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FEDERCOOP * REPLICA A “IL FATTO QUOTIDIANO”: MAFFEI, « TIROCINIO FORMATIVO CASSA RURALE VALLAGARINA? POSSIBILITÀ AI GIOVANI DI ACQUISIRE ESPERIENZA SUL CAMPO »

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16.46 - venerdì 24 marzo 2023

LINK FATTO QUOTIDIANO

 

 

 

 

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(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa di Federcoop, inviata all’Agenzia Opinione) –
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Tirocinio formativo, la Cassa Rurale Vallagarina risponde alle critiche de il Fatto Quotidiano

 

In una lettera al quotidiano, che nell’edizione di oggi critica il bando per un tirocinio formativo riservato ad un giovane laureato/a del territorio, il presidente Maurizio Maffei rispedisce al mittente l’accusa di sfruttare i giovani laureati. «Solo l’idea ci fa inorridire. Questo bando è formativo, e dà la possibilità a un/a giovane del territorio di confrontarsi con esperti d’arte per acquisire una esperienza concreta “sul campo” e arricchire il proprio curriculum»

Trento, 24 marzo 2023Questo il testo della lettera inviata oggi al direttore del quotidiano Il Fatto Quotidiano.

Gentile direttore,

leggo su Il Fatto quotidiano una notizia che riguarda la Cassa Rurale che mi onoro di presiedere: un bando per un tirocinio formativo (sottolineo: formativo) di sei mesi per un/a giovane neolaureato/a con l’incarico di catalogazione delle opere d’arte patrimonio dell’istituto. La nota del suo quotidiano farebbe riferimento allo sfruttamento dei giovani laureati, con un compenso di 5 euro all’ora.

Mi permetta di esprimere alcune considerazioni.

  1. La Cassa Rurale con questo bando ha inteso dare una opportunità ad un/a giovane laureato/a del nostro territorio di acquisire una esperienza concreta sul campo, da spendere poi nel proprio curriculum, in un settore che, come si può capire, non è “core” per un istituto di credito;
  2. il/la tirocinante non sarà solo/a, anzi, sarà guidato/a e formato/a da due esperti d’arte (anch’essi di provenienza del territorio di competenza della Cassa) con vasta esperienza dimostrabile dai loro curricula nel settore artistico e organizzativo (mostre, cataloghi, eventi);
  3. il compenso omnicomprensivo (il numero di ore è indicativo), cui si deve aggiungere il rimborso spese, è in linea con la normativa sui tirocini – che anzi nella maggior parte dei casi sono gratuiti, come rilevato dall’articolo – ed intende riconoscere un valore alla preparazione teorica, sempre in un contesto formativo e non di pura consulenza;
  4. va da sé che per noi sarebbe stato più semplice incaricare professionisti del settore a realizzare il lavoro. Ma una Cassa Rurale come la nostra ha a cuore la propria comunità, a partire dai giovani. Non sfugga il fatto che tra il 2019 e il 2022 abbiamo assunto 13 giovani (su 15 nuovi ingressi), di cui 5 solo nel 2022 (4 donne e un uomo) nati tra il ’94 e il ’99.

Detto questo, la prego di riconsiderare i contenuti dell’articolo alla luce di una interpretazione più attinente alla realtà dei fatti, in un contesto di una banca di territorio che ogni anno mette in campo numerosissime iniziative a favore della propria comunità.

Una banca cooperativa che, per statuto, non persegue obiettivi di lucro individuale (o remunerazione di azionisti), ma il vantaggio collettivo, destinando oltre il 70 per cento dei propri utili netti annuali a riserva (cioè a beneficio delle prossime generazioni). Nel 2022 inoltre, abbiamo erogato 600mila euro a favore di enti e associazioni di volontariato. Solo l’idea di sfruttare i giovani anziché sostenerli ci fa, come immagina, inorridire.

PS: La Cassa Rurale non ha risposto alla vostra mail di richiesta di informazioni non perché difettasse di argomentazioni, ma per il tono che faceva presupporre una non accettabile posizione preconcetta.

 

 

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Un tirocinio retribuito per un neolaureato non dovrebbe ‘ fare notizia. Ma quello che ha bandito la Cassa Rurale Vallagarina, banca di credito cooperativo del Trentino orientale, è riuscito a sollevare un polverone sui social e sulle pagine dei giornali locali. Soprattutto dopo la campagna stampa che – a un mese dalla prima pubblicazione – la Cassa ha messo in campo per trovare un candidato disponibile, che parrebbe latitare.

LA BANCA infatti vuole un laureato in Storia dell’arte che si occupi della catalogazione della collezione d’arte della Cassa, e poi della realizzazione del catalogo del patrimonio artistico dell’Istituto. E, perché no?, anche di preparare il terreno ad alcune mostre. Non si tratta di un patrimonio artistico da poco, anzi la banca ne è orgogliosa e lo definisce “di particolare significato e sostanza”, tanto che si prevedono per la catalogazione dello stesso circa 25 ore di lavoro a settimana per sei mesi, 600 ore totali.

Questo arduo compito si prevede, però, di affidarlo a un tirocinante. Compenso? 3.000 euro lordi, che saranno pagati in due tranche da 1.500 ciascuna: 5 euro lordi l’ora, dunque. Il lettore penserà che, dopo tutto ,un po’ di gavetta ci vuole. Sicuro. Il problema è che la Cassa vuole non solo uno storico dell’arte, ma un bravo storico dell’arte.

E infatti chiede curriculum e lettera motivazionale, mentre l’esperienza pregressa in catalogazione di collezioni è gradita. Il tirocinante dovrà “valutare il patrimonio artistico della Cassa nel suo complesso”, “prendere in esame le singole opere d’arte, individuarne titolo, autore (con breve biografia) e data di realizzazione” e poi individuare “tematiche comuni tra opere all’interno della collezione, per facilitare la creazione di percorsi ed esposizioni temporanee” e infine contribuire “alla progettazione del catalogo del patrimonio artistico dell’Istituto”. Sono previsti due tutor “esperti” a seguire il lavoro – la Cassa non chiarisce esperti in cosa -, ma il riconoscimento delle opere e la datazione sono sul groppone del tirocinante.

Naturalmente sono richieste “competenze relazionali, spirito propositivo, predisposizione aliavo ro in team e capacità di lavoro in autonomia”. Un professionista completo a 5 euro l’ora. Lordi. La banca, bontà sua, si impegna a fornire un computer portatile, se richiesto dal tirocinante. Il Fatto ha contattato la Cassa Rurale per chiedere perché ritengano adeguati compenso e inquadramento e chi siano i tutor preposti, ma non è arrivata risposta. Chiaro però che il bando non è isolato e si inserisce nel sistemico svilimento professionale e retributivo delle professioni intellettuali e culturali, anche di fronte a una richiesta di competenze specifiche (e dando per scontato che il “giovane” non abbia un affitto e spese mediche da pagare).

ENTI PUBBLICI E PRIVATI usano spesso lo strumento del tirocinio per compiti “culturali” specialistici. E vale la pena ricordare che molto spesso non c’è alcun bando, il compito viene assegnato a conoscenze, senza retribuzione o con pagamenti informali. In questo senso, un bando simile fa notizia, ma è la punta di un iceberg pieno di casi più gravi che non arrivano neppure alla stampa locale. Una legge sui tirocini esiste e obbliga a retribuirli dopo la laurea: ma, evidentemente, non basta più.

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