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INTESA SAN PAOLO-CONFINDUSTRIA: 1,2 MLD PER LE PMI IN TRENTINO ALTO ADIGE

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15.52 - mercoledì 31 maggio 2017

(Fonte: Ufficio stampa Intesa Sanpaolo) – Industria 4.0: Confindustria e Intesa Sanpaolo presentano L’accordo “Progettare Il Futuro”. 1,2 Mld per le imprese del Trentino Alto Adige.

 

• Al centro l’industria 4.0 e gli sviluppi del Digitale
• A regime il sistema qualitativo del rating di credito
• Nuovo modello di valutazione delle startup
• In Trentino elevato ed in continua crescita l’uso di internet nelle imprese, l’82% delle imprese usa il web, il 95,6% la banda larga
• Elevata la percentuale di imprese che vendono on line, 18,25%
• Trentino leader italiano per addetti in R&S, ma sotto la media italiana per propensione a brevettare
• Discreta la presenza di start up nella provincia, 162

 

È stato presentato oggi a Trento, con la collaborazione di Confindustria Trento, l’accordo triennale tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo “Progettare il futuro”, dedicato alla competitività e alla trasformazione delle imprese per cogliere le opportunità offerte dalla ‘quarta rivoluzione industriale’.

La partnership, che mette a disposizione un plafond nazionale di 90 miliardi di euro, dei quali 1,2 miliardi destinati alle aziende di questo territorio, viene presentata dentro i luoghi deputati ad accogliere e far proprie le finalità dell’accordo: le imprese.

Alla presentazione svoltasi presso la Ferrari F.lli Lunelli, azienda che ha che ha già adottato soluzioni in ottica Industria 4.0, hanno partecipato Marco Giglioli, presidente Comitato Piccola Industria di Confindustria Trento, Oswald Eller, presidente Comitato Regionale Piccola Industria Trentino Alto Adige, Alberto Baban, presidente Piccola Industria Confindustria, Renzo Simonato, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Alessandro Lunelli, consigliere d’amministrazione Ferrari F.lli Lunelli, Alessandro Commito, direttore Hit Hub Innovazione Trentino, Alfredo Maglione, presidente Optoelettronica Italia, Fabrizio Alfano, direttore commerciale imprese di Intesa Sanpaolo.

Per l’industria italiana, costituita soprattutto da Pmi, lo sviluppo di Industria 4.0 e il relativo Piano del Governo possono essere la strada per recuperare competitività e per creare nuovi posti di lavoro grazie a elevate competenze, nuovi modelli di business e tecnologie innovative.

Le opportunità di sviluppo per le realtà aziendali che riusciranno a cogliere questa sfida sono enormi, ma richiedono un intervento a tutto tondo, con investimenti in capitale fisso e immateriale, soprattutto in ricerca, innovazione e formazione, nonché trasformazioni organizzative e una continua attenzione alle evoluzioni in corso. Occorre partire subito perché le tecnologie sottostanti Industry 4.0 necessitano di 10-15 anni per raggiungere la completa maturità nel mercato ed essere pienamente efficienti.

Alberto Baban presidente della Piccola Industria di Confindustria:

Al centro dell’Industria 4.0 c’è l’idea di tecnologia come strumento per aumentare la produttività. La globalizzazione è inarrestabile e la prima regola del gioco è che l’innovazione diventi l’applicazione della ricerca ai sistemi industriali. Ma anche comprendere come sta cambiando il mercato grazie alle nuove modalità di interazione.

Le imprese per competere devono essere inserite in un ecosistema interconnesso in cui manifattura e servizi sono digitalizzati. Per vincere dobbiamo puntare in alto, non ci si può rivolgere solo al mercato di prossimità.

In passato le banche erogavano credito valutando esclusivamente la solidità patrimoniale storica dell’impresa, oggi per attrarre liquidità e innescare un circolo virtuoso di crescita occorre soprattutto saper raccontare la propria visione di futuro. Proprio questo è lo spirito dell’accordo siglato con Intesa che presentiamo oggi”.

Renzo Simonato, direttore regionale di Intesa Sanpaolo: “L’accordo che presentiamo oggi vuole aiutare le aziende a migliorare la loro capitalizzazione e a cogliere le grandi opportunità che la digitalizzazione e i nuovi scenari offerti dalla quarta rivoluzione industriale offrono.

Inoltre ci vede impegnati a sostenere il nostro sistema produttivo forti della capacità di rappresentare l’acceleratore dell’economia reale: nel 2016 abbiamo fornito alle imprese e alle famiglie trivenete 4,5 miliardi di credito a medio e lungo termine, un dato in crescita di circa il 40 % rispetto al 2015.” Marco Giglioli, presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Trento:

E’importante che anche le piccole e medie imprese del nostro territorio si sentano chiamate in causa da questa nuova rivoluzione industriale. Industria 4.0 non è appannaggio delle grandi imprese della metalmeccanica: è un nuovo modello per la produzione e per i servizi di qualsiasi settore e di qualsiasi dimensione.

Agli associati oggi diciamo che Confindustria Trento è pronta a dar loro assistenza in questa cruciale fase di cambiamento. Ma crediamo che anche i nostri imprenditori siano pronti a mettersi in gioco: dal mio osservatorio, ho quotidianamente l’occasione di raccogliere il sentiment dei colleghi e posso dire che nei nostri ambienti circolano fiducia e ottimismo.

Gli ordini sono in aumento e le imprese hanno ripreso ad investire, e non solo nel rinnovamento dei macchinari e delle tecnologie, ma anche nel reclutamento di nuove risorse e nello sviluppo dei processi di nternazionalizzazione”.

