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FEDERALBERGHI * ESTATE 2021: BOCCA, « IN VIAGGIO IL 54,5% DELLA POPOLAZIONE, MA PESA LA PERDITA DEL FATTURATO DEL 73,4% NEI PRIMI 6 MESI DELL’ANNO RISPETTO AL 2019 »

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11.21 - sabato 24 luglio 2021

Ricominceranno a fare vacanza, riprendendo timidamente uno standard simile al periodo pre-covid, non tradiranno la preferenza per le località di mare, viaggeranno principalmente in Italia preferendo l’auto come mezzo di trasporto, privilegeranno l’albergo come sistemazione per le ferie, non rinunceranno a serate al ristorante o in casa di amici ma si terranno alla larga dalle notti in discoteca per paura dei contagi: è questa la fotografia attuale del movimento degli italiani per l’estate 2021, rilevata dall’indagine di Federalberghi con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions.

Il quadro che scaturisce dallo studio lascia pensare che la ripartenza del settore si stia facendo più concreta e che la macchina turistica sia pronta a rimettere in moto gli ingranaggi, anche se i numeri sono lontani dai livelli ai quali eravamo abituati prima della pandemia: quest’anno si metterà in viaggio il 54,5% della popolazione, contro il 57,1% del 2019.

La sensazione di ripresa non si avverte ancora nelle città d’arte e nelle altre località che costituiscono la meta tradizionale dei turisti stranieri. Basti considerare che nei primi mesi del 2021 a Venezia, Roma e Firenze il tasso di occupazione delle camere è crollato di oltre il 70% rispetto al 2019 (dati STR).

“Che il movimento turistico degli italiani in questa estate 2021 stia riprendendo quota non può che essere una buona notizia – commenta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – Questo è un passaggio essenziale che ci dà la misura di quanto sia stata significativa la campagna vaccinale messa in atto dal nostro Governo in modo radicale. Con la percentuale sempre crescente di vaccinati, la paura di nuovi contagi sembra infatti diminuire rispetto allo scorso anno, malgrado il manifestarsi delle nuove varianti”.

“Le ultime norme sul green pass – continua Bocca – hanno tuttavia generato qualche incertezza che potrebbe ripercuotersi sull’andamento della stagione in corso. A fronte di queste impreviste restrizioni che prevederebbero il controllo della certificazione verde nei ristoranti interni all’hotel anche per gli alloggiati, si teme che vi possano essere cancellazioni. Ricordiamo che gli albergatori hanno già posto in essere con la clientela contratti di mezze pensioni che nessuno vorrebbe assolutamente disattendere”.

Nella valutazione di una possibile ripresa, è importante notare che la durata media della vacanza principale degli italiani si attesta sulle 10 notti rispetto alle 9 del 2020 e conseguentemente la spesa pro capite raggiunge gli 876 euro, contro i 673 euro dello scorso anno.

“Gli italiani in sostanza – aggiunge Bocca – stanno tornando a ragionare per sé e per la propria famiglia in termini di vacanze più lunghe. La maggior parte di coloro che si negheranno una vacanza invece, lo farà principalmente per motivi economici. Questo è un dato che non avremmo mai voluto rilevare”.

Quanto alla scelta della tipologia di soggiorno da parte dei viaggiatori italiani, è l’albergo il primo in classifica con il 25,2% delle preferenze.

“Una tendenza che non ci stupisce – spiega il presidente di Federalberghi – Allo stato attuale, infatti, l’albergo è probabilmente il luogo in assoluto più sicuro in merito alle cautele ed alle garanzie contro la diffusione del virus. Applichiamo un protocollo rigorosissimo (“Accoglienza sicura”) che tutela sia gli ospiti delle nostre strutture che i collaboratori che lavorano all’interno. Le regole che seguiamo sono molto rigide e chi viaggia sa quanto questo sia prezioso per opporre ogni ostacolo al contagio”.

Secondo l’indagine, ciò che verrà prodotto in termini di giro d’affari (includendo le spese di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) toccherà i 22,7 miliardi di euro contro i 14,3 miliardi di euro dello scorso anno (+58,7% circa). Di questi, però, solo il 21,4% è destinato ad essere speso per il pernottamento, quindi in sostanza neanche 5 miliardi arriveranno alle imprese ricettive. Troppo poco per riuscire a compensare le perdite avute solo dall’inizio del 2021.

“In tempi normali canteremmo vittoria – conclude Bocca – Sfortunatamente troppe ferite sono ancora aperte nel nostro comparto. Abbiamo pagato più di altri le conseguenze dovute al dramma della pandemia: non possiamo dimenticare che nei primi 6 mesi dell’anno nel settore ricettivo sono già andati persi 6,7 miliardi di euro in termini di fatturato. Per noi i risultati concreti vanno calcolati non solo in relazione ad una stagione isolata, bensì nell’arco di un intero anno. Diciamo che l’estate 2021 è un buon punto di partenza, nella speranza che il trend continui ad essere positivo. Purché ci vengano risparmiate sorprese dell’ultima ora”.

