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FBK * LINGUAGGIO DI GENERE: « AVVOCATA O AVVOCATO? IL PESO DEI NOMI PROFESSIONALI DECLINÀTI AL FEMMINILE »

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11.25 - venerdì 21 aprile 2023

Il linguaggio di genere prevede che molti nomi di professioni siano stati recentemente declinati anche al femminile. Una ricerca dimostra però che ci sono ancora ritrosie e pregiudizi al riguardo. Se avessi bisogno di una consulenza professionale per una questione legale, ti rivolgeresti con maggiore probabilità all’avvocata Maria Rossi o all’avvocato Maria Rossi?

Un recente studio condotto dal centro di ricerca IRVAPP della Fondazione Bruno Kessler di Trento si è interrogato su quanto la declinazione al femminile del titolo professionale influenzi la percezione delle competenze di una professionista e ha dimostrato che il femminile porta ad avere delle valutazioni più basse da parte di colleghi e potenziali clienti.

Lo studio, commissionato dal Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Rovereto, ha coinvolto un campione di circa 250 professionisti e professioniste trentine. I rispondenti all’inchiesta hanno analizzato una serie di scenari dove, in una situazione ipotetica di bisogno, veniva richiesto di indicare la probabilità con cui si sarebbero rivolti ad alcune figure professionali (avvocato/a, commercialista, dottore/dottoressa), di cui erano indicati titoli professionali e una serie di caratteristiche (come genere, età, esperienza etc.). Per le avvocate donne, i titoli erano declinati al maschile (avvocato) o al femminile (avvocata). In questo modo, il team di ricerca è riuscito a rispondere a questa domanda: a parità di condizioni, quanto è probabile scegliere di rivolgersi all’ avvocata Maria Rossi invece che all’avvocato Maria Rossi?

I risultati dello studio mostrano che l’impatto della declinazione femminile è enorme: presentare un profilo come avvocata pesa (in negativo) come presentarsi con 10 anni di esperienza in meno. Questo effetto è particolarmente negativo per le professioniste più giovani e le avvocate con meno esperienza, o senza caratteristiche peculiari, come far parte di uno studio associato o aver passato l’esame di cassazionista.

Questi risultati offrono una spiegazione del perché molte donne continuino a preferire il titolo avvocate maschile in diverse professioni, anche se ormai a maggioranza femminile, come l’avvocatura. Per esempio, in Provincia di Trento, solo il 15% delle utilizza il titolo al femminile. Il titolo professionale declinato al femminile continua ad essere associato con uno stereotipo negativo e porta ad un percezione più bassa di competenza. Questi dati indicano che per incentivare l’uso della declinazione femminile, quella grammaticalmente corretta, è fondamentale tener conto del costo associato per le professioniste. A partire da questa analisi, lo studio suggerisce un ruolo potenziale di interventi di politiche pubbliche, a livello di ordine professionale o di amministrazione, che siano volti a sensibilizzare ad un corretto uso del linguaggio di genere e a ridurre lo stereotipo e il costo associato al titolo femminile.

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