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ISTAT * BULLISMO E CYBERBULLISMO: « AL VIA LA NUOVA INDAGINE A SETTEMBRE 2023 » (PDF TESTO COMMISSIONI GIUSTIZIA E AFFARI SOCIALI)

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13.14 - giovedì 16 marzo 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Da anni ormai l’Istat presta un’attenzione particolare ai bambini e ai ragazzi attraverso la messa a punto di indicatori specifici nell’ambito di diversi domini statistici demografici e sociali, come quelli relativi alla povertà, all’istruzione, alle competenze digitali e alla povertà educativa. L’Istituto ha, inoltre, sviluppato nel tempo appositi strumenti conoscitivi dedicati ai giovanissimi e ha realizzato indagini campionarie che vedono i ragazzi adolescenti come protagonisti. La possibilità di interpellare direttamente i minori (con opportune cautele legate all’età) rappresenta, del resto, un’importante modalità per verificare in quale misura i loro diritti siano osservati e tenuti in opportuna considerazione1.

Nell’ambito delle problematiche che riguardano le nuove generazioni, diverse iniziative sono state dedicate all’analisi dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, oggetto di riflessione e intervento nelle proposte di legge in esame. Si tratta di fenomeni che l’Istituto ha approfondito in diverse indagini campionarie, anche durante il periodo dell’emergenza sanitaria, e sulla rilevazione dei quali ha intenzione di continuare a investire.
Nel testo che segue verrà diffuso un quadro informativo sintetico sul tema del bullismo e del cyberbullismo, così come emerso dall’Indagine “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri”, condotta dall’Istituto nel corso del 2021 sugli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado2. È invece in corso di progettazione una nuova indagine rivolta ai ragazzi tra gli 11 e i 19 anni – che verrà realizzata nell’autunno del 2023 – nella quale troveranno spazio con rinnovata attenzione queste tematiche.

Desideriamo confermare in questa sede che l’Istat è favorevole all’introduzione di una norma che preveda esplicitamente la realizzazione di indagini periodiche su bullismo e cyberbullismo, attraverso rilevazioni strutturate con cadenza periodica che ne monitorino l’evoluzione.3 Già in passato, del resto, l’Istituto ha risposto a nuove esigenze informative che sono state previste da una legge4. In questo caso, il sostegno da parte di una specifica norma consentirebbe di proseguire, nel pieno rispetto dei diritti dei minori, l’approfondimento di un tema sul quale – come detto – stiamo già investendo.

Da quanto emerso dalle esperienze condotte fino ad oggi, crediamo sia opportuno inserire, con regolarità, l’analisi di questi temi nell’ambito di indagini più ampie, che consentano di comprendere anche il background familiare, scolastico e sociale dei ragazzi: un modo per individuare le categorie più vulnerabili alle quali rivolgere maggiore attenzione con politiche di prevenzione e contrasto. Le stesse indagini potrebbero raccogliere anche informazioni sui soggetti (famiglia, insegnanti, gruppo dei pari, etc.) che possono rappresentare per i giovanissimi un punto di riferimento sul quale contare e riporre fiducia nel momento in cui subiscono comportamenti vessatori.

Infine, un’avvertenza. Nel tempo, l’Istituto ha modificato le modalità di rilevazione dei fenomeni del bullismo e sul cyberbullismo, anche per adeguare gli strumenti – e soprattutto i quesiti – ai rapidi cambiamenti nelle relazioni tra i giovanissimi e alle modifiche tecnologiche degli ultimi anni. Per tale motivo, si sconsiglia di effettuare raffronti tra i risultati delle diverse Indagini che saranno citate nel seguito.

