno di questa maggioranza, al di là del gusto, anche un po’ sadico, di distruggere tutto quello che si era costruito in passato, perché finita l’opera di demolizione è indispensabile ricostruire, sapendo cosa si vuole ed in quale direzione ci si muove.

E’ verissimo che talune nomine possano sottostare a procedure concorsuali, purché poi le stesse vengano rispettate. Non è infatti corretto bandire concorsi o valutazioni tecniche che poi non vengono presi in alcuna considerazione se il loro esito è difforme dai desideri della maggioranza, come ben ci insegnano gli accadimenti recenti per quanto riguarda il Festival dell’Economia., dove chi si è aggiudicato la valutazione più alta viene semplicemente ignorato dalla Giunta provinciale.

Questa non è democrazia, ma volgare esercizio di un potere discrezionale, secondo una declinazione del tutto autoritaria dello stesso.

Ma torniamo al Centro “S. Chiara”. Improvvisamente decapitato del suo direttore, che peraltro nessuno ha mai espressamente accusato di aver fallito o sbagliato nei suoi compiti istituzionali e che ha anzi avuto il merito di ripianare pregresse situazioni di difficoltà dell’ente, riportando, con straordinaria efficienza, i bilanci prima in pareggio e poi in attivo, l’ente pare trovarsi adesso in forti difficoltà organizzative, almeno a quanto riportato dalla stampa locale.

Con un processo erosivo di assoluta evidenza e portato avanti anche dentro gli organi di responsabilità del Centro stesso, si sono create, nei decorsi mesi, le condizioni per “obbligare” il dott. Francesco Nardelli ad andarsene, peraltro in un giusto e necessario scatto di dignità, avendo ben compreso d’essere “ospite indesiderato”. E adesso? Come intende ovviare a questo improvviso vuoto istituzionale il Consiglio d’Amministrazione? Come vuole muoversi l’Assessorato competente e sulla base di quale disegno di politica culturale?

Si tratta di domande destinate probabilmente – e secondo una ormai conoslidata abitudine di questa Giunta provinciale – a rimanere prive di risposta per non soddisfare quesiti che scoprirebbero soprattutto un orizzonte deserto di idee e di proposte, mentre formalmente ci si limita ad un frdddo saluto di “benservito” all’ennesima alta professionalità che abbandona questa terra. Ma non è solo il Centro “S. Chiara” a versare in grandi difficoltà.

Sembra infatti che anche il Servizio Attività culturali della Provincia stia attraversando un momento molto complesso con il pensionamento del suo Dirigente e con il conseguente vuoto venutosi a creare nella gestione di tale Struttura. La data della messa in quiescenza del dott. Claudio Martinelli è risaputa da mesi, ma la Giunta si è ben guardata dall’attivare il concorso per una successione immediata e così è stata costretta a chiedere al Dirigente già in pensione di ritornare, gratuitamente., alla guida del Servizio, in attesa di espletare il relativo concorso. Fortuna vuole che si sia trovato un dirigente dotato di grande senso della responsabilità e di assoluta generosità, il quale pare disposto a mantenere l’onere senza alcun onore, in attesa che la Giunta decida, stabilisca, proceda e nomini.

Trovando quindi del tutto originale la strategia politica dell’Assessorato competente che, in un colpo solo, riesce a perdere ben due pilastri portanti della complessa architettura della cultura provinciale, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

1) quali requisiti tecnici e quale curriculum è richiesto per la copertura del posto di direttore del Centro Servizi culturali “S. Chiara”;

2) quando e con quali modalità il C.d.A. dell’ente intende procedere al bando del concorso per la nomina del nuovo direttore?

3) nel frattempo chi assumerà il ruolo di direttore f.f. o di sostituto del direttore per l’espletamento delle attività ordinarie di competenza del direttore e che non possono essere asoslte dal C.d.A. del Centro?

4) se risponde al vero che il C.d.A. dell’ente non ha ancora provveduto a bandire il concorso per la nomina di un responsabile per le industrie creative e culturali nel contesto del Centro stesso e quando si prevede di attivare tale nomina;

5) contestualmente, la Giunta provinciale intende bandire il concorso per la nomina del Dirigente del Servizio Attività culturali;

6) se risponde al vero la notizia che , in attesa del prossimo bando per la nomina del nuovo Dirigente del suddetot Servizio, si è chiesto al Dirigente in fase di pensionamento di proseguire, a titolo gratuito, nel suo incarico fino appunto alla realizzazione del concorso citato e per quali ragioni si è adottata tale irrituale scelta, posto che normalmente viene nominato un sostituto Dirigente per il tempo necessario all’espletamento del concorso di nomina.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti

Cons. Alessio Manica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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