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FONDAZIONE GIMBE * MONITORAGGIO 5-11 GENNAIO 2022: « POSTI LETTO DISPONIBILI PER PAZIENTI COVID PRIMA DEL PASSAGGIO ALLA ZONA ARANCIONE, IN TRENTINO AREA MEDICA (33) TERAPIA INTENSIVA (0) »

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10.50 - giovedì 13 gennaio 2022

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 5-11 gennaio 2022, rispetto alla precedente, un netto aumento di nuovi casi (1.207.689 vs 810.535) (figura 1) e dei decessi (1.514 vs 1.102) (figura 2). In forte crescita anche i casi attualmente positivi (2.134.139 vs 1.265.297), le persone in isolamento domiciliare (2.115.395 vs 1.250.993), i ricoveri con sintomi (17.067 vs 12.912) e le terapie intensive (1.677 vs 1.392) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

· Decessi: 1.514 (+37,4%), di cui 95 riferiti a periodi precedenti
· Terapia intensiva: +285 (+20,5%)
· Ricoverati con sintomi: +4.155 (+32,2%)
· Isolamento domiciliare: +864.402 (+69,1%)
· Nuovi casi: 1.207.689 (+49%)
· Casi attualmente positivi: +868.842 (+68,7%)

Nuovi casi. «Nell’ultima settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si è registrata un’ulteriore impennata di nuovi casi che hanno superato quota 1,2 milioni, con un incremento che sfiora il 50% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che aumenta da 128.801 del 5 gennaio a 172.559 l’11 gennaio (+34%) (figura 4)».
Nella settimana 5-11 gennaio in tutte le Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dallo 0,5% dell’Umbria al 208,7% della Liguria (tabella 1). In 56 Province l’incidenza supera i 2.000 casi per 100.000 abitanti: Rimini (4469), Forlì-Cesena (3462), Ravenna (3382), Modena (3340), Firenze (3031), Lodi (3016), Monza e della Brianza (2858), Bologna (2806), Varese (2776), Trento (2774), Sondrio (2771), Brescia (2751), Reggio nell’Emilia (2722), Milano (2636), Prato (2625), Pisa (2615), Como (2596), Napoli (2584), Verbano-Cusio-Ossola (2575), Pavia (2567), La Spezia (2531), Pistoia (2529), Rovigo (2483), Aosta (2452), Lecco (2451), Caltanissetta (2435), Parma (2402), Verona (2390), Cremona (2389), Teramo (2385), Genova (2377), Savona (2349), Ferrara (2344), Chieti (2328), Lucca (2324), Bergamo (2320), Terni (2311), Mantova (2224), Arezzo (2222), Imperia (2206), Cuneo (2187), Piacenza (2173), Bolzano (2168), Biella (2163), Massa Carrara (2160), Vicenza (2133), Siena (2131), Livorno (2120), Pordenone (2105), Treviso (2082), Trieste (2071), Salerno (2047), Pescara (2041), Torino (2036), Caserta (2031) e Asti (2028) (tabella 2).

Testing. Si registra un lieve aumento (+6,8%) del numero dei tamponi totali, passati da 6.487.127 della settimana 29 dicembre-4 gennaio a 6.926.539 della settimana 5-11 gennaio, per l’incremento sia dei tamponi rapidi (+299.066; 6,6%) che di quelli molecolari (+140.346; +7,1%) (figura 5). Tuttavia, l’aumentata attività di testing influenza solo marginalmente la crescita dei nuovi casi, considerato l’aumento dei tassi di positività dei tamponi: la media mobile a 7 giorni è salita dall’8,2% al 14,3% per gli antigenici rapidi e dal 24% al 25,5% per i tamponi molecolari.

Ospedalizzazioni. «Aumentano ancora – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – i posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +20,5% in area medica e +32,2% in terapia intensiva». All’11 gennaio, il tasso di occupazione nazionale da parte di pazienti COVID è del 26,6% in area medica e del 18,2% in area critica. Ad eccezione di Molise e Sardegna, tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Valle d’Aosta che raggiunge il 53,5%; ad eccezione di Basilicata, Molise e Puglia tutte superano la soglia del 10% in area critica, con la Provincia di Trento che si attesta al 31,1% (figura 7). «Aumentano gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni sale a 146 ingressi/die rispetto ai 125 della settimana precedente»

«Le elevate coperture vaccinali – spiega Cartabellotta – ammortizzano in maniera rilevante l’impatto della circolazione virale sui servizi ospedalieri. Tuttavia, l’enorme quantità di nuovi casi in continua crescita sta progressivamente saturando gli ospedali sia perché “incontra” una popolazione suscettibile troppo numerosa (2,2 milioni di 0-4 anni non vaccinabili, 8,6 milioni di non vaccinati e oltre 15 milioni in attesa della terza dose) sia, in misura minore, per i fenomeni di escape immunitario della variante omicron» (figura 9). La tabella riporta il numero di posti letto ancora disponibili – all’11 gennaio – che, in caso di occupazione da parte di pazienti COVID, porterebbe ciascuna Regione in zona arancione e in zona rossa, al netto di eventuale incremento dei posti letto che rimane nell’autonomia regionale.

 

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