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LEGAMBIENTE TRENTO * CIRCONVALLAZIONE FERROVIARIA: « CRESCONO LE PERPLESSITÀ PER, SCAVO AREE INQUINATE EX-SLOI E CARBOCHIMICA – QUARTIERE SAN MARTINO – ASSETTO IDROGEOLOGICO MARZOLA »

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11.39 - sabato 4 dicembre 2021

Crescono le perplessità sul progetto di circonvallazione ferroviaria presentato da RFI a causa di diverse criticità come lo scavo nelle aree inquinate ex-Sloi e Carbochimica, l’impatto sul quartiere di San Martino, le problematiche idrogeologiche sulla Marzola). Nel Consiglio Comunale di giovedì 25 novembre si è arrivati all’approvazione unanime di due ordini del giorno che manifestano la volontà dei consiglieri di ridiscutere vari aspetti del progetto.

Nella partecipatissima Assemblea popolare svoltasi domenica 28 novembre all’Acquaviva, tutti gli intervenuti hanno chiesto di non procedere con il progetto previsto, anche se con due posizioni differenti: quella di chi contesta la scelta del tracciato, e quella di chi dubita dell’utilità stessa della circonvallazione o del raddoppio della ferrovia del Brennero.

Per quanto riguarda il tracciato, la Rete dei Cittadini ha proposto un progetto concreto e ben studiato di alternativa, che si svilupperebbe in galleria in Destra Adige a partire dall’Interporto fino a Calliano. Esso risolve numerose criticità del progetto di Rfi in quanto:

– non prevede scavi né stoccaggio nelle aree inquinate del Sito di Interesse Nazionale di Trento Nord;
– evita l’abbattimento di una ventina di abitazioni e edifici commerciali ed i forti disagi per i cantieri nel quartiere di S.Martino;
– eviterebbe a regime il passaggio dei treni merci anche a Trento Nord e Gardolo.
– non obbliga all’interruzione della Trento-Malé a Gardolo (o Lavis) che comporterebbe gravi disagi ai pendolari con aumento del traffico privato;
– non prevede la galleria sotto la Marzola e le prime pendici della Vigolana, che mette a rischio numerose sorgenti (Cantanghel che rifornisce l’acquedotto di Trento e Acquaviva che contribuisce a quello di Besenello). Il Bondone presenta una struttura geologica più uniforme con un numero limitato di sorgenti censite, che verrebbero evitate dalla galleria proposta in Destra Adige.

 

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Per queste ragioni la soluzione in Destra Adige come proposta, o eventualmente migliorata da RFI, ci sembra sicuramente da preferire.

Riguardo all’utilità dell’opera, essa è analizzata nello Studio del Traffico, parte del Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica presentato da RFI. Lo scenario esaminato prevede anche la realizzazione della circonvallazione di Bolzano e del tratto Trento Nord-Bronzolo, della cui realizzazione non si hanno informazioni, e prevede un aumento del trasporto combinato su rotaia del 6% e un calo del trasporto merci su strada limitato al 4%. Come si vede, i risultati prodotti dall’infrastruttura in sé sono molto limitati, in assenza di una politica che incentivi tale “shift modale” tramite l’aumento dei pedaggi dell’A22, l’eliminazione dei sussidi all’autotrasporto, il contingentamento dei passaggi, anche necessario a migliorare la qualità dell’aria.

Con l’aumento dei pedaggi sull’A22, si potrebbe anche ridurre il “traffico deviato” (quello che anziché utilizzare la strada più breve, attraverso la Svizzera, allunga il percorso attraverso il Brennero per convenienza economica) e rendere inutile potenziare oltre un certo limite la struttura.
Interventi limitati di by-pass delle città hanno di certo altre utilità (coesistenza efficiente di trasporto merci ed il trasporto locale passeggeri), ma un calcolo globale di costi e benefici non può prescindere da una preliminare definizione della politica di incentivazione.

 

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Circolo di Trento di Legambiente

In conclusione, a noi sembra che sia l’esistenza di un’alternativa di tracciato che appare chiaramente migliorativa, sia i dubbi sulla sua effettiva utilità in mancanza di una politica chiara debbano far fermare l’iter di approvazione dell’attuale progetto della circonvallazione.

Il dibattito pubblico si aprira’ il 6 dicembre per chiudersi il 5 gennaio Link ed avrà tempi molto ristretti, che devono essere sfruttati per fare emergere questi problemi, allargare la discussione ed esaminare in modo serio tutte le alternative, anche l’ipotesi zero.

Sappiamo che l’attuale fretta è chiaramente dovuta ai 930 milioni inseriti nel Pnrr e destinati all’opera da completarsi entro giugno 2026 (data improbabile anche procedendo con il progetto attuale).

Non ci sembra però che questo giustifichi un’opera potenzialmente pericolosa e di forte impatto su una parte di città, quando esisterebbero alternative molto migliori. Ci sono altri interventi, in Italia e in Trentino, in cui si potrebbero impiegare utilmente i fondi del Pnrr.

Inoltre, se ci sarà effettivamente un impegno dell’Italia e dell’Europa per la ferrovia del Brennero, ci saranno anche i fondi per una circonvallazione di Trento, che costituisce una piccola parte sul totale degli interventi previsti.

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