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FRANCESCA PAROLARI * RSA – COVID: « IN ALCUNE APSP DEL TRENTINO È PARADOSSALE LA SITUAZIONE DEL PROGETTO “ VISITE IN PRESENZA “, A DISTANZA DI UN MESE DALL’AVVIO »

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11.21 - sabato 17 aprile 2021

Situazione RSA. Osservazioni e richieste conseguenti. A distanza di oltre un mese dall’avvio del progetto sperimentale di visite in presenza da parte di alcune APSP, la situazione in cui versa il sistema delle RSA trentine è paradossale.

Da un lato si registrano gli esiti di una sperimentazione che sta confermando in modo eclatante risultati positivi, peraltro ampiamente previsti: dopo migliaia di visite zero contagi, miglioramento immediato ed esponenziale dello stato di benessere e di salute degli ospiti, dello stato d’animo dei famigliari e del personale, crescita dell’attrattività delle strutture.

Il protocollo operativo per l’apertura in sicurezza viene richiesto a gran voce da enti, singoli, associazioni e comitati di tutta Italia. Viene presentato in Parlamento dall’On. Rossini che lo mette a disposizione del Paese, il Ministro Speranza lo apprezza, invita ad applicarlo in tutte le situazioni in cui ci sono le condizioni per farlo, ribadisce che è pienamente legittimo e che non c’è alcun bisogno di approvazione per metterlo in pratica, smentendo in maniera clamorosa chi ha continuato per mesi a sostenere l’illegittimità del comportamento della sottoscritta e di chi, con lei, ha deciso di riaprire ai familiari.

Nel frattempo diventano pubbliche situazioni drammatiche di familiari che da oltre un anno vivono un vero e proprio calvario. Coniugi anziani che, dopo una vita trascorsa assieme, seppur vaccinati non possono avere il minimo contatto fra loro; giovani figlie a cui è impedito di avvicinare le madri, anch’esse vaccinate, colpite da Alzheimer precoce.

Storie che investono come macigni le coscienze di tutti. Partono raccolte firme, lettere di diffida, sit in di protesta nei confronti di un sistema delle RSA trentine che in questa fase, a vaccinazioni completate, si dimostra ancora sordo davanti alla richiesta legittima di umanizzazione delle cure e che annaspa, visibilmente in difficoltà, inventandosi proposte di protocolli alternativi francamente fantasiose e ad oggi palesemente inapplicabili pur di non riconoscere la correttezza, ragionevolezza e fondatezza dell’azione delle APSP che hanno deciso di riaprire in sicurezza.

Il danno arrecato alla collettività da questi comportamenti, perpetrati nonostante le evidenze dicano che si può, a determinate condizioni, aprire alle visite, è a mio avviso incalcolabile.

Sono stata messa sul banco degli imputati per aver condiviso la riapertura in sicurezza delle porte ai familiari, accusata di avere leso l’immagine di Upipa e di aver agito, per di più, violando le norme. Mi è stato imposto di convocare un’assemblea affinchè venisse “valutato” il mio comportamento. Sono stata di fatto sfiduciata e costretta alle dimissioni.

Ora che il Ministro Speranza in persona, l’estensore della norma, ha sconfessato chi mi accusava, ora che abbiamo in mano i risultati di una sperimentazione che funziona e che, ciononostante, ci si ostina a non applicare, di fronte a ospiti e familiari depressi, prostrati ed esausti, come conferma anche una recentissima indagine svolta in Alto Adige, e ad una opinione pubblica giustamente indignata, sono io a chiedere a coloro che da me pretendevano la retromarcia a capo chino se non ritengano invece doveroso valutare il loro comportamento e assumere le decisioni conseguenti, facendo un dignitoso passo indietro.

Il danno arrecato a Upipa è anch’esso pesante. La sua credibilità, ora, è gravemente compromessa. Ma anziché invertire la rotta e cercare di recuperare la fiducia persa, si assiste alla corsa a ricoprire i posti in Cda. Una cosa qui deve essere chiara. Non può in nessun modo ambire a ricoprire ruoli di vertice chi si trova, attualmente, dalla parte di chi nega diritti basilari, chi ha portato il sistema delle rsa trentine ad essere parificato alle peggiori esperienze italiane, chi sta cancellando con i fatti una storia decennale di attenzione all’anziano ed ai suoi bisogni. E’ necessario nuovo slancio, un profondo ricambio, l’ingresso nel sistema di persone competenti, coraggiose e responsabili che prendano in mano le APSP ed Upipa e le ricollochino nel posto in cui per la loro storia meritano di stare.

 

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Francesca Parolari

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