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LEGAMBIENTE * RAPPORTO “MAL’ARIA DI CITTÀ 2022“: « A TRENTO SI PROGETTI LA RETE TRANVIARIA DI BRENNERO – VIA BOLZANO / SI RIDUCA A 30 KM IL LIMITE DI VELOCITÀ SULLE STRADE CITTADINE »

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11.21 - sabato 5 febbraio 2022

Il rapporto Mal’Aria di Città 2022 – È stato pubblicato ieri (giovedi’ 3 febbraio) il rapporto Mal’Aria di Città 2022 di Legambiente.

I risultati a livello nazionale sono molto preoccupanti; su 102 capoluoghi di provincia analizzati, nessuno è riuscito a rispettare i tre valori limite suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ossia una media annuale di 15 microgrammi per metro cubo (μg/mc) per il PM10, una media di 5 μg/mc per il PM2.5 e 10 μg/mc per l’N02.

Le polveri sottili (PM10 e PM2.5) e gli ossidi di azoto (in particolare il biossido NO2) sono ritenuti dalla comunità scientifica internazionale come i marker principali che determinano la qualità dell’aria che respiriamo ma soprattutto gli inquinanti che determinano prevalentemente l’insorgenza di effetti sanitari cronici sul sistema respiratorio e cardiovascolare e che determinano mediamente oltre 50mila morti premature all’anno solo in Italia.

A causa dell’aumento dell’evidenza scientifica che collega l’esposizione cronica a livelli elevati di inquinamento atmosferico all’insorgenza di numerosi problemi sanitari, l’OMS ha pubblicato nel novembre 2021 delle nuove linee guida che hanno ribassato i valori limite suggeriti delle concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici. Il rapporto di Legambiente ha quindi confrontato i valori medi annuali registrati in Italia con quelli suggeriti dall’Oms e non con gli attuali limiti di legge. Del resto, la revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria, che si appresta ad essere avviata nei prossimi mesi, rivedrà i limiti normativi in funzione dei nuovi limiti OMS. Nel giro di pochi anni, quindi, questi valori diventeranno vincolanti anche dal punto di vista legale e il non rispetto degli stessi porterà all’avvio di ulteriori procedure di infrazione per gli Stati membri inadempienti. L’Italia ha al momento attive tre procedure di infrazione per tre inquinanti come il PM10, PM2,5 e il biossido di azoto (NO2).

Per quanto riguarda Trento, le concentrazioni medie annuale degli inquinanti superano del 29% (per le PM10), del 64% (per le PM 2,5) e per il 70% (per l’NO2) i limiti di concentrazione suggeriti dall’OMS. In particolare, per quanto riguarda gli ossidi di azoto, Trento ha il dubbio onore di avere il sesto posto fra i capoluoghi di provincia italiani, superato solo da Milano, Torino, Palermo, Bergamo e Como. Se poi passiamo alla situazione di questi giorni, vediamo che nei rapporti dell’Appa sia di dicembre che di gennaio la qualità dell’aria viene dedicata scadente. Appare evidente che ci sia moltissimo da fare per rendere l’aria di città respirabile

Di fronte a questo quadro e agli obiettivi di riduzione Legambiente rilancia a livello nazionale le sue proposte per l’ambito urbano. Oltre all’importanza di ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo (con quartieri car free, “città dei 15 minuti” in cui tutto ciò che serve sta a pochi minuti a piedi da dove si abita, strade a 30 km all’ora, strade scolastiche, smart city), occorre anche aumentare il trasporto pubblico elettrico con 15.000 nuovi autobus per il TPL (rifinanziando il Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile a favore di soli autobus a zero emissioni); nuove reti tranviarie per 150 km (o filobus rapid transit); cura del ferro (500 nuovi treni e adeguamento della rete regionale con completamento dell’elettrificazione). Incentivare la sharing mobility anche nelle periferie e nei centri minori, realizzare 5.000 km di ciclovie e corsie ciclabili, rendere l’80% delle strade condivise tra cicli e veicoli a motore.

Ci auguriamo che il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) attualmente in preparazione per Trento riprenda questi obiettivi generali e li traduca in pratiche concrete in città: completare e rendere continua e comoda la rete di piste ciclabili, pensando anche ai collegamenti con la collina; estendere le sperimentazioni di strade scolastiche e di “pedibus” migliorare l’efficienza e l’accessibilità del trasporto pubblico, con tratti di corsie preferenziali e anche progettando una rete tranviaria, a partire da quella realizzabile sul Corso Nord (Via Brennero, Via Bolzano); ridurre a 30 km/h il limite di velocità su quasi tutte le strade cittadine, realizzando anche accorgimenti opportuni (chicane, dossi) per far rispettare il limite; in questo modo si potrebbero far convivere sulle strade automobili con bicicletta ed altri mezzi di micromobilità, aumentando gli spazi a disposizione dei pedoni. Per realizzare questo è fondamentale ridurre gli spazi cittadini a disposizione delle automobili, sia nelle corsie di marcia sia in sosta. Infine, andrebbero rafforzate le limitazioni per gli autoveicoli più inquinanti; solo quest’anno si è introdotto (e solo per alcune ore al giorno) il divieto per i diesel Euro3, mentre tale divieto è previsto (anche se in alcuni casi rimandato alla fine dello stato di emergenza pandemico) anche per gli Euro4.

A livello nazionale, Legambiente propone anche di vietare la commercializzazione dei veicoli a combustione interna al 2030 (al 2035 per camion e autobus interurbani prevedendo una strategia per il biometano liquido per l’autotrazione) e prevedere lo stop agli incentivi per la sostituzione dei mezzi più vecchi e inquinanti a favore di mezzi più nuovi ma ugualmente inquinanti. Sul fronte del riscaldamento domestico, serve un piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica, con abitazioni ad emissioni zero grazie alla capillare diffusione di misure strutturali come il “Bonus 110%” e che favorisca il progressivo abbandono delle caldaie a gasolio e carbone da subito, e a metano nei prossimi anni verso sistemi più efficienti alimentati da fonti rinnovabili (es. pompe di calore elettriche).

Infine, Legambiente lancia la petizione on lineCi siamo rotti i polmoni. No allo smog! con la quale chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada. Firmala anche tu >> https://attivati.legambiente.it/malaria

Il report completo di Mal’aria 2022 su legambiente.it

 

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Circolo di Trento di Legambiente

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