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FDI * MORANDINI (COORDINATORE FIEMME FASSA) / DALPALÙ (CONSIGLIERA PAT) * GRANDI CARNIVORI: « INTERVENIRE PER RIDURRE IN TRENTINO NUMERO ORSI E CONTENERE DIFFUSIONE LUPI »

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19.03 - sabato 8 aprile 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Circolo di Fratelli d’Italia di Fiemme e Fassa . Necessario intervenire immediatamente per ridurre il numero di orsi e contenere la diffusione del lupo nel territorio Trentino. Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad avvenimenti gravi e non più sostenibili per il nostro territorio: dall’aggressione mortale del giovane Andrea Papi da parte di un orso, al moltiplicarsi di avvistamenti del lupo, non più soltanto sulle piste di sci o nelle zone distanti dai paesi, ma anche in alcuni centri abitati e, in questi giorni, l’avvistamento di lupi lungo la ciclabile delle Dolomiti, a breve distanza dalle abitazioni.
E’ evidente che il progetto “life ursus” di reinserimento dell’orso nelle aree alpine, elaborato a fine anni 90 dalla giunta provinciale guidata da Carlo Andreotti (PATT) e successivamente attuato dalle giunte di centrosinistra guidate da Lorenzo Dellai, non è più sostenibile (ammesso che lo sia mai stato), ed è necessario intervenire immediatamente.

Va ricordato che l’obiettivo del progetto “life ursus” era quello di ricreare in 20-40 anni una popolazione di orsi di 40-50 esemplari in grado di autosostenersi, cioè capaci di vivere senza aiuti costanti da parte dell’uomo. Rispetto alle previsioni iniziali, oggi il “rapporto grandi carnivori 2021” che contiene i dati del monitoraggio svolto dai forestali della Provincia, stima in circa 100 esemplari il numero degli orsi presenti in Trentino, e cresciuti esponenzialmente grazie all’elevato numero di cucciolate, ed ai buoni tassi di sopravvivenza. L’areale occupato dalle femmine risulta, inoltre, in aumento.

Le previsioni iniziali si sono dimostrate sbagliate e possiamo senz’altro dire che l’idea di introdurre nei nostri territori fortemente antropizzati un grande predatore come l’orso bruno è stata una pessima idea, sia per la popolazione umana che per quella degli orsi, sempre più numerosi ed inevitabilmente inseriti in un contesto molto antropizzato, con la presenza di molte attività, specie turistiche e alpicolturali.
Su altro versante, il consolidamento della presenza del lupo nelle nostre Valli ha assunto una dimensione insostenibile. Se da un lato è vero che il ritorno del lupo nelle Alpi non è frutto di progetti di reintroduzione bensì della migrazione spontanea di alcuni esemplari (in parte dalle Alpi occidentali ed in parte dalla Slovenia), d’altro lato il numero di lupi insediati in Trentino è oramai incompatibile con la presenza dell’uomo e delle sue attività, a partire da quelle turistiche e zootecniche. L’ultimo rapporto provinciale sui grandi carnivori (2021) stima la presenza di ben 26 branchi di lupi sul territorio provinciale, 20 nel Trentino orientale e 6 in quello occidentale. E’ ormai evidente a tutti che il numero dei grandi carnivori è divenuto insostenibile e pericoloso per un territorio così fortemente antropizzato, e che gli incontri con l’uomo sono non più semplicemente probabili ma purtroppo frequenti ed inevitabili. E’ giunta l’ora di dire basta.

Sappiamo che la normativa comunitaria tutela i grossi predatori (lupo ed orso), ma è altrettanto vero che le popolazioni di montagna non possono barricarsi in casa per paura di essere aggredite da predatori che fanno quel che è nella loro natura, ovvero reagire laddove percepiscono un pericolo –che sappiamo essere inesistente – per se o per la propria prole. Il problema non sono soltanto gli esemplari confidenti o “problematici”, bensì la presenza di un numero eccessivo di grossi predatori, non compatibile con la sicurezza che deve essere garantita alla popolazione residente ed agli ospiti. Dal punto di vista normativo, si è evidenziata l’insufficienza, anzi l’inadeguatezza degli strumenti giuridici esistenti, compresa la legge provinciale n. 9/2018, che pur prevede misure di prevenzione ed intervento sui grandi carnivori. Inutile negare che i tempi di risposta non consentono (anzi non hanno consentito!) di intervenire tempestivamente ma, purtroppo, soltanto di rincorrere i casi tragici.

Queste regole vanno riscritte, vanno intensificati i contatti con le istituzioni nazionali ed europee affinché venga concordata una regolamentazione che consenta di intervenire in tempi ragionevoli non solo nei confronti degli animali definiti “pericolosi” o “problematici” ma anche per ridurre il numero degli esemplari presenti in un dato territorio, preferibilmente trasferendo gli esemplari in sovrannumero in altri territori. L’Europa deve adottare non solo normative che garantiscano la tutela delle specie animali in via di estinzione (monitorando quando tale condizione non è più esistente), ma anche norme capaci di assicurare la convivenza sostenibile con le popolazioni residenti, che su quei territori vivono e lavorano.

 

 

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Leandro Morandini – coordinatore del circolo Fratelli d’Italia di “Fiemme e Fassa”

Bruna Dalpalù – consigliera provinciale di Fratelli d’Italia

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