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ITALIA NOSTRA – SEZIONE TRENTINA * BUS RAPID TRANSIT FIEMME E FASSA: « LE NOSTRE OSSERVAZIONI NEL MERITO DEL PROGETTO PRELIMINARE, CRITICITÀ RILEVATE – PARCHEGGI – INFRASTRUTTURE »

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16.55 - lunedì 10 ottobre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Osservazioni di Italia Nostra nel merito del progetto preliminare di progettazione BRT (Bus Rapid Transit) di Fiemme e Fassa, Ora – Penia
Queste osservazioni seguono le due presentazioni pubbliche tenute dalla Provincia “Conferenza di informazione pubblica Autonoma di Trento sul progetto definito BRT delle valli di Fiemme e Fassa inserite nel percorso di concertazione ai sensi dell’art, 6 bis della LP 26/1993”. Le due riunioni si sono tenute l’8 settembre, a Sèn Jan ore 18.00, e a Cavalese, ore 20.00. Ѐ doveroso, prima di entrare nel merito del progetto, evidenziare delle considerazioni.

Il progetto viene presentato come una soluzione infrastrutturale – tecnologica e organizzativa, non si tratta quindi di un progetto di sistema di trasporto. I due temi dovrebbero venire affrontati diversamente, fra loro integrati.

Saranno impiegati soli autobus ad alta capacità di trasporto a pianale ribassato e semiribassato, alimentati con vettori energetici da fonti rinnovabili, il territorio subirà una infrastrutturazione (terze corsie, parcheggi, stazioni di rifornimento) e tutta la proposta completata da gestione intelligente del sistema grazie alla priorità semaforica imposta nelle intersezioni.

Le presentazioni sono risultate stringate, inadeguate per la illustrazione e comprensione di un progetto tanto complesso. Molte delle slide erano illeggibili dalla platea, altre sono state saltate totalmente dai diversi relatori: i tempi di illustrazione, in ambedue le occasioni, erano estremamente ristretti rispetto ad un tema tanto articolato. E’ quindi impegnativo e probabilmente fuorviante da parte della Provincia sostenere che quel passaggio per i cittadini sia risultato essere un momento di concertazione adeguato. La straordinaria partecipazione meritava ben altro rispetto dalle istituzioni: circa 150 persone presenti in valle di Fassa, quasi 200 a Cavalese.

Al cittadino e alle associazioni o enti portatori di interessi diffusi non andava presentato un progetto singolo preconfezionato sul quale poi aprire il confronto. Non convince la dichiarazione ribadita da parte del dirigente generale del Dipartimento territorio trasporti quando ha affermato che quanto si sta presentando sia l’unica proposta praticabile e finanziariamente sostenibile per dare le risposte attese dai territori. Questa è una interpretazione o sua personale o della istituzione che rappresenta, non certo condivisa con i cittadini e istituzioni locali vista la pessima accoglienza incontrata in Fassa. Di fatto è stato impedito un raffronto e la valutazione di diverse soluzione sulla base di efficacia nel tempo, sostenibilità dei costi, sia di costruzione che della gestione nel lungo periodo, raccordi con la mobilità fra province – regioni confinanti e sviluppo della rete ferroviaria in Sudtirol come Oltralpe.

Era oltremodo doveroso da parte dell’ente pubblico permettere ai cittadini di valutare a fondo e in modo trasparente più opzioni o soluzioni. In questo caso altre opportunità alternative di trasporto pubblico sono state superate da una decisione centralista della Provincia autonoma di Trento. Ancora una volta, come accaduto nella seconda metà degli anni ’80, sempre in prossimità e su pressione di grandi eventi sportivi, i mondiali di sci nordico 1991 allora con la costruzione della strada di fondovalle, SP 232, si impone un progetto unico. Anche allora le associazioni ambientaliste e i comitati locali avevano avanzato proposte alternative, nemmeno prese in considerazione (Tesero, assemblea 2 agosto 1988). Oggi ci troviamo con il paesaggio di fondovalle di Fiemme definitivamente sconvolto, caratterizzato da una urbanizzazione sconcertante (area industriale di Molina di Fiemme, depuratore e CRM in loc. Bedoina, stazione intermedia della cabinovia del Cermis e relativi parcheggi, la minaccia di costruzione di un campeggio di lusso a Masi, l’area artigianale della Podèra di Masi, la zona industriale di Lago di Tesero, il centro del fondo e relative strutture di supporto, la possibilità della imposizione di un nuovo ospedale, senza che il problema del traffico negli abitati storici di mezza costa sia stato risolto. A dimostrazione di queste affermazioni sta la impellente necessità di trovare soluzioni di mobilità alternative

Una spesa tanto significativa, 90 milioni di euro sono al momento previsti, cinque anni prima di parlava di 40 milioni, poi lievitati a 60, dovrebbe portare a soluzione quasi totale, comunque soddisfacente del tema della mobilità nelle valli di Fiemme e Fassa. Come si vedrà i dubbi sull’efficacia del risultato rimangono solidi.

