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LEGAMBIENTE * GESTIONE ORSI: « “BANDIERA NERA“ ALLA GIUNTA DELLA PROVINCIA DI TRENTO, PER GRAVI CARENZE » (PDF REPORT)

Scritto da
18.24 - sabato 10 giugno 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Giunta Provinciale della Provincia Autonoma di Trento (TN). Motivazione. Per le gravi carenze nella gestione della convivenza con la popolazione di orsi, poiché la Giunta Provinciale non ha realizzato un piano efficace di comunicazione e non ha gestito in modo scientificamente fondato le situazioni problematiche.

Descrizione
Il progetto Life Ursus di reintroduzione dell’orso bruno nelle Alpi Centrali è stato uno straordinario successo scientifico con un importante valorizzazione della biodiversità, come riconosciuto a livello inter- nazionale. Purtroppo, dopo la prima fase sperimentale gestita dal Parco Adamello-Brenta, da quando la gestione è passata alla Provincia, è calata l’attenzione sugli aspetti scientifici del progetto. Anche per quanto riguarda le misure da osservare per prevenire e limitare i rischi di aggressione sull’uomo non si sono investite sufficienti risorse nella gestione e, in particolare nella comunicazione. Infatti, l’attuale Giunta Provinciale non ha realizzato il piano di comunicazione elaborato nel 2016, inoltre ha trascurato misure di prevenzione come la sostituzione delle batterie dei radiocollari sugli animali giudicati potenzialmente pericolosi. E’ stata anche trascurata l’informazione sulla presenza di femmine con cuccioli, preferendo suscitare allarmi generici sull’eccessiva abbondanza di orsi. Dopo la tragedia del ragazzo ucciso da un’orsa mentre correva in un bosco, la Giunta Provinciale sta reagendo eslusivamente con proclami sulla necessità di eliminare 70 orsi. Una risposta probabilmente infattibile e che, se attuata, rischierebbe di compromettere il progetto e di essere comunque di per sé poco efficace nel limitare i rischi.

La condanna a morte di un orso rappresenta sempre una sconfitta sia per l’uomo sia per il lavoro di gestione e di tutela che viene messo in campo anche attraverso i progetti Life. Troppo spesso si dimentica che ci sono diversi strumenti da mettere in atto per il contenimento del conflitto tra umani e grandi predatori. Ad esempio in Appennino tra gli strumenti suggeriti e adottati rivolti agli allevatori ci sono: i cani da guardia, le recinzioni fisse ed elettrificate, la presenza continua del pastore, i dissuasori acustici e ottici, i procedimenti per i risarcimenti economici gestiti online o esperimenti come il gregge del parco che permette di avere subito disponibile la pecora predata riducendo le perdite aziendali. Le problematiche di gestione di specie emblematiche, come il lupo o l’orso, ci dimostrano che per difen- dere la biodiversità quello che serve è il supporto della scienza e una grande capacità nella gestione della complessità territoriale e istituzionale, ma anche un nuovo patto di collaborazione tra parchi e comunità locali, da cui è indispensabile ripartire con obiettivi chiari e condivisi.

 

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Consiglio Comunale di Pergine Valsugana (TN).

Motivazione

Per la variante al Piano Regolatore che prevede l’edificazione di 3000 metri quadri (per una metà commerciali e per l’altra residenziali) a San Cristoforo, vicino alle rive del Lago di Caldonazzo, aumentando il consumo di suolo e all’interno di una logica antiquata di valorizzazione turistica.

Descrizione

Il Consiglio Comunale di Pergine Valsugana ha approvato una variante al Piano Regolatore che pre- vede un intervento di perequazione (con un grosso vantaggio per il privato) tramite il quale si rende edificabile un’area di 3000 metri quadri a fianco dell’abitato di San Cristoforo sulle rive del Lago di Caldonazzo.

Grazie alla professionalità ed alle competenze dei servizi provinciali, la variante ha ricevuto un parere negativo dal Servizio urbanistica della Provincia, in quanto non coerente con la Legge provinciale 15 del 2015 che impone la limitazione del consumo di suolo negli strumenti di pianificazione territo- riale. La variante è stata confermata senza modifiche sostanziali, alla quasi unanimità, dal Consiglio Comunale ed è in attesa di approvazione da parte della Giunta Provinciale. Intanto il proprietario ha cominciato con l’abbattere un boschetto di pioppi che si era formato spontaneamente sull’area e proteggeva il paese dall’inquinamento acustico e ambientale della statale della Valsugana.

Il progetto di edificazione prevede che 1500 metri quadri siano destinati ad un nuovo polo commer- ciale che sarebbe un ulteriore attrattore di traffico, quando il Comune di Pergine dispone già di un centro commerciale e di 7 supermercati. Gli altri 1500 metri quadri sarebbero destinati a nuova edilizia residenziale sebbene la zona di San Cristoforo abbia già subito, a partire dagli anni ’60, uno sviluppo edilizio disordinato. Un’area che al contrario avrebbe bisogno di spazi pubblici e dell’allontanamento del traffico dal centro.

Contro il progetto si è formato un comitato spontaneo che ha promosso una prima manifestazione il 15 aprile. Ci auguriamo che la mobilitazione faccia sì che la perequazione non venga approvata dalla Giunta Provinciale.

 

 

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