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ISTAT * TURISMO: «2023 ANNO RECORD, 133,6 MILIONI DI ARRIVI E 447,2 MILIONI DI TURISTI / NORD-EST, VENETO PREFERITO CON 72 MILIONI DI PRESENZE / BOLZANO 36,1 / TRENTO 19,1»

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12.41 - mercoledì 27 novembre 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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2023: anno record per il turismo in Italia. Nel 2023 il turismo in Italia, con 133,6 milioni di arrivi e 447,2 milioni di presenze registrate negli esercizi ricettivi, non solo ha lasciato alle spalle gli anni bui della pandemia ma ha raggiunto un nuovo record storico, superando il precedente picco assoluto raggiunto nel 2019, con 131,4 milioni di arrivi e 436,7 milioni di presenze.

Rispetto al 2022 i flussi turistici sono aumentati del 12,8% in termini di arrivi (+15,1 milioni di persone registrate negli esercizi ricettivi) e dell’8,5% in termini di presenze (+35,2 milioni di pernottamenti).
Il 2023 è segnato anche dalla forte ripresa della componente straniera, la quale in termini di presenze è tornata a rappresentare oltre la metà della domanda turistica (il 52,4% del totale). Le presenze dei clienti stranieri sono stati infatti 234,2 milioni, a fronte di 213 milioni di presenze dei turisti residenti in Italia.
La clientela estera è quella che ha più contribuito alla crescita dei flussi sia rispetto al periodo pre-pandemico sia nel più breve periodo. Rispetto al 2022 la componente inbound è aumentata del 23,2% in termini di arrivi e del 16,5% in termini di presenze, mentre l’incremento della componente domestica è decisamente più contenuto e pari al 3,7% per gli arrivi e solo all’1% per le presenze.

Rispetto al 2019, invece, la componente straniera ha ammortizzato e recuperato interamente lo shock del periodo pandemico, facendo registrare variazioni positive in termini sia di arrivi (+4,4 %) sia di presenze (+6,1%), mentre la componente residente ancora non è riuscita a tornare ai livelli del 2019 e mostra variazioni negative, pari rispettivamente a -0,9% per gli arrivi e -1,4% per le presenze.

Riguardo alla tipologia di struttura ricettiva, se l’incremento rispetto al 2022 ha riguardato sia gli esercizi alberghieri (+12,4% gli arrivi e +9,0% le presenze) sia gli esercizi extra-alberghieri (+13,7% gli arrivi e +7,8% le presenze), l’andamento rispetto al 2019 mostra invece performance differenti: una crescita sostenuta dei flussi turistici negli esercizi extra-alberghieri (+19% gli arrivi e +10,3% le presenze) e, di contro, un settore alberghiero che non è ancora tornato allo scenario pre-pandemico, con un saldo di arrivi e presenze ancora di segno negativo (pari rispettivamente a -4,2% e -2,0%).

 

L’Italia cresce più della media Ue

Complessivamente, nel 2023, il numero delle notti trascorse dai turisti nelle strutture ricettive dell’Ue ha superato 2,9 miliardi ed è aumentato del 6,8% rispetto al 2022. Se il turismo è tornato a crescere in Europa, in Italia è cresciuto più della media Ue (+8,5% le presenze rispetto al 2022 contro il +6,8% della media Ue27), portando il nostro Paese al terzo posto nella classifica dei partner europei in termini di presenze totali. Le presenze negli esercizi ricettivi italiani rappresentano infatti il 15,2% del totale della Ue27 e sono inferiori solo a quelle della Spagna (485 milioni di presenze) e della Francia (460 milioni di presenze). Considerando esclusivamente la componente estera, l’Italia, con 234,2 milioni, risulta seconda solo alla Spagna, che supera i 300 milioni di presenze di clienti stranieri.

 

Nei mesi estivi il picco delle presenze

I flussi turistici, sia dei clienti domestici che stranieri, si concentrano principalmente nei mesi estivi: nel periodo compreso tra giugno e settembre 2023 gli esercizi ricettivi hanno ospitato circa 262 milioni di presenze, pari al 58,6% delle presenze dell’intero anno. In particolare, negli stessi mesi si sono concentrati il 60,3% delle presenze annuali dei clienti residenti (pari a 128,5 milioni) e il 57,0% delle presenze annuali dei turisti stranieri (133,4 milioni).

La domanda straniera è dunque solo lievemente meno caratterizzata da fenomeni di concentrazione stagionale e, in particolare, esprime una quota consistente di presenze anche nei mesi di maggio e ottobre: circa 41,6 milioni di presenze in questi due mesi contro i 21,5 milioni di presenze dei clienti residenti.