Gli obiettivi del progetto che ci sono stati illustrati sono:

–  snellire il traffico nelle valli per diminuire l’utilizzo dell’auto privata a vantaggio del servizio su gomma di trasporto pubblico;
–  si è puntato su tre aspetti: rapidità – regolarità del servizio – minori ritardi elevati. Tutto questo dovrebbe nel tempo, auspicabilmente breve, fidelizzare l’utenza.

Quanto viene condiviso

Vanno messi in rilievo gli aspetti positivi della iniziativa.

Si investe nel trasporto pubblico; si passa da un servizio di oggi per complessivi 0,9 milioni di chilometri annui nelle due valli a 1, 8 milioni, il raddoppio netto.
Si acquistano mezzi a minimo consumo energetico come i mezzi a biometano, il 53% della nuova flotta, e a zero emissioni come gli autobus elettrici 45%. I costi di acquisto sono notevoli, si aggirano sui 20 milioni di euro. Si tratta di 42 mezzi.
Si arredano le stazioni di fermata capaci di offrire un servizio certo e di pieno rispetto ai portatori di handicap motori e anche ai non vedenti, le stazioni saranno di tipo tranviario.
La scelta di installare semafori che offrano priorità di transito al trasporto pubblico è positiva. Forse la quantità (72 postazioni) è eccessiva e rischia di portare problemi importanti alla fluidità del traffico privato.

 

Le criticità rilevate.

Intervenire su un tema strategico solo perché spinti dall’evento olimpico è deprimente vista la presenza della criticità affrontata lunga diversi decenni. Da tempo amministrazioni pubbliche e associazioni delle valli dell’Avisio sostengono proposte di mobilità più efficiente e chiedono soluzioni definitive che superino in buona parte l’uso della mobilità privata con auto.

Il progetto è limitato. Nasce con una visione ristretta centrata sulle due valli dell’Avisio trascurando la valle di Cembra e i rapporti di mobilità con l’Alto Adige; il tutto non è minimamente inserito nel contesto della mobilità pubblica e privata della Provincia e dell’asse del Brennero. Men che meno con gli aeroporti Catullo di Verona (del quale la Provincia è azionista) e di Bolzano.

Non è più pensabile procedere con progettazioni che consumino suolo, nelle maggioranza delle situazioni interessate al potenziamento della rete viaria o di costruzione di nuovi parcheggi vengono coinvolte aree pregiate destinate a verde agricolo primario. Nella conferenza si è detto che il consumo di suolo libero sarà limitato a 5 ettari. Solo i parcheggi destinati ad accogliere 3000 veicoli consumeranno perlomeno 7 ettari, oltre i 5 ettari il consumo di suolo libero destinato per le terze corsie.

Alcune ristrutturazioni di stazioni migliorano la situazione, si pensi a Cavalese e Predazzo. Sono invece discutibili le previste altre due stazioni di ricarica di Sèn Jan e a Penia.

Si sono proposte delle linee colorate. La linea rossa rimarrebbe attiva tutto l’anno, lunga 70,3 Km, partirebbe dalla stazione ferroviaria di Ora per arrivare a Penia: avrà cadenzamento orario dalle 5 del mattino alle ore 20.00. Tale linea non serve Molina di Fiemme (nemmeno si è previsto un servizio locale), si evitano i centri abitati di Cavalese e quello di Predazzo, a Tesero in piazza Cesare Battisti vi saranno problemi dovuti alla recente ristrutturazione motivata come servizio alla collettività e zona ricreativa, non ci sono fermate nell’area artigianale di Pera oltre ad altre strategiche, quelle di Moena, trascurando l’importanza delle zone produttive di Ziano, Lago, Molina di Fiemme. La linea non dialoga con il presente servizio della Provincia di Bolzano della SAD Ora – Cavalese. Proprio prendendo spunto da questo limite non si comprende la scelta di non servire il centro abitato di Predazzo. Non vengono specificati eventuali e necessari accordi con l’amministrazione comunale di Tesero per il servizio presso loc. Piera.

