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MAESTRI (PD) – INTERROGAZIONE: GIORNATA MEMORIA: « QUALI SONO STATI I COSTI E LE RICADUTE IN TERMINI DI PARTECIPAZIONE AI SINGOLI EVENTI PROPOSTI? »

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10.42 - martedì 14 febbraio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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COMUNICATO STAMPA – CONS.A LUCIA MAESTRI, GRUPPO PDT: GIORNATA DELLA MEMORIA E DEGLI INTERROGATIVI

Con questo titolo Lucia Maestri ha depositato un’interrogazione in Consiglio provinciale, qui allegata.

Il recente “festival della Memoria” ha sollevato più di qualche interrogativo, proprio per quella definizione di “festival” che non si attaglia ad un evento che ricorda l’immensità e l’originalità di una tragedia di portata storica universale.

Da questa considerazione parte la Consigliera del PD Lucia Maestri, per meglio capire gli esiti di quell’appuntamento imponente almeno nei numeri degli eventi programmati, depositando oggi una specifica interrogazione, con la quale si chiede di capire come mai il carattere nazifascista di quel dramma sia scomparso dal “festival”; quali siano stati i costi e quali le ricadute in termini di partecipazione ai singoli eventi proposti; qual’è stato il coinvolgimento delle periferie, così caro alla Giunta provinciale e quali prospettive future potrà avere una tale manifestazione, promossa da una associazione locale – emanazione di una nazionale – e dalla Fondazione Museo Storico del Trentino che, con la sua autorevolezza, ha impresso un marchio al “festival” che solleva qualche perplessità.

 

 

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Interrogazione n.

GIORNATA DELLA MEMORIA E DEGLI INTERROGATIVI

Nella prima tornata dei lavori del Consiglio provinciale del mese di febbraio, l’ Aula ha affrontato una interrogazione a risposta immediata, presentata dalla scrivente, sul tema della partecipazione della Giunta provinciale agli eventi promossi e realizzati in Trentino per la “Giornata della Memoria”. Le risposte, peraltro insufficienti sotto il profilo politico, fornite dalla Giunta provinciale hanno così stimolato altri interrogativi che qui si formulano.

Quest’anno – a differenza del passato – la Provincia ha scelto un minore coinvolgimento diretto, optando per la più comoda via della partecipazione economica e del sostegno ad una programmazione di eventi pubblicizzata come “festival della Memoria” e promossa, a quanto risulta alla sottoscritta, dalla Fondazione Museo Storico del Trentino e da un’ associazione nata co-me diramazione locale di una ben più corposa struttura nazionale che, per anni, ha promosso viaggi di istruzione per i ragazzi e le scuole ad Auschwitz, peraltro incontrando anche più di un problema gestionale, al punto che la struttura nazionale pare essersi sciolta dopo ingarbugliate vicende economi-che.

Rimane operativo però una sorta di “ramo locale” di tale associazione che, in Trentino, prosegue il suo impegno, per molti versi meritevole, sulla coltivazione della Memoria e sulla trasmissione alle giovani generazioni e rimane altrettanto forte lo scivolone spiacevole di quella improvvida denominazione di “festival”, riferito alla Memoria di una tragedia incommensurabile, che ha fatto storcere il naso anche a più di una realtà culturale dell’ebraismo italiano e non solo, proprio per una connotazione “gioconda e gioiosa” di una ricorrenza che tutto può essere fuorché appunto festivaliera. Rimane, infine, la necessità di capire programmi, esiti, costi, coinvolgimenti, numeri e prospettive per un progetto – quello del “festival della Memoria” – che sembra, a quanto dato sapere, destinato a du-rare nel tempo ed a caratterizzare anche i prossimi appuntamenti istituzionali con la “Giornata della Memoria”.

Il tema del senso e del significato della “Giornata della Memoria” non è affatto nuovo e sta segnando di sé un ampio dibattito a livello nazionale, oltreché locale, soprattutto quando ci si trova davanti al dovere di togliere la polvere da sotto il tappeto della storia nazionale.