QUANTI IN VACANZA – E’ in aumento il numero degli italiani che hanno trascorso o trascorreranno una vacanza fuori casa durante il periodo estivo, dormendo almeno una notte fuori casa. Circa il 54,5% della popolazione, pari a 32,5 milioni di persone, tra maggiorenni (25,8 milioni) e minorenni (6,7 milioni), ha già fatto una vacanza nel mese di giugno o si appresta a farla nei mesi di luglio, agosto e di settembre. Se è vero che, rispetto all’anno scorso, gli italiani sembrano aver ripreso confidenza con le vacanze estive, rispetto all’estate 2019, quando gli italiani in vacanza furono 34,6 milioni, mancano ancora all’appello 2,1 milioni di persone.

PER QUANTO TEMPO – Torna, invece, ai livelli pre-covid la durata media della vacanza principale (10 notti contro le 9 del 2020). Diminuisce di quasi dieci punti percentuali il numero di coloro che passeranno da 4 a 7 notti fuori casa (da 57,1% a 48,9%) a favore di vacanze più lunghe. Invece, coloro che passeranno o si potranno permettere un week end o poco più rimangono sostanzialmente stabili (da 7,8% a 7,4%). Per il secondo anno di seguito diminuisce il numero di coloro che, oltre alla vacanza principale, durante l’estate faranno anche delle vacanze brevi (1,3% contro il 2,0% del 2020 e il 9,4% del 2019).

Chi si è visto costretto ad accorciare la vacanza lo ha fatto perché il budget si è ridotto (73,9% degli intervistati), perché trova che i prezzi siano aumentati (23,9%), perché parte delle ferie è stata consumata durante il corso dell’anno (21,7%).

LE METE PREFERITE – Il 93,3% degli italiani che ha effettuato o effettuerà una vacanza nel corso dell’estate rimarrà in Italia, per un totale di 30,1 milioni di persone. Anche in questo caso, si vede un piccolo allentamento della preoccupazione per il coronavirus, infatti, il 5,1% dei nostri connazionali passerà le vacanze all’estero (nel 2020 era il 2,8%). Infine, l’1,6% è ancora indeciso.

LA VACANZA IN ITALIA – Il mare si conferma la meta preferita dagli italiani, seppur in leggera flessione rispetto allo scorso anno (75 vs. 77%), seguito dalla montagna (9,7%) e dalle città d’arte (4,7%). Proprio queste ultime, anche se in leggero aumento rispetto al 2020 (2,5%), sono ancora ben lontane dai livelli pre-covid (9,5% nel 2019).

VIAGGIO E MEZZO DI TRASPORTO – Anche tra chi ha deciso di rimanere in Italia, si nota una tendenza ad allontanarsi dai luoghi familiari. Infatti, il 38,8% sceglierà una regione lontana dalla propria abitazione (nel 2020 erano il 19,3%), mentre il 36,5% trascorrerà le vacanze nella propria regione di residenza (l’anno scorso erano il 56,6%). Il 53,7% degli intervistati ha deciso di muoversi in automobile, mentre il 31,2% torna ad utilizzare l’aereo (11,4% nel 2020).

SPESA MEDIA E GIRO D’AFFARI – La spesa media complessiva (comprensiva di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) stimata per tutto il periodo estivo si attesta sugli 876 euro a persona. Il giro d’affari complessivo è di 22,7 miliardi di euro. La vacanza principale costerà 833 euro a chi rimane in Italia e 1.425 euro a chi va all’estero.

DISTRIBUZIONE DELLA SPESA – La spesa per le vacanze si spalma su tutte le componenti della filiera turistica. Il 27,5% del budget di chi va in vacanza è destinato ai pasti (colazioni, pranzi e cene), il 21,4% al pernottamento, il 19,5% alle spese di viaggio, il 15,7% allo shopping e il 15,9% per tutte le altre spese (divertimenti, escursioni e gite).

DOVE DORMIRE – Tra le tipologie di soggiorno scelte dagli italiani per trascorrere le vacanze, l’albergo rimane la scelta privilegiata, con il 25,2% delle preferenze. Seguono la casa di parenti o amici (23%), la casa di proprietà (13,8%) e a parimerito la casa in affitto e il b&b (11,1%).

MESI PIÙ GETTONATI – Solo lo 0,8% degli italiani che hanno effettuato o effettueranno un periodo di ferie durante l’estate 2021 ha scelto il mese di giugno per la propria vacanza principale; agosto si conferma il mese leader, con il 68,2% degli italiani che lo scelgono per la propria vacanza principale, seguito dal mese di settembre, che fa registrare un 14,3% di presenze, mentre il 14,1% di chi andrà in vacanza ha preferito luglio.