La linea definita verde presuppone una validità annuale, un cadenzamento sull’intera giornata con orari sfalsati di trenta minuti dalla linea rossa. Il percorso va da Castello di Fiemme a Penia. In periodo estivo sarà potenziata fino a servire Molina. Non si comprende perché non debba servire il centro abitato di Cavalese come del resto risulta incomprensibile la soppressione del tragitto nel periodo invernale.

La linea blu dovrebbe diventare permanente visto che è l’unica che con alcune corse collega Molina di Fiemme attraverso la SP 232 e si dirige in via diretta a Predazzo attraversando le locali aree produttive. Con validità solo estiva avrà un cadenzamento di dieci minuti, ma solo da Predazzo a Penia. Nel tratto di Fassa avrà 8 passaggi/ora come rinforzo estivo. A nostro avviso la linea blu è strategica perché insiste sulla strada di fondovalle. Non si trova alcun accenno riferito alla necessità di mobilità degli abitanti della val di Cembra e di Capriana. Come del resto viene sottostimato il bisogno di servizio pubblico efficiente per le zone industriali che occupano più di 600 dipendenti e per le stazioni sciistiche del Cermis a Cavalese, del Latemar a Predazzo e dello stadio del fondo a Lago. Totalmente dimenticato un servizio pubblico fondamentale come l’Ospedale di Fiemme o di accesso alle RSA, sia in Fiemme che in Fassa.

Nell’insieme si riscontra tanta confusione, probabilmente un’inadeguata conoscenza dei bisogni effettivi di mobilità degli abitanti delle due valli. Lo stanno a dimostrare l’ideazione di tre tipologie di fermate, le Gold, 38 stazioni, le Silver 22 fermate, le Bronze 20 fermate. Nelle Silver e nelle Bronze non ferma la linea rossa. E’ auspicabile che tali scelte trovino migliore spiegazione o vengano riviste in sede delle prossime progettazioni.

 

I parcheggi

–  I parcheggi tra nuovi e ampliamenti previsti saranno 10. Alcuni di questi vengono ritenuti utili, anche come interscambio delle auto per il servizio Brt. Altri invece risultano incomprensibili, se non proprio inconcepibili. Saranno costruiti con fondo drenante e accompagnati da adeguata piantumazione. Alcuni vengono definiti rimovibili nel tempo in quanto, è stato spiegato, un parcheggio a livello del suolo si può agevolmente ripristinare. I dubbi a riguardo rimangono forti: una volta strutturata un’area non esiste venga riportata a naturalità. Altra incongruenza. Alcuni parcheggi vengono definiti permanenti, altri temporanei. Difficile comprendere il senso di una simile pianificazione, o una infrastruttura è utile o è superflua.

–  Il nuovo parcheggio presso la Stazione del Cermis viene definito permanente. Già oggi l’area non eccelle, né nella gestione, né nel deprimente spettacolo che offre. Per buona parte dell’anno gli spazi già ampi rimangono vuoti, in altre coperti da camper. Tale parcheggio troverebbe una espansione di altri 1,7 ettari. Siamo in una zona delicata, un ambito fluviale già oggi impoverito da interventi sconsiderati del recente passato. Se da previsione vi passa solo la linea blu in periodo olimpico a chi servirebbe un simile potenziamento?

–  Risulta incomprensibile il potenziamento del parcheggio presso l’autostazione di Cavalese. Un’area già degradata da scelte del passato, anche recente, che hanno visto il paese impoverirsi di zone verdi di alta qualità quali il parco delle bocce e il vicino parco della Pieve.

–  Il parcheggio definito temporaneo a Lago di Tesero andrebbe ad invadere un’area agricola di pregio, senza dubbio è più utile rimanga destinato a servizio dell’agricoltura che non essere destinata a deposito temporaneo di auto.

–  Il parcheggio previsto a Ziano è descritto come area permanente di scambio: non si comprendono le ragioni di questo parcheggio, quindi consegue non ve ne sia necessità.

–  I parcheggi di aree A e B dello Ski Center Latemar sono esistenti, vanno riqualificati senza ulteriori estensioni. Nelle pochissime giornate di riempimento di parcheggi (10 all’anno?) è sufficiente un’adeguata azione di polizia stradale per evitare un malcostume diffuso e accettato dalle istituzioni: il diffondersi dei parcheggi abusivi e pericolosi lungo la SS 48.

