“Nel rispetto dei diritti delle persone indagate e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio”, si comunica quanto segue:
Sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica di Cagliari, in data odierna, personale della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza ha dato esecuzione a misure cautelari personali e patrimoniali disposte dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari nei confronti di sei persone gravemente indiziate, unitamente ad altri quattro indagati denunciati a piede libero, per i delitti di associazione per delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario, alla truffa, al riciclaggio ed autoriciclaggio, per aver costituito un reticolo di società finanziarie, anche di diritto estero, strumentali al procacciamento di clienti.
Proprio grazie alle predette società, gli indagati hanno infatti esercitato, in assenza delle prescritte autorizzazioni, un’attività finanziaria promuovendo la compravendita di strumenti finanziari dietro la promessa di profitti elevati, pari al 5% lordo mensile, indi ripagando gli incauti investitori, idealmente rassicurati da rendimenti particolarmente favorevoli in tempi molto brevi, con fondi raccolti presso nuovi clienti applicando in sequenza il noto “schema Ponzi”; ciò, finché non è “crollata” la catena di raccolta del denaro.
Alla prima scadenza annuale dell’investimento, infatti, solo alcuni investitori sono rientrati in possesso di parte delle somme investite e la maggior parte di essi non ha ottenuto alcun rendimento, né la restituzione dei capitali raccolti sull’intero territorio nazionale, per circa 5 milioni di euro, ai danni degli ignari risparmiatori.
Il sodalizio criminale investigato, strutturato in modo piramidale, vedeva al suo vertice il dominus delle società, un uomo di anni 51, ritenuto promotore ed organizzatore del sistema illecito, e ad un livello inferiore, i suoi più stretti collaboratori: il fratello, di anni 41 e la sorella, di anni 46, tutti residenti in provincia di Cagliari. Della compagine associativa sono risultati appartenere anche una donna, di anni 51, residente in provincia di Varese, responsabile del “marketing”; un uomo, di anni 47, residente a Como, quale cofondatore e comproprietario di alcune società offerenti gli investimenti finanziari abusivi; un altro uomo di nazionalità saudita, di anni 48, residente in Svizzera e che ha amministrato il flusso di denaro proveniente dall’abusiva raccolta del risparmio, ed un uomo di anni 39 residente ad Olbia, che ha ideato il progetto iniziale d’investimento, in qualità di formale proprietario di una società slovena.
Sono risultati coinvolti, inoltre, tre promotori finanziari, due uomini ed una donna, rispettivamente di anni 39, 35 e 33, residenti nell’oristanese e nel sud Sardegna.
L’attività investigativa svolta dal Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Cagliari nasce proprio a seguito delle denunce di truffa sporte da diversi cittadini Cagliaritani ed il Pubblico Ministero inquirente, conseguentemente, ha delegato, allo stesso Compartimento, lo sviluppo delle denunce delle vittime nonché il rintraccio delle ulteriori centinaia di investitori truffati, sparsi su tutto il territorio nazionale, l’audizione di testimoni, l’esecuzione di innumerevoli attività di intercettazioni telefoniche e telematiche volte a ricostruire lo schema illecito utilizzato e la rete posta in essere dagli indagati.
Si è trattato di un’attività d’indagine minuziosa, dettagliata e articolata, caratterizzata da approfondite e complesse analisi di numerosissime operazioni finanziarie, dall’ascolto e trascrizione di conversazioni telefoniche e telematiche estrapolate dagli apparecchi cellulari e informatici sequestrati agli indagati.
Al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Cagliari sono state contestualmente delegate dal P.M. indagini finanziarie e patrimoniali, consistite nell’analisi delle movimentazioni di danaro transitato sui conti correnti dei soggetti e delle società coinvolti, le cui risultanze sono state incrociate con gli approfondimenti delle segnalazioni di operazioni sospette inoltrate dagli intermediari finanziari, arricchiti con le informazioni acquisite mediante i canali di cooperazione internazionale utili per reperire dalla rete delle Financial Intelligence Units estere, in attuazione della normativa nazionale e delle Direttive antiriciclaggio dell’Unione Europea, le informazioni occorrenti per contrastare, tra gli altri, i fenomeni di riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti da parte delle organizzazioni criminali, reati presupposto a esso associati e finanziamento del terrorismo.
Tale forma di proficua collaborazione, caratterizzata anche dalla congiunta esecuzione di perquisizioni e sequestri, ha consentito agli Organi inquirenti di individuare i rapporti finanziari sui quali sono transitati i risparmi sottratti alle vittime, nonché di individuare ulteriori società estere, amministrate da prestanome e utilizzate per occultare l’origine dei capitali illecitamente raccolti ed impedirne la tracciabilità.
A conclusione dell’attuale fase delle indagini, dunque, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha dato esecuzione a sei provvedimenti cautelari personali (una custodia in carcere, una misura degli arresti domiciliari e quattro di sottoposizione degli indagati all’obbligo di dimora presso il comune di residenza), mentre le Fiamme Gialle hanno eseguito il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca anche per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di oltre 4.500.000 euro nei confronti del dominus dell’organizzazione, per i reati di riciclaggio e autoriciclaggio.
Tra i beni sequestrati vi sono disponibilità finanziarie, quote societarie ed una struttura alberghiera ubicata dell’hinterland cagliaritano, del valore stimato di circa 1.500.000 euro, la cui acquisizione da parte del dominus dell’associazione criminale è avvenuta mediante il coinvolgimento di un prestanome.