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EURISPES * SICUREZZA E LEGALITÀ: ” ‘ IMMIGRAZIONE – TRATTA DEGLI ESSERI UMANI ‘ ‘ CYBER-SECURITY ‘ I TEMI TRATTATI ALLA CONFERENZA NAZIONALE CHE SI È TENUTA A NAPOLI “

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15.44 - lunedì 19 novembre 2018

Oltre cinquecento i partecipanti alla Conferenza Nazionale su Sicurezza e Legalità organizzata dalla Regione Campania, dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e dall’Eurispes che si è tenuta a Napoli dal 16 al 18 novembre. Un “vertice” interdisciplinare, il più approfondito e ampio mai realizzato, che, grazie al contributo di 85 relatori di livello internazionale, ha analizzato e declinato il macro-tema della sicurezza, attraverso le riflessioni e le proposte di otto tavoli tematici: “Beni confiscati”, “Ambiente e Territorio”, “Sicurezza urbana e Tutela penale”, “Criminalità organizzata: infiltrazione nell’economia legale”, “Terrorismo”, “Immigrazione e Tratta degli esseri umani”, “Cyber-Security”, “Dipendenze, Sicurezza e Società”.

Durante le tre giornate di lavoro è stato studiato quello che tutte le statistiche e le rilevazioni identificano come uno dei temi centrali per la vita dei cittadini; da tempo ormai in cima all’agenda politica, alle strategie del consenso e al centro dell’attenzione mediatica.
Dal lavoro degli esperti sono emerse non soltanto analisi e riflessioni approfondite, ma vere e proprie proposte.

Riflessioni e proposte

In particolare, il tavolo su “Beni Confiscati”, coordinato da Maria Vittoria De Simone, Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, sul tema di grande attualità della vendita ai privati dei beni confiscati, prevista dal Decreto Sicurezza, ha espresso «condivisione sull’esigenza di procedere alla vendita come ipotesi residuale e con esclusione dei beni di particolare valore simbolico, per i quali, invece, è auspicabile un intervento dello Stato. L’ipotesi residuale è peraltro già prevista dalla normativa, quel che è mutato è l’estensione delle categorie di possibili acquirenti, non più solo Enti pubblici». È stato specificato poi che «nel 2018, su 3.000 beni lavorati pronti per la destinazione, solo per 2.000 vi è stata una manifestazione di interesse».

Il tavolo ha espresso, inoltre, delle proposte sul ruolo dell’amministratore giudiziario, auspicando la «costituzione di un nucleo specializzato di polizia a supporto dell’amministratore giudiziario» e di un «elenco o albo di esperti a supporto della sua attività».

Molto seguito dal pubblico, composto da studiosi, tecnici, addetti ai lavori e studenti, il tavolo su “Ambiente e Territorio”, coordinato da Giancarlo Caselli, magistrato e Presidente dell’Osservatorio sulle Agromafie Eurispes/Coldiretti. Il tavolo ha messo in evidenza «l’assoluta esigenza di una nuova normativa in materia di reati agroalimentari, poiché quella vigente è inadeguata, obsoleta e controproducente, rischiando addirittura di incentivare gli illeciti. Le falle della normativa, di fatto, favoriscono l’inserimento nella filiera anche delle mafie.

Senza una riforma continueranno ad essere prevaricate la sicurezza alimentare dei consumatori insieme alle esigenze della produzione virtuosa».Proposte concrete sono arrivate anche dal tavolo “Sicurezza urbana e tutela penale”, coordinato da Antonello Perillo, Caporedattore Responsabile Tgr Rai Campania. In particolare, gli studiosi e gli investigatori hanno fatto emergere l’esigenza di «una maggiore sinergia e di un maggior dialogo tra tutte le Istituzioni che, a vario titolo, e in base alle proprie competenze, sono chiamate a tutelare i cittadini. Bisogna fare rete, fare sistema, sia in fase di prevenzione che di contrasto dei fenomeni delinquenziali». Sul versante del contrasto una risposta concreta potrebbe arrivare dall’istituzione di una “Centrale Unica per la Sicurezza” che veda al fianco di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, da una parte il supporto degli operatori dei principali istituti di vigilanza, dall’altra la partecipazione di Protezione Civile, Vigili del Fuoco, operatori sanitari e comuni.