L’accordo è imperniato su quattro pilastri: Ecosistemi di imprese e integrazione di business; Finanza per la crescita; Capitale umano; Nuova imprenditorialità.

 

 

– Ecosistemi di imprese e integrazione di business
Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria intendono mettere a disposizione un insieme di soluzioni che permettano alle imprese di trasformarsi, migliorando i processi produttivi, ricorrendo a nuove tecnologie e a nuove metodologie, tra cui i percorsi “Lean 4.0” che abilitano le imprese alle tecnologie digitali.

Per la realizzazione dei progetti di sviluppo delle imprese Intesa Sanpaolo si avvarrà anche del proprio Innovation Center, struttura che raccoglie tutte le iniziative avviate dal Gruppo nel campo dell’innovazione. L’iniziativa intende rappresentare anche un momento evolutivo di “AdottUp, il Programma per l’adozione delle startup” e offrire nuove opportunità alle startup in esso sviluppate.

 

– Finanza per la crescita
L’accordo punta a finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle imprese attraverso un nuovo modello di relazione basato sui fattori qualitativi legati al credito: tra questi la capacità innovativa, la formazione e la strategicità della catena fornitore-champion.

Sono inoltre previste adeguate soluzioni finanziarie a medio-lungo termine oltre al migliore utilizzo degli strumenti di supporto, a cominciare dal rinnovato Fondo di Garanzia. Per programmare la crescita, bilanciando i livelli di debito a favore del capitale di rischio, è fondamentale il ricorso all’Equity per il rafforzamento del sistema produttivo. A tal proposito l’accordo intende sviluppare iniziative che favoriscano la patrimonializzazione delle imprese.

Infine si prevede l’estensione a comparti strategici per l’economia italiana del Progetto Filiere, l’innovativo modello di credito di Intesa Sanpaolo che ha sinora prodotto 330 contratti con aziende capofila con oltre 15 mila fornitori ed un giro d’affari di 55 miliardi.

 

– Capitale umano
L’accordo punta anche a favorire l’alternanza scuola-lavoro con l’obiettivo di far diventare l’azienda il luogo in cui lo studente consolidi e arricchisca le conoscenze apprese, sviluppando competenze spendibili nel mondo produttivo o acquisendo esperienze funzionali alla creazione di nuove imprese, in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0.

 

– Nuova imprenditorialità

Intesa Sanpaolo mette a disposizione il modello di valutazione delle startup. È un nuovo algoritmo Dats (Due Diligence Assessment Tool Scorecard), già inserito nelle Regole di concessione del credito, a supporto della valutazione creditizia delle Startup e in futura estensione alle Pmi innovative.

Si tratta del primo modello di valutazione “forward looking” adottato da una banca per i finanziamenti in debito, basato su logiche derivate dalla valutazione degli investitori in Venture Capital, mutuando le competenze costruite negli ultimi anni all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo. Questo nuovo strumento consente alle imprese e alla banca di cogliere al meglio le opportunità offerte dalle misure governative e le agevolazioni per la crescita, recentemente estese dal Piano Industria 4.0.

– L’economia in Trentino
Negli ultimi anni la provincia di Trento è riuscita ad esprimere buoni livelli di competitività sui mercati esteri: l’export trentino, infatti, tra il 2008 e il 2016 ha registrato una crescita delle esportazioni pari al 14,9%, un paio di punti percentuali in più rispetto alla media italiana. Trainanti sono stati i settori agro-alimentare, la componentistica auto, l’aerospazio, l’industria cartaria e la farmaceutica.

Nel corso del 2017, in un contesto di domanda internazionale favorevole, il tessuto produttivo trentino potrà continuare a crescere sui mercati esteri. Il contributo del canale estero non è tuttavia sufficiente per ridare slancio all’economia della provincia. E’ infatti cruciale la spinta del canale interno e, soprattutto, degli investimenti. Più in particolare, sarà importante vincere la sfida del digitale attraverso un’accelerazione degli investimenti, finora frenati dall’incertezza che domina i mercati.

L’ambiente è certamente favorevole, grazie alla presenza di significative misure governative a sostegno degli investimenti innovativi, alla disponibilità di buone condizioni di finanziamento e di un bacino di risorse interne.
Si tratta di una grande opportunità per le imprese di questa provincia che mostrano un grado di utilizzo delle tecnologie Ict in aumento e già su livelli ottimi e generalmente superiori alla media italiana:
• nel 2016 la diffusione della banda larga nelle imprese era pari al 95,6% a Trento (dall’86% del 2008);

• la percentuale di imprese con sito web era pari all’82% nel 2016, mostrando un vantaggio nei confronti della media italiana;

• la quota di addetti che utilizzano computer connessi a internet è salito al 40,8% nel 2016 (dal 29,3% del 2008), poco sotto la media italiana;

• la percentuale di imprese che acquista servizi di cloud computing è sopra la media italiana (anche se interessa ancora poco meno di un quarto delle imprese).

Inoltre la provincia gode della presenza nel territorio di una buona dotazione di capitale umano e tecnologico. A Trento la quota di popolazione con istruzione terziaria è tra le più elevate in Italia (nel 2015 nella fascia d’età 30-34 anni era pari al 31,7% vs il 25,3% della media italiana), mentre il numero di laureati in materie scientifiche e tecnologiche è sopra la media italiana.

La provincia primeggia anche per numero di addetti (ogni mille abitanti) impiegati in ricerca e sviluppo (7,3% vs il 4,1% italiano). La provincia presenta infine una buona intensità di ricerca e sviluppo e una folta presenza di start-up sul territorio (162 a maggio 2017: 3,4 ogni mille imprese attive).

 

 

 

 

In allegato il comunicato stampa:

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Foto: da comunicato stampa

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