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III COMMISSIONE PAT: SÌ DEI CONTADINI A DDL MATERIA URBANISTICA DALDOSS E DEGASPERI

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20.02 - lunedì 8 maggio 2017

(Fonte: Ufficio stampa Consiglio Pat) – Terza Commissione, sì dei contadini ai ddl in materia urbanistica di Daldoss e Degasperi. Gli ambientalisti: escludere i politici dalle commissioni tecniche.

 

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Mattinata di audizioni stamattina in Terza commissione, presieduta da Mario Tonina (UpT), sui ddl di Daldoss e su quello di Filippo Degasperi (5 Stelle) sulla modifica della legge urbanistica del 2015. Le prime a esprimere la loro opinione sui due ddl sono state le organizzazioni dei contadini: Coldiretti, Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura del Trentino – Unione agricoltori. Gabriele Calliari della Coldiretti, riconoscendo che negli ultimi anni si sono fatti passi avanti per la tutela del territorio agricolo, ha condiviso totalmente l’articolo previsto da Degasperi nel suo ddl che prevede, prima della progettazione di altre aree di espansione edilizia, una ricognizione di quelle già edificate e non utilizzate. Preoccupazione da parte del presidente Coldiretti, invece, sull’articolo che regolamenta la costruzione di piccole strutture per animali d’affezione.

Secondo Calliari c’è il rischio, se non ci saranno controlli adeguati, di riempire i terreni di casette. Va tenuto conto, inoltre ha aggiunto l’esponente della Coldiretti, che il territorio agricolo in Trentino s’interseca con quello urbano, e dare via libera alle piccole strutture può essere pericoloso per l’equilibrio urbanistico. Sulla banca della terra, prevista dal ddl Degasperi come mezzo di recupero dei terreni mal coltivati, Calliari ha detto che si tratta di un’idea nobile ma che, nel resto d’Italia, ha dimostrato di non funzionare molto. Per Confagricoltura, invece, si deve stare attenti a non burocratizzare la gestione dei tunnel agricoli e sui piccoli manufatti va posta attenzione, perché si dà la possibilità di costruire a chi non fa agricoltura di professione, mentre gli agricoltori hanno difficoltà a realizzare le baracche per gli attrezzi.

Il direttore della Cia, Massimo Tomasi, ha sottolineato la necessità di prevenire le speculazioni sui terreni agricoli in possesso di società immobiliari. I limiti previsti dal ddl alle coperture di difesa delle culture, anche per la Cia, sono inaccettabili. Tomasi ha concluso affermando che il ddl dovrebbe cogliere l’occasione per fare chiarezza sull’Imis, anche riducendo il suo peso per le aziende.

Donata Borgonovo Re (Pd), intervenendo sulla banca della terra, ha ricordato che lo Stato già nel ’78 varò una legge quasi rivoluzionaria che dava il compito alle regioni di monitorare la situazione dei terreni agricoli. Claudio Civettini (Civica Trentina) ha affermato che, sulla banca della terra, c’è un grave deficit di comunicazione.

Il tema centrale, ha detto ancora, non è quello di espropriare i terreni incolti, ma semplicemente di consegnare i campi a chi vuole coltivarli, garantendo la proprietà. Altro punto sul quale agire è la leva fiscale: aumentando le aliquote per i terreni abbandonati e diminuendole a chi, invece, li coltiva. Calliari ha risposto affermando che la banca della terra è una buona idea ma, purtroppo, ci sono molti proprietari che non hanno interesse.

La legge, è vero, c’è da tempo ma mancano gli strumenti, da mettere nelle mani dei sindaci, per indurre i proprietari di terre incolte a concederle a chi vuol fare il contadino. Oltre alle lacune normative, ha aggiunto Calliari, spesso c’è il problema di risalire alle proprietà. Basti pensare che in italia esiste un milione e mezzo di ettari dei quali non si riesce a trovare il proprietario. Poi c’è un problema di comunicazione, perché si deve far capire che la banca della terra non è un “esproprio proletario”, ma, anzi, una garanzia per i proprietari e frenerebbe la pratica dell’usucapione che in alcune regioni del sud viene utilizzata dalle mafie.

Anche per Nereo Giovanazzi (AT) l’idea è ottima, ma bisogna sconfiggere la paura, che molti proprietari hanno, di perdere il diritto di proprietà. Recuperare i terreni agricoli, ha ricordato ancora, va anche a vantaggio del paesaggio. Quindi, il consigliere di At, ha chiesto all’assessore di fare uno sforzo per trovare un sistema per realizzare davvero la banca della terra, anche per dare opportunità di lavoro ai giovani. Gli agricoltori, inoltre, hanno sottolineato che i terreni incolti diventano serbatoi di malattie fitosanitarie.

Daldoss ha risposto affermando che nella legge urbanistica è prevista che per l’occupazione temporanea dei terreni si possono utilizzare le norme degli espropri per interesse pubblico per motivi paesaggistici e ha ricordato che senza una nuova norma del codice civile le competenze della Pat, in materia di proprietà, sono quelle che sono, ma ciò non toglie che sul tema della banca della terra si debbano cercare soluzioni. Sui piccoli manufatti, Daldoss, ha detto che l’obiettivo del ddl non è quello di aumentarne l’espansione, ma, al contrario, di limitarne il numero imponendo la reversibilità della costruzione. Una scelta che passa anche attraverso il regolamento urbanistico provinciale.

 

 

 

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Wwf e Italia Nostra: niente politici nelle commissioni tecniche.

