(Fonte: Ettore Zampiccoli) – Lettera aperta all’on. Elisabetta Gardini – Dominus non sum dignus ma penso che quasi quattro anni da coordinatore provinciale di Forza Italia del Trentino mi permettano qualche puntualizzazione a proposito della risposta che l’on. Elisabetta Gardini, commissaria regionale di Forza Italia, ha dato nei giorni scorsi ad un intervento dell’on. Michaela Biancofiore, da sempre parlamentare rappresentante di Forza Italia del Trentino-Alto Adige, con all’attivo solo successi elettorali (33.000 preferenze prese in regione alle europee 2009 , oltre 16.000 in Trentino e il resto in Alto Adige , regalandone 10.000 proprio alla Gardini ).
Il tutto parte dalla sciagurata e immotivata decisione dell’on. Gardini di annunciare, non più tardi di giovedì scorso, il defenestramento del responsabile seniores regionale di FI, signor Giuseppe Viola, accompagnato dal proclama che “Giorgio Manuali storica presenza di FI è fuori dal partito”.
A fronte della giuste rimostranze dell’on. Biancofiore, preoccupata delle sorti del partito, l’on. Gardini replica con un lungo e melenso intervento per esprimere la sua amarezza e per dire che negli atteggiamenti della Biancofiore trova solo “motivazioni palesemente astiose e perciò prive di motivazioni politiche”.
Ma niente di più e d’altronde sarebbe difficile che la Gardini potesse dire qualcosa a proposito del suo ruolo di commissario, che da due anni esercita en passant. Impegnata a Padova ed a Bruxelles, l’on. Gardini si è vista in Trentino poche e fugaci volte.
Nulla ha fatto per raddrizzare le sorti del partito. Anche a Bolzano, in occasione delle elezioni comunali, ha fatto in modo da asfaltare Forza Italia, che oggi lassù tra i cugini altoatesini, non esiste più. In Trentino le cose non sono andate poi tanto meglio. In due anni non c’è stato sentore di una linea politica, di un progetto che riguardasse l’attività del partito e lo sviluppo del Trentino.
C’è un forte dibattito in questo momento sull’Autonomia e sul terzo Statuto. Mai sentita un’idea della Gardini, che forse non sa nemmeno cosa sia l’Autonomia speciale? Ma c’è di più. Grazie alla sua miracolosa presenza i tesserati di Forza Italia sono passati da quasi mille di qualche anno fa a poche decine di quest’anno, alle ultime elezioni provinciali il partito è passato da circa un 14 per cento (cito a memoria) e poco più del 3 per cento ed è riuscito ad infilare in consiglio un solo consigliere, il Bezzi appunto, con 166 voti solo perché candidato presidente (prima erano cinque) e per di più proveniente dal Patt.
La rete di sostenitori e responsabili, che faticosamente col sottoscritto e Malossini, era stata creata sul territorio è andata in fumo. Da tempo qui Forza Italia non esprime un progetto serio sulle questioni più vive che riguardano il futuro del Trentino.
Le uniche cose pregevoli che forse i trentini ricordano in questo momento sono la firma del consigliere di Forza Italia/ex Patt, Giacomo Bezzi, su quel risibile disegno di legge per la parità di genere nelle preferenze e gli elogi dello stesso al dittatore della Corea del Nord.
Ma la Gardini arriva a Trento e, disattendendo lo Statuto, si bea di defenestrare il responsabile regionale dei seniores. Poi – immaginiamo felice e col plauso dei pochi cortigiani che le ronzano attorno – torna vincitrice a Padova. E qui salta agli occhi un’altra anomalia: in una regione con autonomia speciale, quindi con una propria storia e proprie dinamiche, si può avere in un partito un commissario venuto da fuori, ovvero che non sia espressione del territorio regionale? E invece Forza Italia del Trentino-Alto Adige è retta (si fa per dire) da una veneta.
Visti anche i risultati raggiunti in questi due anni se c’è una che dovrebbe fare le valigie, questa è l’on. Gardini e non certo Viola, Manuali e quanti negli anni scorsi hanno dato e non poco a questo partito. Quindi, cari forza italioti, prima cacciate la Gardini meglio sarà. E speriamo che a Milano leggano le agenzie e i giornali locali.
*
Ettore Zampiccoli
già coordinatore di Forza Italia del Trentino