–  I parcheggi previsti a Mezzavalle, sia da una parte che dall’altra della SS 48, non hanno senso, sono definiti parcheggi di attestamento. Invadono uno un piazzale di deposito legnami appena ristrutturato con costi pubblici importanti, quindi area forestale, di proprietà della Regola feudale di Predazzo, ampio 1,28 ettari. Al di là della attuale emergenza Vaia e bostrico in tempi medi dove depositerà il suo legname il Feudo? In un nuovo piazzale? Per l’altro parcheggio, a sud, è di una evidenza totale la sua inutilità. Ambedue i parcheggi costringono l’ospite e il residente a utilizzare il proprio mezzo privato per accedervi.

–  Si condivide invece la scelta, questa si strategica e attesa da anni, del parcheggio in loc. Prà del Tin a Cavalese.

 

Le infrastrutture

A nostro avviso è doveroso sopprimere l’incrocio a raso sul ponte da Masi verso Cavalese: il ponte va demolito esistendo poco a Nord un passaggio sicuro e ben strutturato. Non si reca alcun disturbo e aggravio di mobilità alla popolazione residente ai Masi, anzi, finalmente, dopo tante attese e incidenti anche gravi, è venuto il momento di investire in sicurezza.

Ci sono poi una serie di domande alle quali nelle relazioni non si è fornita risposta:

–  Per quanti giorni l’anno si occuperanno i parcheggi? Non è stato fornito alcun dettaglio nel merito;

–  Quali sono i flussi di traffico accertati, in stagione e fuori stagione, tali da giustificare un simile appesantimento di infrastrutture?

–  Perché nella progettazione dei servizi di trasporto si sono trascurate le aree industriali e artigianali, come pure il servizio, dovuto, all’Ospedale di Fiemme e alle RSA? Il nuovo ospedale graviterà nella localizzazione attuale oppure verrà decentrato in uno dei posti meno idonei del fondovalle?

–  Come potranno trovare agevolazione ed efficacia di risposta in questo sistema di mobilità pubblica i bisogni dei lavoratori pubblici e privati, il mondo degli artigiani e trasporto merci e materiali, il traffico di transito nelle valli?

–  I parcheggi come saranno regolati, a pagamento, gratuiti, disponibili solo per chi usufruisce del biglietto di trasporto pubblico?

–  Quali saranno i costi dei gestione annuali dell’intero sistema?

–  La velocità media del trasporto pubblico quale risulterà essere? Funzionale o meno allo scorrimento del traffico?

 

 

Altre criticità

Lo abbiamo già detto. In questi anni consumare suolo libero da infrastrutture è inconcepibile. Specie in alta quota, in valli strette (in Fassa vi sono passaggi che da est a ovest non superano i 100 metri lineari). Nonostante questo impegno più volte ribadito dalla Provincia Autonoma si sarebbe deciso di proporre tratti di nuova viabilità, le terze corsie agevolate, per un totale di 12,5 Km di percorso rivolto ai mezzi pubblici costruite a tratti per poi ritornare sulla sede stradale della statale delle Dolomiti.

 

I sei tratti, a salire e scendere previsti sono:

Ziano – Predazzo, Predazzo – Mezzavalle, Forno – Moena, Soraga – Sèn Jan, Pera – Mazzin – Campestrin, Campestrin – Fontanazzo – Campitello: il consumo di suolo supera i 5 ettari.

I tempi annunciati

Si è prevista questa tabella di marcia. Entro ottobre 2022 l’approvazione del documento di progettazione preliminare. Entro novembre 2022 la verifica di assoggettabilità a VIA screening. Per l’estate 2023 l’approvazione del progetto esecutivo. Nell’autunno del 2023 ci dovrebbe essere la gara d’appalto appalto e a seguire l’immediata consegna dei lavori. Per l’autunno del 2025 la fine lavori. Ci sono tutte le premesse perché questi tempi non vengano rispettati. A tutti i soggetti interessati, istituzioni pubbliche, associazionismo imprenditoriale e sindacale, volontariato sociale e ambientalista, va offerta una nuova opportunità di approfondimento serio e partecipato del tema della mobilità nelle valli di Fiemme e Fassa.

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Il Consiglio direttivo Italia Nostra del Trentino Sezione trentina

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