 

Sono stati ascoltati poi i rappresentanti di Wwf e Italia Nostra. Beppo Toffolon, presidente di Italia Nostra, ha detto di condividere il ddl di Degasperi, perché realizza le osservazioni fatte dagli ambientalisti sulla legge del 2015. Su quello di Daldoss, invece, c’è un punto che non ha convinto Italia Nostra ed è la carenza di una linea chiara, che garantisca una continuità per le Cpc in materia paesaggistica. Anche perché oggi le commissioni, paradossalmente, sono pignole sui dettagli di una costruzione, ma assenti sul suo impatto sul paesaggio.

Tornando al ddl Degasperi, Toffolon ha detto di condividere completamente il tema dell’esclusione dei politici nelle commissioni tecniche; tema sul quale, ha ricordato, Italia Nostra ha sempre insistito. La situazione ibrida di oggi, ha detto ancora, è deleteria e, tra l’altro, crea confusione tra le responsabilità del livello politico e di quello tecnico. Tornando su un altro aspetto del rapporto tecnici- politici, Toffolon ha detto che ormai troppo spesso le prescrizioni paesaggistiche dettate dalle Cpc vengono cancellare dalla Giunta, rendendo vano l’intervento di questo organismo.

Inoltre, ha aggiunto, si deve porre freno al fatto che molti sindaci considerano l’urbanistica come mezzo di finanziamento. In conclusione, il presidente di Italia Nostra, ha detto che gli obiettivi della legge urbanistica sono condivisibili, ma mancano gli strumenti e ci sono ritardi che rischiano di farci rimanere indietro rispetto al vicino Alo Adige e a molte altre regioni italiane. Insomma, il ddl Daldoss va nella direzione giusta, ha concluso, ma la legge urbanistica ha bisogno di altri “tagliandi”.

Per il Wwf uno dei problemi centrali in materia urbanistica è la confusione legislativa e la mancanza di un codice unico. A livello nazionale, secondo gli ambientalisti, si stanno discutendo norme sul consumo del suolo innovative e anche a Bolzano si sta elaborando una ddl più avanzato di quello in discussione da noi. Anche per il Wwf, ha detto Carla Delmarco, la presenza di politici negli organi tecnici va proibita perché, tra l’altro, va contro le norme delle riforme Bassanini. Più peso va dato, inoltre, al parere del comitato paesaggistico.

Duilio Turrini, sempre del Wwf, ha insistito sulla necessità di riqualificare, in termini professionali, le commissioni edilizie come si sta facendo a Bolzano. Infine, il Wwf ritiene centrale il censimento delle aree dismesse e non utilizzate prima di prevedere l’espansione urbanistica. Provvedimento già previsto dal disegno di legge nazionale e di Bolzano. Inoltre, la programmazione urbanistica va vista a livello Comunità di valle per renderla più omogenea. Soddisfazione invece per il ddl Degasperi che ha recepito le osservazioni degli ambientalisti. In generale, secondo gli esponenti del WWf, sarebbe necessario introdurre il meccanismo della perequazione tra costruito e territorio verde.

Una maggiore attenzione poi andrebbe dedicata ai terreni terrazzati e al contenimento dei volumi di costruzione che potrebbero aumentare con l’introduzione, nel ddl Daldoss, della Superficie unica netta. Infine, il Wwf ha condiviso la norma sulla promozione del decoro urbano.

Claudio Civettini (Civica Trentina) ha chiesto agli ambientalisti se condividono l’idea di un parco agricolo del Garda. Donata Borgonovo Re (PD) ha detto che sul tema della presenza dei politici nelle commissioni tecniche andrebbe riaperta la discussione e attenzione andrebbe riservata anche al recepimento delle norme che si stanno elaborando in Alto Adige.

Turrini, rispondendo a Civettini, ha detto che il ddl popolare sul parco agricolo del Garda aveva una logica e delle finalità locali (per questo, ha detto, è stato contrastato da alcuni sindaci della zona) e non sembrerebbe logico inserirlo in una legge che deve valere per tutta la provincia. Toffolon, rispondendo a Borgonovo Re, ha detto che la questione della separazione tra politici e tecnici va fatta perché questo rapporto nelle commissioni non funziona assolutamente. E ha ricordato, per esperienza diretta, che piegare le ragioni tecniche alle volontà politica produce speso effetti addirittura grotteschi.

Tra l’altro, ha aggiunto, c’è una contraddizione, perché le commissioni dovrebbero esprimere pareri terzi. Sui parcheggi nei centri abitati, altro tema sollevato da Borgonovo Re, Toffolon ha detto che andrebbero concesse deroghe motivate per realizzare posti auto interrati nelle zone urbanizzate.

Il presidente Tonina ha ricordato i risultati già ottenuti sulla conservazione dei muri a secco, al punto che sono diventati oggetto della stampa nazionale come elemento di attrazione paesaggistica.

Daldoss, ha detto di non condividere l’idea di escludere i politici dalle commissioni, è ha ricordato che l’Alto Adige ha seguito molte delle direttive inserite nella nostra legge urbanistica del 2015. L’assessore, ha poi ricordato, che l’impostazione di Bolzano è centralista perché dà il potere all’assessore all’urbanistica di nominare i componenti delle commissioni esercitando così un forte controllo politico. Infine, l’assessore ha dato una disponibilità di massima al dialogo con Degasperi per recepire almeno una parte dei contenuti del suo ddl.

 

 

 

 

 

In allegato il comunicato stampa:

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Foto: archivio Consiglio Pat

 

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