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FORZA ITALIA * INTERVISTA “LA REPUBBLICA” A SILVIO BERLUSCONI: « «DIFENDERE LE RAGIONI DELL’UCRAINA E LAVORARE PER LA PACE, QUALCHE SPIRAGLIO ESISTE » (ESTRATTO)

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08.26 - martedì 27 dicembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Di Carmelo Lopapa

 

 

Il Natale del patriarca è festa di nipoti e figli, famiglia e compagna, affetti. Lo si capisce dal sottofondo di Villa San Martino. Insomma è stato Natale anche, anzi, soprattutto a casa di Silvio Berlusconi. Il senatore Berlusconi. Chiamato a fine anno a un bilancio ancor più sentito, forse perché cade sotto la stella degli 86 anni già compiuti. Il dolore per la perdita dell’ex ministro Franco Frattini ha venato di tristezza il clima di questi giorni. «È stato qualcosa di più di un collaboratore, è stato un amico. Un vero amico racconta – conservo gelosamente il ricordo di tante giornate di lavoro insieme, ma soprattutto voglio ricordare la sua grande capacità di affrontare anche le situazioni più difficili con il sorriso e con assoluta professionalità e determinazione.
Franco è stato un vero servitore dello Stato, un grande italiano. Ci mancherà molto».

 

Vi è stata intestata la battaglia per lo scudo fiscale, poi accantonato. Rivendica quella misura?
«In verità non me ne sono affatto occupato. Quella che rivendico invece è la necessità di una pace fiscale per sanare il passato nelle more di una grande riforma del fisco che abbassi le aliquote per tutti con l’introduzione della flat tax. È un altro dei nostri obiettivi di legislatura».

 

Qualche giorno fa lei ha detto che avrebbe gradito un maggiore coinvolgimento politico-istituzionale, anche alla luce della sua esperienza. Ci può spiegare meglio? Soprattutto, cosa vorrebbe e ritiene di poter ancora fare?
«Non ho mai detto questo. Ho detto semplicemente che sono a disposizione. Del resto, ho avuto per 10 anni il privilegio di guidare il mio Paese e di rappresentarlo nel mondo e sono l’unico leader politico al mondo ad aver presieduto il G7, il G8 e il G20. Come potrei avere ancora delle ambizioni personali? A prescindere da questo, voglio ricordare che sto già lavorando per la nazione come senatore e come leader di Forza Italia. È quello che ho fatto del resto in tutti questi anni, utilizzando i miei rapporti internazionali. Per fare un esempio con il Partito popolare europeo, che noi orgogliosamente rappresentiamo in Italia, ho favorito un trattamento generoso verso il nostro Paese quando l’Europa varò il Recovery Fund, che per noi è il piano Marshall del XXI secolo, per uscire dall’emergenza della pandemia».

 

Non siamo ancora ai fatidici cento giorni della premiership e del governo Meloni. Come giudica la nuova presidente del Consiglio?
«Come già la conoscevo, capace e determinata. Il presidente del Consiglio ha abbastanza esperienza politica e senso critico da cogliere da sola le eventuali criticità e i possibili miglioramenti. Proprio questo è uno dei suoi punti di forza».

 

Forza Italia ha ancora un futuro? Lei di recente ha auspicato la nascita di un grande partito conservatore, sul modello dei Repubblicani Usa. Ritiene esportabile quel modello nell’Italia della democrazia parlamentare?
«Non è un’idea recente, ci penso e ne parlo da molti anni. Sarebbe un passo ulteriore verso il consolidamento del bipolarismo, quel bipolarismo che è nato in Italia con la nostra discesa in campo nel 1994 e che ha consentito l’alternanza di governo nel nostro Paese.
Naturalmente, come il Partito repubblicano negli Stati Uniti, si tratterebbe di un contenitore nel quale devono trovare spazio storie e correnti di pensiero diverse, tutte essenziali. Nel nostro caso un ruolo fondamentale dovrà averlo la cultura politica liberale, cristiana, garantista, europeista e atlantica, davvero essenziale per un centrodestra di governo. Quella cultura che Forza Italia rappresenta e che in ogni caso è destinata ad essere protagonista del futuro».

 

Ci sono margini per avviare un percorso di pace per l’Ucraina?
«Difendere le ragioni dell’Ucraina e lavorare per la pace non sono strade incompatibili. Anzi io credo che ogni persona sensata dovrebbe fare entrambe le cose. Sono convinto che anche l’amministrazione Usa ne sia ben consapevole. E forse qualche spiraglio esiste. Lavoriamoci sopra».

 

 

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