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ISTAT * RIFIUTI URBANI – 2020: « È IN TRENTINO LA QUOTA PIÙ ALTA DI RACCOLTA DIFFERENZIATA (76,7%), RISPETTO AL 63,0% NAZIONALE »

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11.49 - venerdì 11 novembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Nel 2020 diminuisce la produzione di rifiuti urbani rispetto al 2019, mentre raggiunge il 63% la quota di raccolta differenziata che nel 2019 era pari al 61,3%.  Sono più del 90% le famiglie che dichiarano di aver sempre effettuato la raccolta differenziata nel 2021 (91,8% per la carta, 90,8% per la plastica e 91,1% per il vetro).

In crescita anche la differenziazione dell’umido/organico (86,7% dall’83,9% del 2018), quella dell’alluminio (81,3% dal 71,3%), la raccolta costante di farmaci (84,8% dal 48,2%) e di batterie (52,8% dal 45,6%).

 

In calo i rifiuti urbani, rallenta la crescita della differenziata

Nel 2020, i rifiuti urbani prodotti in Italia, rilevati dal catasto rifiuti dell’Ispra, sono stati pari a 28,9 milioni di tonnellate. Dalle elaborazioni effettuate, i rifiuti urbani risultano il 3,6% in meno rispetto al 2019, passando da 502,7 a 487,0 kg per abitante. Il calo nella produzione dei rifiuti urbani è da attribuire soprattutto alle restrizioni di contrasto ai rischi pandemici che hanno caratterizzato il 2020. La flessione si è verificata in tutte le ripartizioni, in modo più consistente nel Centro (-5,4%), seguono Nord (-3,4%) e Mezzogiorno (-2,6%).

La raccolta differenziata raggiunge il 63% del totale dei rifiuti urbani nel 2020, 1,8 punti percentuali in più rispetto al 2019. Tuttavia, la crescita rallenta rispetto all’aumento medio annuo rilevato nel triennio precedente (+2,9 punti percentuali).

Nel Nord-est si producono maggiori quantità di rifiuti urbani (540,6 kg per abitante) ma nel contempo si raggiunge la quota più elevata di raccolta differenziata (73,3%). Seguono il Centro (521,7 kg per abitante), il Nord-ovest (478,8), le Isole (443,6) e il Sud (441,2). Oltre al Nord-est, anche il Nord-ovest, con il 68,7%, supera il target del 65% di raccolta differenziata mentre le altre ripartizioni si attestano decisamente al di sotto: il Centro al 59,2%, il Sud al 55,1% e le Isole al 50,3%. In quest’ultimo caso si rileva però l’incremento maggiore (+3,1 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente).

 

Più progressi nella differenziata nelle regioni con meno rifiuti urbani

A livello regionale, la riduzione nella produzione di rifiuti prodotti si è verificata ovunque, tranne in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste dove la quantità è rimasta stabile. In Calabria e nelle province autonome di Trento e Bolzano-Bozen si rileva il calo più consistente (oltre il 6%).

Le regioni con maggiori quantità di rifiuti urbani pro capite sono Emilia-Romagna (639 kg per abitante; e 72,2% di raccolta differenziata), Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (609,2 e 64,5) e Toscana (583,1 e 62,1). La Calabria è la regione con la più bassa quantità di rifiuti urbani per abitante (381,4 kg per abitante; 52,2% di raccolta differenziata, +4,3 punti percentuali nel 2020 sul 2019). A seguire Molise (366,7 kg per abitante) e Basilicata (343,6), dove si raccoglie in modo differenziato rispettivamente il 55,5% e il 56,4% dei rifiuti urbani (+5,1 e +7,0 punti percentuali rispetto all’anno precedente).

La quota di raccolta differenziata dei rifiuti urbani aumenta in tutte le regioni, fatta eccezione per la provincia autonoma di Trento (-0,9 punti percentuali rispetto al 2019) e la Valle D’Aosta/Vallée d’Aoste (-0,6 punti percentuali). Nonostante il lieve calo, nella Provincia autonoma di Trento si ha la quota più alta di raccolta differenziata (76,7%) e una produzione di rifiuti urbani pro capite inferiore alla media nazionale (486,4 kg per abitante). A seguire il Veneto (76,1% di raccolta differenziata e 476,1 kg per abitante di rifiuti urbani), la Sardegna (74,5% di raccolta differenziata e 444,4 kg per abitante di rifiuti urbani prodotti) e la Lombardia (73,3 e 467,8).

dati sulla produzione di rifiuti urbani sono di fonte Ispra e derivano dal catasto dei rifiuti urbani 2020.

Uno degli obiettivi fissati al 2020 dal programma nazionale di prevenzione dei rifiuti (di cui al decreto direttoriale del 7 ottobre 2013 del MATTM) consiste nella riduzione del 5% della produzione di rifiuti urbani per unità di Pil rispetto ai valori registrati nel 2010, soglia rispettata nel 2017 (-8,5%). Lo scopo del programma, la cui adozione da parte degli stati membri è prevista dal Regolamento 2008/98/CE, è quello di disaccoppiare la crescita economica dall’uso di risorse e dagli impatti ambientali connessi alla produzione dei rifiuti.

L’obiettivo fissato al 2012 per il raggiungimento del 65% della quota di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani prodotti è previsto dall’art. 205 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, così detto testo unico ambientale.

 

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