Per quanto riguarda il tavolo su “Immigrazione e Tratta degli esseri umani”, coordinato da Marco Ricceri, Segretario Generale dell’Eurispes, gli esperti, dopo aver identificato la natura del processo migratorio, come fenomeno non congiunturale ma strutturale e originato da molteplici fattori, hanno lanciato, attraverso le esperienze di ciascuno, alcuni interessanti contributi a partire dall’esigenza di incentivare una «corretta comunicazione del fenomeno da parte della stampa»; è stata segnalata la necessità di «rendere più agevole e veloce il sistema di regolazione» di chi arriva nei nostri paesi, «creare canali di ingresso legali per ridurre i flussi illegali», promuovere una «iniziativa internazionale contro la tratta di esseri umani per modificare lo statuto della Corte Penale Internazionale e introdurre il crimine della tratta di esseri umani».

Il tavolo su “Criminalità organizzata: infiltrazione nell’economia legale”, coordinata da Giovanni Russo, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Aggiunto, dopo aver osservato in modo unanime che «per esserci infiltrazione deve esserci permeabilità del terreno» e che «la mafia ha poggiato la pistola sul comodino usando il suo potere economico per occupare mercati e falsare l’economia», ha coniato il termine di “borghesia mafiosa” e “interclassismo delle mafie” per alludere al concetto che il mafioso non è più il soggetto emarginato ma un vero professionista. Partendo da questi presupposti, è emersa la necessità di «istituire una banca dati in cui vengano raccolte le informazioni non solo dei vincitori delle gare per gli appalti, ma anche dei partecipanti, con uno sguardo a tutti gli operatori che di volta in volta assemblano il cartello». È stata poi sottolineata la necessità di continuare a «colpire le associazioni criminali di stampo mafioso, attaccando i loro patrimoni».

Il tavolo “Dipendenze, Sicurezza e Società”, coordinato da Roberta Pacifici, Direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, ha evidenziato che poco meno di 4 milioni di persone hanno consumato almeno una sostanza illegale nel corso dell’ultimo anno e a dominare, in termini di consumo, è stata la cannabis, seguita dalla cocaina. Secondo gli esperti, «ogni nuovo metodo di contrasto o di intervento, dovrà basarsi su una maggiore collaborazione multidisciplinare, anche a livello internazionale. Una maggiore cooperazione, quindi, tra tutte le Autorità giudiziarie, specialmente in riferimento a indagini relative ai proventi illeciti. Servono memorandum d’intesa operativa che leghino le Forze di polizia al fine di impiantare relazione agili e durature per semplificare le indagini e contrastare più efficacemente le organizzazioni criminali. Al tempo stesso, le Polizie dovranno aggiornarsi e specializzarsi in un’azione di infiltrazione nel livello finanziario del narcotraffico».

Il tavolo sul “Terrorismo”, coordinato da Andrea Margelletti, Presidenti del Ce.Si – Centro Studi Internazionali, ha sottolineato come il nostro Paese abbia «da sempre assunto un ruolo guida importante improntato alla ricerca di strumenti organizzativi e normativi finalizzati tanto alla prevenzione quanto al contrasto di tale fenomeno». Ma pure essendo evidente come tra i paesi occidentali, l’Italia sia stata quella meno colpita dal terrorismo di matrice islamica, ciò non deve indurre a ritenere il nostro territorio esente dal rischio di infiltrazioni terroristiche.

Innovativo e in grado di attraversare trasversalmente tutte le tematiche affrontate, il tavolo su “Cyber Security”, coordinato da Roberto De Vita, Presidente dell’Osservatorio Cyber Security dell’Eurispes. Il tavolo, utilizzando la definizione di “ecosistema digitale”, ha affrontato il tema nelle varie declinazioni, spaziando dall’analisi dei fenomeni, degli scenari attuali e della realtà normativa e tecnica/tecnologica per giungere alle prospettive sul futuro: da tema apparentemente tecnico a questione centrale inerente la democrazia, l’economia, la società e i diritti fondamentali.

I commenti

Il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Cafiero De Raho, ha concluso i lavori spiegando: «Il tema della cyber security e della regolazione dei comportamenti in Rete è stato uno dei temi che ha maggiormente aggregato l’interesse dei relatori e dei partecipanti: il web è fonte di cultura e di informazione, ma anche terreno di illiceità e campo delle più estreme contraddizioni. Ritengo che chi comunica attraverso il web debba poter essere identificato. Altro argomento di estremo interesse è stato quello della sicurezza urbana, fronte decisivo attraverso il quale si alimentano l’insicurezza e la paura dei cittadini».

