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ISTAT * REPORT – CONTI ECONOMICI: «NEL 2022 CONTINUA A CRESCERE IL VALORE AGGIUNTO DELLE IMPRESE INDUSTRIALI (+10,2%), E DEI GRUPPI DOMESTICI (+14,3%)»

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10.58 - martedì 15 ottobre 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Nel 2022 continua a crescere il valore aggiunto delle imprese industriali e dei servizi. Nel 2022 le imprese industriali e dei servizi generano un valore aggiunto di poco superiore ai mille miliardi, in crescita, in termini nominali rispetto all’anno precedente, dell’11,3% (+20,0% nelle Costruzioni, +9,7% nell’Industria in senso stretto e +11,2% nei Servizi). Considerando il 2019, ultimo anno pre-crisi pandemica, l’incremento nominale del valore aggiunto è del 21,1%.
Le imprese sono quasi 4,5 milioni con un tasso di crescita del 2,6% rispetto all’anno precedente, in linea con l’incremento registrato nel 2021 (+2,5%). Per l’occupazione dipendente, l’incremento tra il 2022 e il 2021 è del 4,5%.

Rispetto al 2021, in un contesto di generale ripresa dei prezzi alla produzione, crescono fatturato (+22,1%), MOL (+13,8%) e costo del lavoro (+9,0%). La crescita è trainata dalle imprese organizzate in gruppi, che generano il 66,7% del fatturato totale e il 57,3% del valore aggiunto, e crescono rispettivamente del 27,0% e dell’11,6% rispetto al 2021.

 

Occupazione in crescita, in ripresa anche i gruppi domestici

Nel 2022, sono quasi 4,5 milioni le imprese attive nell’industria e nei servizi di mercato e occupano poco meno di 17,7 milioni di addetti (+3,5% sul 2021). I dipendenti sono circa 13 milioni (+4,5% sul 2021).
Il 79,7% delle imprese opera nel settore dei Servizi, occupa il 67,4% degli addetti e produce il 55,7% del valore aggiunto totale, con una crescita dell’occupazione di poco superiore alla media generale (+3,7% per gli addetti; +4,9 per i dipendenti). Il numero di imprese attive operanti nell’Industria in senso stretto è in leggero calo (-0,1%) e l’incremento occupazionale è inferiore alla media generale (+1,6% per gli addetti; +2,0% per i dipendenti). Il settore, per il 2022, realizza circa il 36% del valore aggiunto totale, occupando il 23,7% degli addetti. L’incremento maggiore dell’occupazione, di molto superiore alla media, riguarda il settore delle Costruzioni: +8,0% per gli addetti e +11,6% per i dipendenti. In tale settore opera circa il 12% delle imprese attive, generando l’8,4% del valore aggiunto totale.

Le imprese con oltre 250 addetti (0,1% del totale) mostrano una variazione del +4,0% sia per addetti sia per dipendenti mentre gli incrementi percentuali maggiori, rispetto all’anno precedente, si registrano per le imprese tra 50 e 249 addetti (+6,8% per addetti e +6,7% per dipendenti).

Il 3,7% delle imprese è organizzato in strutture di gruppo (166.175 imprese in 109.167 gruppi), con oltre 6,5 milioni di addetti (+5,1% sul 2021). La crescita occupazionale riguarda tutte le tipologie di gruppi: i gruppi domestici crescono del 5,8%, dopo il calo di addetti dell’1,1% dell’anno precedente; i gruppi multinazionali italiani del 3,7% e le multinazionali estere del 6,0%. Soltanto il 2,2% delle imprese organizzate in gruppi occupa 250 addetti e oltre (il 58,9% del totale addetti nei gruppi), ma arriva a produrre il 58% del valore aggiunto dei gruppi.

Cresce la dimensione media delle imprese appartenenti a gruppi (39,3 addetti contro 39,1 del 2021) mentre per il totale delle imprese attive nell’industria e nei servizi cresce di 0,1 addetti. Per le imprese appartenenti a gruppi multinazionali i valori sono molto più consistenti: la dimensione media oscilla tra 118,1 addetti per le imprese di gruppi con governance estera e 131,2 per quelle dei gruppi con governance italiana. Stabile, sul 2021, la dimensione media dei gruppi domestici (19,5 addetti).