1. Le Indagini del 2014 e del 2015
1.1 L’Indagine del 2014
Nell’edizione 2014 dell’indagine campionaria annuale “Aspetti della vita quotidiana” sono stati approfonditi diversi aspetti del vivere quotidiano di ragazzi e adolescenti. In particolare, sono state poste agli 11-17enni domande volte a stimare le vittime di bullismo: ai ragazzi è stato chiesto – presentando loro degli esempi – se nei 12 mesi precedenti l’intervista avessero subìto una o più prepotenze/soprusi, mentre sono state raccolte informazioni su coloro che avevano assistito ad atti di sopraffazione e/o violenza tra coetanei e sulle strategie che i ragazzi consideravano più efficaci per che ne monitorino l’evoluzione.3 Già in passato, del resto, l’Istituto ha risposto a nuove esigenze informative che sono state previste da una legge4. In questo caso, il sostegno da parte di una specifica norma consentirebbe di proseguire, nel pieno rispetto dei diritti dei minori, l’approfondimento di un tema sul quale – come detto – stiamo già investendo.
Da quanto emerso dalle esperienze condotte fino ad oggi, crediamo sia opportuno inserire, con regolarità, l’analisi di questi temi nell’ambito di indagini più ampie, che consentano di comprendere anche il background familiare, scolastico e sociale dei ragazzi: un modo per individuare le categorie più vulnerabili alle quali rivolgere maggiore attenzione con politiche di prevenzione e contrasto. Le stesse indagini potrebbero raccogliere anche informazioni sui soggetti (famiglia, insegnanti, gruppo dei pari, etc.) che possono rappresentare per i giovanissimi un punto di riferimento sul quale contare e riporre fiducia nel momento in cui subiscono comportamenti vessatori.
Infine, un’avvertenza. Nel tempo, l’Istituto ha modificato le modalità di rilevazione dei fenomeni del bullismo e sul cyberbullismo, anche per adeguare gli strumenti – e soprattutto i quesiti – ai rapidi cambiamenti nelle relazioni tra i giovanissimi e alle modifiche tecnologiche degli ultimi anni. Per tale motivo, si sconsiglia di effettuare raffronti tra i risultati delle diverse Indagini che saranno citate nel seguito.
1. Le Indagini del 2014 e del 2015
1.1 L’Indagine del 2014

Nell’edizione 2014 dell’indagine campionaria annuale “Aspetti della vita quotidiana” sono stati approfonditi diversi aspetti del vivere quotidiano di ragazzi e adolescenti. In particolare, sono state poste agli 11-17enni domande volte a stimare le vittime di bullismo: ai ragazzi è stato chiesto – presentando loro degli esempi – se nei 12 mesi precedenti l’intervista avessero subìto una o più prepotenze/soprusi, mentre sono state raccolte informazioni su coloro che avevano assistito ad atti di sopraffazione e/o violenza tra coetanei e sulle strategie che i ragazzi consideravano più efficaci per I ragazzi stranieri hanno subito in misura relativamente maggiore episodi di bullismo rispetto agli italiani: la quota di coloro che hanno sperimentato almeno un episodio offensivo non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi nell’ultimo mese è del 19% più elevata di quella riscontrata per il gruppo di controllo di studenti italiani.
I ragazzi che sono sembrati più “esposti” a episodi di prepotenza e/o comportamenti vessatori da parte dei loro coetanei sono stati i filippini (42% in più rispetto agli italiani), i cinesi (32% in più rispetto agli italiani) e gli indiani (27% in più rispetto agli italiani). Si tratta delle collettività che l’indagine ha individuato tra le più “chiuse” nei confronti del paese ospitante. Le collettività più “protette” rispetto al bullismo sono risultate invece quelle di paesi europei, come Ucraina e Albania.