A proposito di sicurezza urbana, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca ha commentato: «Si tratta di un tema essenziale per poter affrontare le altre grandi questioni: è, infatti, su questo campo che si costruisce la riserva di consenso dei cittadini, anche in relazione a politiche difficili da proporre e da attuare. È ormai necessaria una modifica radicale delle norme penali che garantiscono la sicurezza urbana: dall’abusivismo, all’accattonaggio, dall’occupazione abusiva di pezzi di territorio ai furti, allo sfruttamento della prostituzione. Di fronte a questi reati, lo Stato è disarmato. Occorre concentrare l’impegno della politica su questo fronte».

Il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara ha commentato: «Il lavoro che abbiamo fatto è stato caratterizzato da un approccio multidisciplinare e dal rifiuto delle semplificazioni: siamo riusciti a mettere insieme culture, competenze, professionalità diverse e declinare i temi della sicurezza attraverso il contributo di sociologi, economisti, rappresentanti delle Forze dell’ordine, magistrati, antropologi, manager. Sul fronte operativo, in particolare per quanto riguarda il tema della penetrazione criminale nell’economia, le nostre proposte sono: gli assegnatari di appalti pubblici devono consegnare nei tempi prestabiliti le opere chiavi in mano; eliminare il subappalto, impedire le gare al massimo ribasso». Fara ha aggiunto: «In generale, credo sia indispensabile ricominciare a guardare al futuro, a progettare per creare sviluppo a medio e lungo termine; la nostra politica è malata di “breveterminismo”, alla ricerca costante del consenso immediato».

Grande soddisfazione ha espresso Tullio Del Sette, Presidente dell’Osservatorio sulla Sicurezza dell’Eurispes: «La conferenza è stata un successo, siamo riusciti ad ottenere l’obiettivo che ci eravamo prefissati, cioè quello di approfondire il tema della sicurezza attraverso una serie di tavoli di settore e abbiamo visto come, affrontando queste materie, gli stessi temi sono risultati interconnessi. Al centro di tutto c’è quello che è stato definito “ecosistema digitale”, e quanto importante e potente stia diventando, a fronte della fragilità del cittadino che deve sempre di più confrontarsi con un sistema che produce dipendenze non più soltanto da sostanza, ma dipendenze comportamentali».

L’Assessore alla Sicurezza della Regione Campania, Franco Roberti ha concluso; «Fermarsi a riflettere e approfondire i temi della sicurezza in modo globale ci permette di evitare deficit di conoscenza e di fare regali alle mafie. In passato lo abbiamo fatto, ad esempio, non accorgendoci che il traffico di rifiuti era diventato il nuovo business della criminalità oltre a quello della droga». L’ex Procuratore nazionale antimafia ha aggiunto: «Dai tavoli sono emerse proposte nuove perché abbiamo affrontato i problemi della sicurezza attraverso punti di vista diversi ma convergenti sulla stessa idea di trovare soluzioni concrete. Ma il risultato, a mio parere, molto più interessante è dato dal fatto che esperti e studiosi di diversa matrice politica e culturale si sono trovati in sintonia sia nell’analisi sia nelle possibili risposte da dare al problema della sicurezza, diventato centrale nella vita dei cittadini».

 

CONFERENZA NAZIONALE SICUREZZA E LEGALITÀ

Seconda giornata di lavori per la Conferenza Nazionale Sicurezza e Legalità, organizzata dalla Regione Campania, dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e dall’Eurispes.
L’evento, di portata internazionale, ha fatto convergere a Napoli ottantacinque esperti tra rappresentanti delle Istituzioni, esponenti delle Forze dell’ordine, accademici, magistrati, manager, giornalisti, intellettuali, ricercatori.

Il macro-tema della Sicurezza e della Legalità verrà analizzato e declinato attraverso otto diverse angolazioni tematiche: “Beni confiscati”, “Ambiente e Territorio”, “Sicurezza urbana e Tutela penale”, “Criminalità organizzata: infiltrazione nell’economia legale”, “Terrorismo”, “Immigrazione e tratta degli esseri umani”, “Cyber-Security”, “Dipendenze, Sicurezza e Società”.