Nel 2023 la concentrazione delle presenze nel periodo estivo è tornata praticamente ai livelli registrati nel 2019 (59,5% le presenze annuali totali nel quadrimestre in esame e, rispettivamente, 58,0% e 61,1% quelle relative alla componente inbound e a quella domestica). Nel triennio 2020-2022 tale concentrazione aveva invece raggiunto picchi più elevati, superando quote del 70,0% nel 2021 per entrambe le componenti della clientela, come conseguenza degli effetti legati alla pandemia da Covid-2019 (allentamento delle restrizioni agli spostamenti nei mei mesi estivi, percezione dei mesi più caldi come periodo più sicuro,…).

 

Nord-est il territorio preferito dai turisti

Con 176,2 milioni di presenze, pari a oltre un terzo (il 39,4%) del totale nazionale, il Nord-est si conferma anche nel 2023 la ripartizione geografica italiana preferita dai turisti, sia italiani (76 milioni di presenze domestiche, pari al 35,7% del totale delle presenze dei clienti residenti), ma ancor di più stranieri (oltre 100 milioni di presenze di non residenti, pari al 42,8% del totale presenze estere).
Il Centro si colloca al secondo posto: gli esercizi ricettivi di questa ripartizione hanno registrato circa 109 milioni di presenze, pari al 24,3% del totale nazionale.

Rispetto al 2022, i flussi turistici crescono in tutte le ripartizioni, ma i valori più elevati e superiori alla media nazionale (+8,5%) sono al Centro e al Sud (rispettivamente +14,2% e +10,6%).
La regione preferita dai turisti è il Veneto (circa 72 milioni di presenze turistiche), seguita dal Trentino-Alto Adige, con la provincia autonoma di Bolzano/Bozen (36,1 milioni di presenze) e la provincia autonoma di Trento (19,1 milioni di presenze), dalla Toscana, dal Lazio e dalla Lombardia (tutte oltre i 40 milioni di presenze turistiche).

La distribuzione delle presenze evidenzia differenze significative tra la clientela residente e quella non residente. La regione preferita dai clienti stranieri è il Veneto, seguono Trentino-Alto Adige (in particolare la provincia autonoma di Bolzano/Bozen), Lazio, Lombardia e Toscana, territori in cui si concentrano quasi 186 milioni di presenze. La regione preferita dalla clientela residente è invece l’Emilia-Romagna, seguita da Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana.

Rispetto al 2022, in tutte le regioni le variazioni delle presenze sono positive, con la sola eccezione della Sardegna (-3,4%). Crescono soprattutto Lazio, Molise e Campania (rispettivamente +27,2% nel Lazio, +19,2% Molise e +16,6% Campania).
Alcune regioni hanno superato ampiamente il livello delle presenze del periodo pre-Covid (Lazio, Molise e Abruzzo superano del 10% i valori del 2019), altre, invece, sono ancora lontane dagli standard pre-pandemici (tra queste soprattutto le regioni del Mezzogiorno: Calabria -14,8%; Basilicata -7,2%; Campania -6,0%; Sardegna -6,2%).

 

Roma mantiene il primato dei turisti stranieri

La Capitale si conferma, anche nel 2023, la principale destinazione dei flussi turistici. Con circa 37,3 milioni di presenze, che rappresentano l’8,3% del totale nazionale (5,2% della clientela residente e 11,2% di quella non residente), Roma ha recuperato e superato ampiamente i valori registrati nel 2019 (+6,3 milioni di presenze, equivalente a una variazione del 20,3%).

Al secondo posto per numero di presenze è Venezia (con 12,6 milioni di presenze), seguita da Milano (circa 12,5 milioni). Firenze è il quarto comune più visitato d’Italia con oltre 8,9 milioni di presenze.
Tra i primi 10 comuni italiani per presenze quattro sono localizzati in prossimità di Venezia e della sua laguna: Cavallino-Treporti, Jesolo, San Michele al Tagliamento e Caorle.

Napoli guadagna posizioni rispetto al diciassettesimo posto del 2022 raggiungendo la dodicesima posizione nella graduatoria e con oltre 3,6 milioni di presenze si classifica come primo comune del Sud.
Accanto alle grandi città e alle mete turistiche più conosciute a livello internazionale, tra i primi 50 comuni per numero di presenze alcuni sono di dimensioni demografiche modeste, come ad esempio Lazise, Lignano-Sabbiadoro, Bardolino, Castelrotto/Kastelruth, Castiglione della Pescaia, Grado, Selva di Val Gardena/Wolkenstein in Gröden, Livigno, Badia/Abtei e Sirmione: tutti comuni con meno di 10mila residenti, ma con oltre 1 milione di presenze turistiche.