 

Le medie imprese spingono la crescita del valore aggiunto

Nel 2022, per il secondo anno consecutivo dopo il calo dovuto alla crisi pandemica (-10,5% nel 2020 rispetto al 2019), prosegue la crescita del valore aggiunto in termini nominali (+11,3%), consolidando l’andamento positivo fatto registrare l’anno precedente (+21,6%). Il fatturato totale cresce del 22,1% e incrementi rilevanti si registrano anche per il margine operativo lordo (+13,8%) e il costo del lavoro (+9,0%). Si deve, comunque, sottolineare come il 2022 si configuri come un anno con caratteristiche eccezionali per quanto riguarda la ripresa dei prezzi alla produzione, elemento in grado di influenzare i valori degli acquisti e delle vendite di tutti i beni e servizi .

Il confronto rispetto al periodo pre-crisi conferma come siano sempre le imprese appartenenti a gruppi a trainare la crescita del valore aggiunto. In questo caso, sono i gruppi multinazionali italiani a crescere maggiormente (+26,1% 2022 su 2019 e +15,3% 2021 su 2019, in entrambi i casi, unici dati superiori agli incrementi medi) (Figura 1).

L’aumento del valore aggiunto è più elevato per le imprese nella classe 20-49 addetti (+14,1%), influenzato dalla crescita delle imprese appartenenti a gruppi (+16,3%), e per le imprese nella classe 50-249 addetti (+12,8%). L’incremento maggiore riguarda le imprese dei gruppi domestici (+14,3%) mentre le multinazionali italiane crescono del 9,4% e le imprese multinazionali con governance estera del 12,0% (Figura 1).
La crescita del fatturato oscilla tra il 14,0% delle imprese nella classe 0-9 addetti e il 30,2% di quelle nella classe 50-249. Di poco superiore al 24% l’incremento registrato per le imprese nella classe 250 e oltre. Considerando le sole imprese appartenenti a gruppi, gli incrementi sono maggiori rispetto ai valori generali per tutte le classi dimensionali: le piccole imprese crescono del 23,3% mentre la crescita più elevata, in termini di fatturato, si registra nella classe 50-249 (+33,4%).

L’incremento del costo del lavoro è maggiore per le imprese di minori dimensioni: si registra un andamento decrescente a partire dalla classe 0-9 addetti (+13,4%) per proseguire nelle classi dimensionali centrali, con valori sopra la media generale, e arrivare al +5,4% delle imprese con oltre 250 addetti. Il margine operativo lordo aumenta del 20,0% per la classe 20-49 e del 17,2% per le imprese più grandi (250 e oltre). Incrementi inferiori e sotto la media riguardano le sole imprese della classe 0-9 (+13,4%).

 

Il settore delle costruzioni ancora in forte espansione

Nel 2022, così come nel 2021, l’incremento del valore aggiunto rispetto all’anno precedente riguarda tutti i settori, con un risultato particolarmente di rilievo nel comparto delle Costruzioni, che cresce del 20,0% (+25,4% per le imprese appartenenti a gruppi). Nell’Industria in senso stretto la crescita è al di sotto della media (+9,7%), con risultati migliori per le imprese appartenenti a gruppi (+10,3%). Nei Servizi la crescita è nella media (+11,2%) e risulta dell’11,8% per le imprese appartenenti a gruppi.

Rispetto al 2021, il margine operativo lordo nelle Costruzioni cresce del 23,6% mentre il costo del lavoro sale del 16,5%. Nel settore, il 3,5% delle imprese è organizzato in strutture di gruppo, occupa il 17,7% degli addetti e il 25,9% dei dipendenti e realizza il 28,9% del valore aggiunto del comparto. Il margine operativo lordo nell’Industria in senso stretto è in aumento del 14,7% sul 2021 mentre l’incremento del costo del lavoro è del 5,1%. L’8,6% delle imprese nel settore è organizzato in strutture di gruppo che impiegano il 54,4% degli addetti e il 60,1% dei dipendenti. Tali imprese realizzano il 72,6% del valore aggiunto dell’Industria in senso stretto.

Nei Servizi, margine operativo lordo e costo del lavoro crescono rispettivamente dell’11,9% e del 10,5%. Il 3,2% delle imprese fa parte di un gruppo, occupa il 33,3% degli addetti del settore e il 47,9% dei dipendenti e realizza il 51,8% del valore aggiunto dei Servizi. La produttività nominale del lavoro cresce dell’11,1% per le Costruzioni, dell’8% per l’Industria in senso stretto e del +7,3% nei Servizi. La produttività, in generale, è maggiore per le imprese appartenenti a gruppi (quasi 88mila euro contro i 38mila e 300 delle imprese indipendenti) anche considerando la suddivisione in classi di addetti. Lo scarto maggiore continua a essere rilevato per le micro-imprese dove l’indicatore di produttività passa da oltre 120mila euro per le imprese in gruppi a 33mila e 500 per le imprese indipendenti, dato influenzato soprattutto dalle imprese del settore industriale.

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