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ITALIA NOSTRA – SEZIONE TRENTINA * EX MASERA DI LEVICO TERME: BALDRACCHI, « IL NOSTRO ULTIMO APPELLO PER LA SALVAGUARDIA DELL’EDIFICIO »

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19.44 - mercoledì 29 marzo 2023

La Masera di Levico. La legge urbanistica provinciale stabilisce che “nella realizzazione di edifici da destinare a finalità di pubblica utilità gli enti locali promuovono l’utilizzo del patrimonio edilizio esistente e, in particolare, di aree ed edifici degradati o dismessi”. Queste le ottime intenzioni del legislatore, che impegna la pubblica amministrazione, per quanto di sua competenza, a dare il buon esempio riusando gli edifici esistenti invece di demolirli e costruirne di nuovi, magari consumando ulteriore suolo. Purtroppo, il braccio esecutivo della Provincia autonoma di Trento non tiene conto di quanto stabilito dal legislativo, le cui disposizioni pare siano ritenute di carattere ornamentale.

La Masera di Levico, di proprietà pubblica, è un caso evidente di violazione dell’articolo 18 della legge urbanistica e, in generale, dimostrano quanto la cultura del riuso sia sconosciuta alla pubblica amministrazione, saldamente ancorata al modello “usa e getta”: ciò che ha perso la sua funzione originaria non va recuperato attraverso un’attenta e intelligente riprogettazione, va trasformato in macerie da portare in discarica. Distruggendo non solo un magnifico edificio strutturalmente adatto ad ospitare molteplici attività (terziario pubblico e privato, servizi collettivi, spazi culturali eccetera) ma un insostituibile deposito di memoria civile e la testimonianza di un’impresa sociale di cui essere orgogliosi.

Questi valori collettivi s’infrangono regolarmente contro lo scoglio dei pregiudizi di amministrazioni e progettisti impreparati ad affrontare il complesso e delicato problema del recupero degli edifici storici, di cui vanno rispettati i caratteri specifici e comprese le latenti possibilità, spesso pari o superiori a molti edifici contemporanei. “Conviene sempre ricostruire piuttosto che ristrutturare”: ecco la dogmatica e infondata credenza che sta decretando, di demolizione in demolizione, la scomparsa di una significativa parte del patrimonio trentino, sia in senso culturale, sia in senso materiale.

Si arriva così al caso paradossale di Levico, dove per ospitare un centro sociale e culturale viene acquisito l’ex Cinema Città per abbatterlo e sostituirlo con un edificio completamente estraneo alla città storica, quando esiste un edificio pubblico abbandonato perfettamente adatto allo scopo, funzionalmente e simbolicamente: un’operazione culturalmente fallimentare e insostenibile sul piano ecologico, motivata da presunti vantaggi economici e funzionali.

Italia Nostra è intervenuta più volte dal 2017 in difesa della Masera di Levico, a fianco di cittadini e associazioni culturali che pare comprendano il valore del patrimonio collettivo meglio di chi dovrebbe amministrarlo. A supporto anche dell’intervento del FAI, rivolgiamo ora un ultimo appello a Provincia e Comune perché non si produca un danno irreversibile alla collettività e si proceda urgentemente alla messa in sicurezza dell’edificio, avviando contemporaneamente un accorto progetto di recupero, obbedendo alle leggi che la Provincia stessa si è data.

 

 

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Manuela Baldracchi
Per il Consiglio direttivo

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