SCELTA DELLA DESTINAZIONE – Per la scelta della località di villeggiatura gli italiani si lasciano guidare nel 52,6% dei casi dalla ricerca delle bellezze naturali del luogo, nel 29,4% dalla voglia di relax, nel 28,9% dalla facilità di raggiungimento della località, il 23,8% ritorna nella stessa località degli anni passati. Dopo l’exploit dello scorso anno, continua ad avere un buon posizionamento in classifica la vicinanza (20,4% dei rispondenti) e riguadagna posizioni la ricchezza del patrimonio artistico/monumentale (14,6%).

ATTIVITA’ IN VACANZA – Durante la vacanza principale gli italiani si dedicheranno a passeggiate (64,6%), pranzi e cene al ristorante (58,5%), drink con gli amici (54,7%), serate in compagnia di amici (54,2%), escursioni e gite per conoscere il territorio (33,1%).
In conseguenza del coronavirus, i vacanzieri rinunceranno alle serate in discoteca o nei locali notturni (29,6%) e ad andare al cinema o a teatro (23,3%). Il 26,7%, invece non ha intenzione di rinunciare a nessuna attività.

CHI RESTA A CASA – Il 45,2% della popolazione, pari a 26,8 milioni di persone, non farà vacanze tra giugno e settembre. Nel 2019 era rimasto a casa il 39,5% degli italiani (20 milioni di persone). Si resta a casa principalmente per motivi economici (42%), per motivi familiari (29,3%), per impedimenti di salute (27,9%), perché si andrà in vacanza in un altro periodo (8,3%), per paura di nuovi contagi (7,1%), per impegni di lavoro, connessi al fatto che l’azienda non chiuderà (5,5%) e per impegni connessi alla vaccinazione (3,1%).

LA METODOLOGIA – L’indagine, che riguarda tutti i tipi di vacanza, non solo quella in albergo, è stata realizzata da Federalberghi con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions ed effettuata dal 14 al 17 luglio con il sistema C.A.T.I. (interviste telefoniche) ad un campione di 1.203 italiani maggiorenni rappresentativo degli oltre 50 milioni di connazionali maggiorenni.

ULTERIORI INFORMAZIONI SUL MERCATO TURISTICO

Le presenze negli alberghi

A seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19, nel 2020 sono andate perse 228 milioni di presenze (-52,3% rispetto al 2019), con un calo di fatturato del settore ricettivo pari al 54,9%. La crisi non è ancora passata: nei primi sei mesi del 2021 le presenze totali sono state 115 milioni in meno rispetto a quelle dello stesso periodo del 2019 (-67,3%).
Fonte: Osservatorio Federalberghi

I turisti stranieri

In un anno normale, i turisti stranieri generano il 51,8% degli arrivi estivi, quota di mercato che si è sensibilmente ampliata negli ultimi anni (era il 46% nel 2010). E’ pertanto facilmente comprensibile quanto pesino le oggettive difficoltà negli spostamenti internazionali e la generale riluttanza ai viaggi su lunga distanza.
E’ il tedesco la lingua più parlata sotto il solleone. La Germania è di gran lunga il nostro principale mercato, con 7,3 milioni di arrivi e 38,2 milioni di presenze durante l’estate, seguita da Stati Uniti (3,1 mln di arrivi e 8,5 mln di presenze) e Francia (2,4 mln di arrivi e 7,9 mln di presenze.
Fonte: elaborazioni Federalberghi su dati ISTAT

I lavoratori nel turismo

Se non ci fosse stata la pandemia, a luglio le imprese del turismo avrebbero dato lavoro a più di un milione e mezzo di lavoratori dipendenti.
A giugno 2021, solo nel settore alberghiero, sono andati persi 74 mila posti di lavoro stagionali e temporanei di varia natura rispetto allo stesso mese del 2019 (-38,3%), come se si fosse azzerato il numero degli addetti alle fabbricazione di calzature. Nonostante il blocco dei licenziamenti, nel 2020 si sono persi quasi 20 mila occupati a tempo indeterminato, segno che le persone hanno preferito lasciare il settore. Basti considerare che da aprile 2020 a maggio 2021, le ore di cassa integrazione autorizzate per i lavoratori degli alberghi e dei ristoranti sono state 841,1 milioni.
Fonte: elaborazioni Federalberghi su dati INPS

Per saperne di più

Ulteriori informazioni sulle principali caratteristiche e l’andamento del mercato turistico italiano sono disponibili nell’ultima edizione di Datatur, realizzata da Federalberghi con il supporto tecnico di Incipit consulting.

Il volume illustra le dinamiche dell’economia turistica, con particolare attenzione a quelle del comparto alberghiero, descrivendone, in modo semplice e sintetico, i principali indicatori. Il testo è disponibile sul sito internet di Federalberghi, all’indirizzo www.federalberghi.it.

Sulla home page del sito internet www.federalberghi.it è altresì disponibile il barometro della crisi, che monitora l’andamento del mercato turistico alberghiero ai tempi del coronavirus. L’ultimo aggiornamento, pubblicato il 12 lugli

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