Vanno così sottolineate qui le parole della Presidente dell’ Unione delle Comunità Ebraiche, Noemi Di Segni, per evidenziare appunto la necessità di indagine sulla partecipazione degli italiani alle persecuzioni antisemite : “Per l’Italia e le sue istituzioni l’appello è quello di assumersi la responsabilità per quanto accaduto. La Shoah non è solo nei luoghi dello sterminio perpetrato dai nazisti. E’ avvenuta anche a casa nostra, nei nostri uffici, dimore, piazze, valli e montagne”. La Presidente dell’ U.C.E.I. richiama così l’urgenza, anche in eventi come il citato “festival”, di fare memoria del contributo tragico che il nostro Paese diede alla Shoah, perché solo così facendo si offre un senso non rituale alla “Giornata della Memoria”. Ed in proposito a Trento cosa si è fatto quest’anno?

In secondo luogo, è opportuno sottolineare come quest’edizione del “festival” si è ben guardata dal porre in chiara evidenza ogni riferimento al nazismo ed al fascismo, operando così una scelta del tutto discutibile perché parziale e che potrebbe far pensare ad un allineamento alle posizioni di coloro che suggeriscono di seppellire definitivamente il passato e di dimenticarlo. Ciò rappresenta l’esatto opposto di ciò che dev’essere la “Giornata della Memo-ria”. Non è così infatti che si fa memoria, ma solo piaggeria nei confronti di qualche momentaneamente prevalente opinione politica, partecipando però, più o meno in modo consapevole, a quello che la storica Anna Foa definisce “lo sbiancamento del fascismo”, cioè quell’insieme di azioni mirate e volute per separare le responsabilità tedesche da quelle italiane, mettendo in soffitta tutta la ”memoria ingombrante” del regime, delle leggi razziali e soprattutto della partecipazione dei “repubblichini” di Salò alla persecuzione e alla deportazione degli ebrei italiani e stranieri residenti in Italia. E meraviglia che questa serie di incertezze e di zone d’ombra sia cresciuta sotto l’egida di una istituzione come la Fondazione Museo Storico che, proprio per il suo carattere istituzionale e scientifico dovrebbe essere lontana da ogni partigianeria.
Sono insomma i presupposti del “festival”, oltreché l’infelice denominazione, che convincono relativamente circa la bontà complessiva di un’ operazione segnata da una massa enorme di eventi proposti, ventotto in dodici giorni; una massa tale da rendere perfino ridondante – e per alcuni versi eccessiva – la proposta del “festival” stesso, anche in considerazione che la realtà trentina non è quella delle grandi aree metropolitane ed i numeri dell’utenza, potenziale come effettiva, appaiono abbastanza limitati.

Tutto ciò premesso ed anche per valutare la programmazione futura, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

– quale progetto complessivo è stato presentato alla stessa per la “Giornata della Memoria 2023” dalla Fondazione Museo Storico del Trentino e dall’associazione denominata “Terre del Fuoco” e quali obiettivi si poneva tale progetto;

– quali costi nel dettaglio sono stati esposti per l’ottenimento del finanziamento provinciale all’iniziativa e quant’è costata, nel complesso, la stessa all’organizzazione;

– quali sono i dati di affluenza per singolo evento, posto che all’interrogante risultano dati parziali, ma comunque oltremodo contenuti;

– quante e quali iniziative, ricomprese nel progetto in esame, sono state allocate nelle periferie del territorio e con quale gradimento di pubblico, posto che il coinvolgimento delle periferie è sempre stato un tema assai caro alla Giunta provinciale;

– per quale ragione non si è voluto affrontare il tema, sempre più centrale, della partecipazione italiana alla persecuzione nazista ed alla Shoah che ne fu conseguenza terribile;

– quali eventuali prospettive future ha il suddetto “festival della Memoria”, posto che sarà opportuno evitare riferimenti festivalieri che possono perfino apparire offensivi di fronte all’immensità del dramma della Shoah e se lo stesso intende attivare o meno ulteriori coinvolgimenti locali, sul piano scientifico come su quello divulgativo.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

 

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Cons. Lucia Maestri

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