Circonvallazione ferroviaria di Trento. La Rete dei Cittadini presenta il nuovo progetto in Destra Adige per il Dibattito Pubblico.
Alternativa «sostenibile» alla Sinistra Adige e valore aggiunto per il «Metaprogetto» urbano.
L’avevamo promesso il 13 ottobre scorso: ora siamo pronti a proporre la strada possibile per evitare alla nostra Città di vivere, a Nord come a Sud, un inutile degrado del tessuto urbano con i disagi che qualsiasi cantiere di questa portata genera in un centro abitato o in un comparto produttivo agricolo.
Perché non ha senso rigenerare un pezzo di città, rendendola con il Metaprogetto più bella, vivibile e connessa se, per ottenere questo risultato, si accetta un tracciato ferroviario tecnicamente debole, intriso di criticità idro-geologiche, che deve demolire per costruire.
Vengono umiliati cittadini residenti, deprimendo le attività di ambiti urbani che della città stessa fanno parte. Le Circoscrizioni interessate sono popolate da quasi 42.000 persone, il 35% degli abitanti di tutta la città di Trento.
Perché, proprio per dare valore aggiunto al Metaprogetto, lo diciamo da mesi, si può realizzare il tracciato in Destra Adige. Non quello bocciato nel 2003 che presentava indubbie criticità, bensì un nuovo progetto pensato e definito per superare tecnicamente i problemi dell’originario.
Oggi lo presentiamo pubblicamente, frutto dell’intenso lavoro e dell’abnegazione di un gruppo di cittadini, ingegneri, geologi e sociologi, i quali non sarebbero neanche sfiorati dal previsto tracciato in Sinistra Adige, ma che hanno coscienza e consapevolezza che la Città di Trento comincia a Spini di Gardolo e finisce al confine con Besenello.
Avremmo voluto che questa consapevolezza animasse negli anni scorsi anche coloro che, nelle Istituzioni e fuori da esse, non hanno saputo arginare un progetto, il cui innegabile significato di crescita e modernità, di appartenenza vitale alle dinamiche di interconnessione europea, presentava già dal 2009 tutti i limiti che oggi sono ormai noti, sia agli stessi autori/attori che ai cittadini informati.
Dal 28 ottobre scorso, pubblicati i contenuti del progetto, sentiamo queste stesse Istituzioni parlare ormai solamente di mitigazione, di vicinanza, di solidarietà, di mediazione. Concetti legati alle conseguenze di una calamità naturale, non alle caratteristiche di un valido progetto in via di attuazione.
I manifestati benefici occupazionali e per l’indotto riportano a sacrosanti concetti di benessere e di crescita economica. Ricordiamo però che l’intera opera dovrà essere ultimata entro il 30 giugno 2026. Salve deroghe attualmente non previste dal PNRR, entro questa data tutte le opere debbono essere concluse e liquidate agli esecutori.
In questo strettissimo corridoio temporale i citati benefici rischiano di essere fortemente depressi dai potenziali stop operativi imposti, dato il tracciato scelto, dalla natura del territorio fisico e dalle sorgenti. Tutti i sovraccosti di realizzazione, certamente non previsti e/o coperti dai 930 mln di euro del PNRR, andranno in carico alla collettività.
Per tutti questi motivi abbiamo studiato il progetto in destra Adige, consci che la sua definizione ed attuazione supererà le scadenze previste dal PNRR, ma in tempo utile per il passaggio dei primi treni merci dell’Alta Capacità nel 2032. Il Corridoio scandinavo-mediterraneo sarà realizzato comunque, come tutti auspichiamo, poiché le necessarie risorse saranno state certamente messe a disposizione da tutti i legittimi portatori di interesse. Da Stoccolma a Malta.
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La “Rete dei Cittadini”