Nel complesso nei primi 50 comuni italiani in graduatoria – localizzati principalmente nell’Italia settentrionale – si concentrano 185,9 milioni di presenze turistiche, il 41,6% del totale nazionale. In particolare, queste destinazioni assorbono circa un terzo delle presenze della componente residente della clientela (32,6%) e poco meno della metà (49,7%) di quelle dei turisti stranieri.

 

Posti letto occupati con picchi di stagionalità nelle località marine e montane

Gli indicatori che misurano il grado di occupazione mensile dei posti letto e il livello di stagionalità dei flussi turistici evidenziano come anche nei 50 comuni più turistici descritti in precedenza la pressione turistica si manifesti con intensità molto diverse a seconda del contesto.
I valori dell’indicatore di occupazione mensile dei posti letto confermano e permettono di apprezzare infatti le forti differenze tra le località costiere e montane rispetto alle città d’arte e alle grandi città italiane: se le destinazioni di mare e montagna tendono a massimizzare l’occupazione durante l’alta stagione, le città sono tendenzialmente attrattive tutto l’anno e presentano picchi più moderati, con una domanda turistica maggiormente distribuita.

Nello specifico, per quanto riguarda i valori di occupazione mensile dei posti letto, le località balneari mostrano i picchi assoluti più elevati (>80%), come prevedibile, nei mesi estivi (luglio e agosto); tra queste vi sono Forio (95,8%) e Ischia (87,5%), Cesenatico (84,7%), Riccione (82,2%) e Cervia (81,9%). Anche tra le località montane, comuni quali Castelrotto/Kastelruth (85,9%), Selva di Val Gardena/Wolkenstein in Gröden (88,9%) e Livigno (67,9%) hanno valori massimi di occupazione molto elevati, raggiungendo il picco in febbraio, durante la stagione sciistica. Le grandi città presentano, invece, tutte picchi di occupazione mensile dei posti letto più contentui, compresi tra il 40 e il 60%, e non sempre in corrispondenza dei mesi estivi: Napoli (57,4%), Venezia (54,6%), Roma (53,2%), Firenze (49,4%), Torino (46,7%) e Milano (41,5%).

Esaminando questo indicatore congiuntamente al valore del range (ottenuto come differenza tra il tasso massimo e minimo di occupazione mensile dei posti letto) risulta evidente e confermata un’occupazione dei posti letto più uniforme e stabile nel corso dell’anno per le grandi città (valori più bassi del range), mentre nelle località balneari e montane essa raggiunge picchi mensili sia massimi che minimi notevoli, che si riflettono in un range più ampio ed evidenziano una concentrazione dei flussi turistici in specifici periodi dell’anno, mentre in altri periodi i posti letto restano in gran parte non occupati (senza considerare se le strutture ricettive siano aperte o chiuse) .

L’indice di stagionalità conferma e rafforza quanto evidenziato: le grandi città, come testimoniano valori dell’indicatore di stagionalità inferiori al 30% (la media italiana è pari al 59,3%), mantengono un flusso di turisti tendenzialmente in tutto il corso dell’anno e dimostrano una capacità di attrazione indipendente dalle stagioni.

Molte località costiere (in particolare Vieste, Cattolica, Bellaria-Igea Marina, San Michele al Tagliamento, Caorle, Cervia, Liquano Sabbiadoro, Castiglione della Pescaia, Jesolo e Riccione), caratterizzate da una vocazione turistica balneare, hanno un valore dell’indice particolarmente alto, sopra i 100 punti, segno di una domanda turistica fortemente concentrata in pochi mesi (l’estate) e una variabilità notevole rispetto alla media annuale. Meno stagionali risultano Rimini, Forio, Ischia e Sorrento (indicatore tra 100 e 65), mete non legate al solo turismo balnerare. In generale i comuni lacuali, montani e termali hanno una stagionalità intermedia: il turismo è comunque concentrato nei periodi invernale e/o estivo, ma con minore intensità rispetto alle località balneari.

 

Confermata la capacità attrattiva dei brand turistici territoriali

Il turismo è un fenomeno in cui la componente territoriale rappresenta un elemento fondamentale e, all’interno del panorama nazionale, si distinguono aree caratterizzate da forti specificità, riconosciute e apprezzate a livello nazionale e internazionale: i cosiddetti “Brand turistici territoriali”.

