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FENALT * RSA TRENTINE: MOSER, « EMERGENZA CASE DI RIPOSO, UN DISASTRO PIÙ CHE ANNUNCIATO »

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12.57 - venerdì 30 giugno 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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GLI APPELLI DISATTESI DI FENALT. EMERGENZA CASE DI RIPOSO: UN DISASTRO PIU’ CHE ANNUNCIATO.
Chiedere lungimiranza e capacità di previsione alle strutture provinciali competenti, è stato inutile. L’incapacità gestionale che ha portato a questa situazione – e a quella degli ospedali – è la prova del fallimento inappellabile di questa Giunta nel campo sanitario.

Non riesce a trattenere la rabbia e la delusione Roberto Moser, vice segretario generale Fenalt e responsabile area case di riposo, difronte al recente allarme lanciato da Upipa sulla situazione esplosiva delle RSA trentine. Settecento posti a letto a rischio per carenza di organico: “E’ da anni che le nostre proposte per rendere più attrattivo il settore vengono completamente ignorate e bollate come propagandistiche da una politica arrogante. Il problema resta uno solo: quello di dare il giusto riconoscimento ai lavoratori delle case di riposo. E’ l’unica via per rilanciare il settore ed evitare l’emorragia di personale.

Ma siccome il sindacato non è considerato un interlocutore meritevole dalla politica trentina, il nostro interlocutore in questi anni è stato il giudice”. Moser ricorda le cause vinte, e quelle in corso, per migliorare la qualità di vita degli operatori ed evitare che alla prima buona occasione scappino altrove: “In tribunale abbiamo ottenuto il riconoscimento del tempo di vestizione. Siamo in tribunale con quattro o cinque cause all’anno: su disciplinari troppo rigidi o inesistenti, su licenziamenti, su passaggi del personale da tempo pieno a part-time, sul riconoscimento del corretto livello professionale che per gli infermieri e i fisioterapisti dovrebbe essere il D e non il C”. E non dimentichiamo poi che gli operatori delle case di riposo non hanno ancora il riconoscimento alla mensa/buoni pasto e che il premio Covid, stanziato su richiesta di Fenalt, non è ancora stato erogato!”.

Le ragioni di questa situazione vengono da Moser attribuite all’inerzia di una politica che spesso per supponenza non accetta di confrontarsi con i problemi, aspettando che si trasformino in emergenze croniche per scaricare alla fine le proprie responsabilità. “E’ vero. Il problema della carenza degli infermieri – ammette Moser – è generalizzato, ma proprio per questo, perché tutti ne siamo consapevoli, sarebbe stato opportuno istituire un tavolo per trovare soluzioni condivise fra amministrazioni e lavoratori. E qui emerge un’altra criticità. La realtà delle case di riposo è troppo frantumata per garantire omogeneità gestionale. Ci sono alcune realtà dove il rapporto con gli operatori è encomiabile, dove non c’è fuga di operatori e altre che invece sono allo sbando e che sono quelle che fanno notizia. La responsabilità dei vari direttori e presidenti in tutto questo ha un peso notevole.

Ecco perché da anni – continua Moser – chiediamo di rivedere l’intero sistema. La nostra proposta? Un’unica e sola azienda provinciale per i servizi alla persona, bandendo i vari “orticelli privati”, un contratto sanitario per gli operatori, un profilo sanitario per i direttori. In questo modo avremmo un notevole risparmio economico e un approccio professionalmente corretto ai problemi. Perché è ora di cambiare la narrazione! Le case di riposo non sono alberghi o ostelli per gli anziani, ma sono piccole cliniche chiamate ad affrontare patologie sempre più complesse. Basta nascondere la testa sotto alla sabbia come fa lo struzzo: o guardiamo in faccia alla realtà delle cose o la situazione sarà solo destinata a peggiorare e il prezzo lo pagheranno i nostri anziani e i loro familiari. E’ un problema che la politica non può ignorare, ma che deve affrontare perché ne realizza lo scopo più nobile: quello di dare dignità alle aspettative di vita dei cittadini”.

 

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Roberto Moser
Vice-segretario generale Fenalt e responsabile area Apsp

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