Nelle scuole secondarie di primo grado si è registrata una differenza più ampia tra italiani e stranieri rispetto a quanto avviene nelle scuole di secondo grado. Gli stranieri che hanno subito episodi di bullismo nelle secondarie di primo grado sono, infatti, il 18% in più, rispetto ai coetanei italiani. Nelle scuole secondarie di secondo grado la differenza è del 12%.
Per quanto riguarda il genere, per tutti gli ordini di scuola, i maschi stranieri hanno messo in luce uno svantaggio rispetto ai coetanei italiani più elevato di quello che si registra tra le ragazze straniere e italiane. In generale la quota di ragazze straniere che hanno subito episodi di bullismo è del 13% più elevata rispetto a quella delle coetanee italiane. Per i maschi stranieri la differenza con gli italiani si è attestata intorno al 20%.

 

2. Bullismo e cyberbullismo nell’Indagine del 2021
Nel 2021 – tra maggio e ottobre – l’Istat ha realizzato un’indagine sugli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado volta a cogliere la quotidianità dei ragazzi in un periodo in cui erano ancora evidenti le conseguenze della pandemia e ancora vigenti alcune regole relative al distanziamento sociale.
Il 9,4% degli intervistati ha dichiarato di aver assistito in prima persona o di essere venuto a conoscenza durante la pandemia di episodi di cyberbullismo sui suoi compagni di scuola (oltre 350 mila ragazzi). Sono soprattutto i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado ad avere assistito o a essere venuti a conoscenza di questo tipo di comportamenti (11,4%, contro il 7,9 delle scuole secondarie di secondo grado). Tra le ragazze, la quota è più alta rispetto ai coetanei maschi: rispettivamente 11,3% contro 7,6%. Per i ragazzi stranieri la percentuale di persone che hanno assistito o saputo di episodi di cyberbullismo sale al 12% (per gli italiani è 9,2%); si deve inoltre registrare che per gli stranieri la quota di coloro che non risponde è notevolmente più elevata di quella registrata tra gli italiani: 7,7% contro 2,9%; anche questo potrebbe essere interpretato come un segnale di maggior disagio rispetto a questo tipo di fenomeno.

L’indagine ha poi approfondito l’eventuale esperienza personale di episodi di bullismo o cyberbullismo durante il periodo della diffusione del Covid-19 (tra marzo 2020 e l’estate 2021), chiedendo se alla persona durate la pandemia fosse capitato di:
• essere offeso (anche online) con soprannomi, parolacce, insulti;
• essere preso in giro (anche online) per l’aspetto fisico o per il modo di parlare;
• essere preso di mira raccontando in giro storie sul suo conto (sparlando) (anche online);
• essere colpito con spintoni, botte, calci, pugni.

In generale, l’88,6% degli studenti e delle studentesse intervistate ha dichiarato di non essere stato interessato da nessuno di questi comportamenti. Tra le ragazze, la quota di coloro che ha vissuto almeno una di queste situazioni di disagio è più elevata: 12,5% contro il 10,3% dei ragazzi. Si riscontrano notevoli differenze per cittadinanza: tra gli italiani la quota di chi ha vissuto almeno uno degli episodi elencati arriva all’10,9%, tra gli stranieri è del 18,2%. I più piccoli si confermano come la fascia di popolazione maggiormente a rischio: nelle scuole secondarie di secondo grado ha vissuto una di queste esperienze il 9,8% degli alunni; nelle scuole secondarie di primo grado quasi il 14%.
Riguardo gli specifici comportamenti, il 4,2% degli studenti e il 5,3% delle studentesse delle scuole secondarie dichiara di essere stato offeso (anche on line) con soprannomi, parolacce e insulti. Sono stati presi in giro per l’aspetto fisico e il modo di parlare il 3,0% dei ragazzi e il 3,9% delle ragazze. Sono stati presi di mira raccontando in giro storie diffamatorie (anche online) il 2,3% degli studenti e il 3,9% delle studentesse. Spintoni, botte, calci e pugni hanno riguardato invece più i maschi (1,1%) che le femmine (0,4%).
Nel leggere i dati e in particolare quelli riferiti agli aspetti fisici del bullismo, si deve ricordare che l’Indagine si è svolta in una situazione in cui i contatti fisici e in generale quelli diretti tra i ragazzi subivano ancora le conseguenze delle restrizioni dovute alla necessità di prevenire la diffusione della pandemia. Le cifre riportate quindi sono da considerare specifiche del periodo e difficilmente generalizzabili. Anche per questo motivo l’Istat ha deciso di realizzare una nuova indagine nel 2023 in modo da verificare se alcune modifiche nei comportamenti dei ragazzi hanno avuto carattere strutturale o sono state legate al solo periodo pandemico.