L’Istat individua attualmente 22 Brand turistici tra i luoghi che rappresentano destinazioni e segmenti di mercato tipici e unici, che sono comunemente riconosciuti nell’immaginario collettivo perché caratterizzati da elementi ambientali, culturali e paesaggistici fortemente identitari e distintivi. Coprono poco meno di 800 comuni italiani e rappresentano quasi il 9% della popolazione italiana eppure, dal punto di vista turistico, esprimono il 30% sia dell’intera capacità ricettiva italiana in termini di posti letto sia delle presenze nazionali (2023).

Quasi tutte le aree osservate hanno registrato nel 2023 un incremento dei flussi turistici rispetto all’anno precedente e gran parte di esse (15 su 22) hanno realizzato volumi di presenze turistiche superiori o comunque in linea con quelli del 2019.

In generale, sono migliori le performance in Costiera sorrentina e Capri, Costiera amalfitana, Val di Fassa e Val di Fiemme, Cinque Terre: nel 2023, le presenze in questi quattro Brand turistici non solo sono aumentate rispetto al 2022 e al 2019, ma hanno registrato una crescita superiore alla media nazionale. All’opposto si collocano la Gallura e Costa Smeralda e il Cilento, con variazioni negative di presenze 2023, sia rispetto al 2022, sia rispetto al 2019.

I maggiori incrementi delle presenze nel 2023 rispetto al 2022 riguardano la Costa degli Dei (+17%), che però non ha ancora recuperato il livello del 2019 (-2,8%), la Costiera sorrentina e Capri (+13,2%), la Costiera amalfitana (+12,8%), la Val di Fassa e Val di Fiemme (+9,5%) e le Cinque Terre (+8,7%).
Rispetto, invece, al periodo pre-pandemico i Brand con un maggiore incremento delle presenze (variazioni superiori al 10%) sono le Cinque Terre (+13,4%), il Salento (+12,7%), la Valle d’Itria (+12,4%) e il Lago Maggiore (+10,9%). Seguono, con aumenti di presenze superiori alla media nazionale (+2,4%), la Val Gardena, la Maremma toscana e laziale, la Val Pusteria, il Lago di Garda, le Langhe e Roero, la Val di Fassa e Val di Fiemme, la Costiera amalfitana, il Lago di Como, la Riviera dei fiori e la Costiera sorrentina e Capri.

 

Tedeschi gli stranieri più numerosi

Nel 2023, le presenze estere sono poco più di 234 milioni: ben 13,5 milioni in più rispetto al 2019, anno in cui era stato raggiunto il picco storico (220,7 milioni di presenze straniere). La Germania è storicamente il principale Paese di provenienza dei turisti stranieri ospiti in Italia. Nel 2023 i cittadini tedeschi hanno trascorso negli esercizi ricettivi italiani 63,1 milioni di notti: una quota pari al 27,0% del totale delle presenze dei turisti non residenti. Seguono, con percentuali decisamente inferiori, i turisti provenienti dagli Stati Uniti (9,1% del totale presenze estere), dalla Francia, dal Regno Unito (con quote intorno al 6%) e quelli provenienti da Svizzera e Liechtenstein, Paesi Bassi e Austria (circa 5%).

Rispetto al 2022, aumentano in valore assoluto soprattutto i turisti provenienti dagli Stati Uniti (+6,1 milioni di presenze), dall’Australia (+2,3 milioni), dalla Polonia (2,1 milioni), dalla Germania (1,8 milioni) e dalla Cina (1,7 milioni). In proporzione, gli incrementi maggiori si registrano per i clienti provenienti da Giappone (+218,6%), Cina (+211,6%) e Australia (+147,9%), Paesi ai quali, però, corrispondono quote sulle presenze totali dei non residenti piuttosto basse (inferiori al 2%).

 

Prenotazioni online dei pernottamenti: al top Lazio, Toscana e Lombardia

Per quanto riguarda gli esercizi ricettivi individuati dalla classificazione ATECO come “alloggi per vacanze e altre strutture per brevi soggiorni” (codice 55.2), le presenze turistiche rilevate dalle indagini statistiche dell’Istat e quelli ricavabili dalle informazioni fornite dalle quattro principali Piattaforme (Platform) di prenotazione digitale di alloggio, sebbene siano fonti di natura estremamente diversa , descrivono un andamento sostanzialmente simile e coerente.

Entrambe le fonti evidenziano nel 2019 una crescita dei pernottamenti nel periodo compreso dal 2018 al 2023, (+15% secondo la fonte Platform e +2%, rispetto al 2018, secondo la statistica ufficiale), il successivo crollo causato dagli effetti della pandemia da Covid-19, e la progressiva ripresa iniziata nel 2021 e proseguita negli anni successivi. Nello specifico, i valori della statistica ufficiale sono più alti rispetto a quelli di fonte Platform ma la differenza tende a ridursi soprattutto nell’ultimo biennio.

Il confronto tra le due fonti, oltre a confermare in modo coerente l’andamento del fenomeno, è utile poiché nel dettaglio territoriale evidenzia una differente geografia della distribuzione dei pernottamenti. Se, infatti, le presenze complessive che risultano dalle statistiche ufficiali del 2023 vedono nettamente al primo posto il Veneto (20,7% delle presenze nazionali), seguito da Toscana (14,1%), Lazio (9,6%) e Trentino-Alto Adige (9,5%), le prenotazioni effettuate attraverso le quattro piattaforme premiano soprattutto il Lazio (13,5% delle presenze), la Toscana (13,3%) e la Lombardia (13,0%), mentre il Veneto comparirebbe solo al quinto posto (con il 9,1%), preceduto dalla Sicilia (con il 9,5%). Tali differenze possono essere ricondotte non solo ai diversi modelli di offerta turistica a livello locale, con una diversa copertura regionale dell’offerta ricettiva sulle piattaforme, ma anche alla maggiore incidenza in alcune regioni di tipologie di alloggio “non tradizionali”, non considerate ai fini delle statistiche ufficiali, come gli appartamenti privati e gli alloggi non ufficialmente registrati.

Anche il peso della componente estera misurato dalle due fonti è differente: risulta maggiore dai dati delle Platform (il 73,9 per la fonte Platform e il 52,4% per i dati Istat nel 2023) e indica una maggiore propensione della clientela internazionale a prenotare l’alloggio tramite piattaforme digitali.
In particolare, in base ai dati Platform alcune regioni si distinguono per un peso della componente estera molto elevato (superiore al’80% del totale), tra queste il Lazio (85,2%), il Veneto (84,3%) e la Lombardia (81,5%). Altre regioni particolarmente attrattive per il turismo inbound sono la Toscana (78,7%), la Campania (76,7%) e la Liguria (74,3%), con valori superiori alla media nazionale (73,9%).

Al contrario, altre regioni come Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, Basilicata, Calabria e Marche accoglierebbero in modo prevalente una clientela domestica, e l’Abruzzo e il Molise supererebbero il 60% di clienti nazionali.
Per entrambe le fonti, i turisti provenienti da Germania, USA, Francia e Regno Unito sono ai primi posti per numero di presenze, con alcune differenze nelle posizioni successive. Secondo la fonte Istat, seguono i turisti provenienti da Svizzera e Liechtenstein e dai Paesi Bassi. Queste prime sei nazionalità rappresentano il 57,4% delle presenze totali estere.

Invece, dai dati delle Platform, seguono i turisti polacchi e quelli provenienti da Svizzera e Liechtenstein. Le prime sei nazionalità rappresentano il 54,8% del totale delle presenze estere per le Platform. Una differenza significativa tra le due fonti è il peso dei turisti tedeschi, che risulta essere più elevato nei dati Istat (27,0%) rispetto ai dati delle Platform (16,4%). Inoltre, tra le “altre nazionalità”, la quota dei turisti spagnoli è più elevata nei dati delle Platform (4,2%) rispetto ai dati Istat (2,6%).

 

Aumentano gli occupati nell’industria del turismo

Secondo i dati dell’Indagine sulle Forze di lavoro, nel 2023 gli occupati impiegati nelle attività produttive legate principalmente al turismo (servizi di alloggio, di trasporto aereo passeggeri, di agenzie di viaggio, tour operator e altri servizi di prenotazione ed attività connesse) hanno registrato un incremento significativo rispetto al 2022 pari all’8,7% e passano da 534mila (media dei quattro trimesti) a 385mila unità (media dei quattro trimestri) (Prospetto 6), +1,2% rispetto ai livelli pre-pandemici del 2019.
Considerando l’intera industria turistica allargata (che comprende, quindi, anche le attività di ristorazione, trasporto passeggeri ferroviario, marittimo e su strada, noleggio di mezzi di trasporto, culturali e ricreativo-sportive) l’aumento degli occupati è pari a quasi 111,5mila unità (+5,8%) rispetto al 2022.

 

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