Un altro importante aspetto evidenziato dall’indagine del 2021 è che spesso il bullismo e il cyberbullismo si iscrivono in un quadro più ampio di disagio sociale; per questo è importante, nello studio dei due fenomeni, tenere conto anche di altre dimensioni della vita quotidiana di bambini e ragazzi. Ad esempio è evidente che l’esperienza di episodi vessatori è più frequente tra i ragazzi che ritengono di appartenere a famiglie povere o molto povere. I ragazzi che percepiscono come ricca la propria famiglia hanno subito episodi di bullismo o cyberbullismo nel 7,9% dei casi, quelli che ritengono la famiglia né ricca né povera nell’8,1%, mentre la quota divittime sale al 16,2% tra coloro che percepiscono la famiglia come povera. Anche tra coloro che non vanno bene a scuola gli episodi di bullismo sono più diffusi. Ne sono vittima circa l’8% di coloro che dichiarano di essere bravi o molto bravi a scuola prima della pandemia; la quota sale al 14,8% tra coloro che non sono bravi. Risulta così chiaro da questi esempi che lo studio del bullismo e del cyberbullismo debba avvenire all’interno di rilevazioni strutturate, che consentano di avere allo stesso tempo informazioni approfondite sul background sociale e scolastico dei ragazzi.

 

3. La nuova indagine in partenza a settembre 2023
A partire da settembre 2023, l’Istat realizzerà una nuova indagine dedicata a tutta la popolazione residente tra gli 11 e i 19 anni, su un campione rappresentativo per sesso, cittadinanza e ripartizioni geografiche. Il questionario prevede diversi quesiti su bullismo e cyberbullismo. Siamo evidentemente di fronte a fenomeni che cambiano rapidamente così come con velocità sono cambiati molti aspetti del mondo relazionale giovanile e, in particolare, il modo in cui i giovani entrano e restano in contatto tra di loro. A questo mutamento si è accompagnato anche quello tecnologico, con una larghissima diffusione dell’utilizzo di smartphone di ultima generazione e l’adeguamento dei social media e delle piattaforme di comunicazione online. Non si deve dimenticare, inoltre, anche gli adeguamenti che hanno interessato la rete internet, con la possibilità di modalità di connessione sempre più veloci e la disponibilità più ampia di reti wifi. Su molti di questi aspetti l’esperienza della pandemia ha giocato un ruolo rilevante spingendo l’acceleratore verso una sempre più diffusa e ampia possibilità di essere continuamente “connessi”.
Il questionario risulterà quindi rinnovato rispetto al passato proprio nel tentativo di rilevare i fenomeni emergenti. Se nel 2021 si voleva cogliere la particolare contingenza della pandemia e delle sue conseguenze sulla vita dei giovani, il nuovo questionario è orientato a rilevare gli aspetti del ritorno alla “normalità”, la capacità di resilienza delle giovani generazioni, le problematiche che con la pandemia e il distanziamento sociale potrebbero essersi aggravate.
L’Istituto è disponibile a cogliere eventuali nuovi spunti di ricerca e approfondimento in merito a bullismo e cyberbullismo che dovessero emergere durante la presente audizione e nei prossimi mesi. È importante che le statistiche, fungendo da supporto alle decisioni politiche, possano rappresentare un utile strumento di monitoraggio dei fenomeni e delle azioni messe in campo per contrastare gli episodi di violenza.

 

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