In apertura dei lavori, venerdì pomeriggio presso il Teatro di Corte di Palazzo Reale, Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo ha spiegato: «Napoli è centro di cultura e di sviluppo, centro delle migliori energie, ma anche la città dove esplodono colpi di pistola per la strada. Napoli è un luogo dalle molte contraddizioni. Le nuove mafie però non usano più l’indice per premere il grilletto, ma per cliccare sui tasti del computer per movimentare affari milionari. La tre giorni sarà anche l’occasione per riflettere sulle nuove mafie e sugli strumenti e le strategie per combatterle. Da tempo propongo la creazione di banche dati per le gare d’appalto, che permettano di individuare e monitorare le imprese che hanno partecipato. Si parlerà anche di terrorismo: oggi c’è ‘silenzio’, ma bisogna guardarsi dai silenzi. Si parlerà poi di ambiente, di rifiuti, terreno fertile per le mafie. E si parlerà di disagi e di fragilità, e delle dipendenze, che rappresentano un segnale importante del livello di disagio sociale».

Il Presidente dell’Osservatorio Permanente sulla Sicurezza dell’Eurispes, il Generale Tullio Del Sette, ha spiegato: «La sicurezza è un diritto fondamentale di tutti ed è una delle espressioni più importanti del livello di civiltà e libertà di una società. La sicurezza trova fondamento nel rispetto della legge: il rispetto deve essere serio, convinto e pieno da parte del cittadino. Un ruolo chiave spetta senz’altro alle Forze di polizia e alle Forze Armate, così come alla Magistratura: sono soggetti che devono essere autorevoli, preparati, rispettati e sostenuti».

«In uno Stato di diritto, sicurezza è legalità, ovvero la prima non può prescindere dalla seconda», ha dichiarato Franco Roberti, Assessore alla Sicurezza e Legalità della Regione Campania. “Dobbiamo dare risposte ai cittadini in termini di sicurezza e giustizia. Per rispondere alla domanda di sicurezza dobbiamo raccogliere la sfida e guardare al mondo con categorie e strumenti nuovi. Questa conferenza ambisce a creare un nuovo ponte coi protagonisti del contrasto alle mafie».

Il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, ha evidenziato che «Quando si parla di sicurezza bisogna parlare, nello stesso tempo, di paura, rischio e prevenzione. Tutta la storia politica sociale dell’umanità è un processo di paura e di ricerca della sicurezza. Gli Stati sono nati per dare sicurezza. Poi abbiamo capito che paura e insicurezza sono percezioni che prolificano negli interstizi di ogni società: non esistono società che si sentono al sicuro. La paura esplode anche se ci sono scarse possibilità che l’evento pericoloso si manifesti. Come è possibile che siano aumentate comunque a livello esponenziale la paura e l’insicurezza, nonostante le statistiche segnalino una sostanziale diminuzione del numero dei delitti? La riflessone è che negli anni Settanta e Ottanta, la paura era un fatto di élites e non popolare. Quella che era appannaggio delle élites è diventata oggi paura di tutti».

«Non è a colpi di spillo che possiamo arginare il fenomeno mafioso. Occorre avere il potere, la volontà e la libertà di creare un sistema giudiziario all’altezza del contrasto alla criminalità altrimenti continueremo a parlarci addosso». Queste le parole il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri. Occorre andare alla radice del fenomeno, capire perché in Italia i ladri di polli si sono trasformati ed organizzati in mafie e altrove questo non si è verificato. Negli ultimi venticinque anni abbiamo visto diminuire il livello etico e culturale nel nostro Paese con conseguenze pericolose».

La conclusione della giornata di venerdì è stata affidata al Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: «Sempre più vasti settori della società sembrano disponibili a rinunciare alla libertà per avere più sicurezza. Percepisco una massa crescente di cittadini che non esiterebbe a rinunciare a pezzi di libertà. Avverto anche un crescendo di sensazione di inutilità e impotenza in quelli che dovrebbero continuare a resistere. Se si diffonde ancora di più questo atteggiamento l’Italia è perduta. Siamo di fronte a questo bivio, nella vita politica ed economica». Ha poi aggiunto De Luca: «Dobbiamo riconquistare il principio di autorità: serve un salto culturale. Specialmente tra le forze di sinistra, che non hanno mai affrontato il tema della sicurezza e che hanno paura di parlare di repressione. La forza politica deve rispondere alle esigenze del presente. E per l’azione di governo la repressione è ineliminabile».

Sabato 17 novembre i lavori si svolgono dalle 9.30 alle 17.30, presso il Complesso UNIMA Monte Sant’Angelo, via Cinthia.
Ciascuno degli otto tavolo tematici di lavoro è guidato da un coordinatore che, partendo da una discussion paper, indirizzerà e modererà gli interventi dei partecipanti. Ogni singolo tavolo produrrà un documento finale con riflessioni e, soprattutto, proposte e linee di indirizzo.

La tre giorni si chiude domenica 18 novembre, presso il Teatro di Corte, Palazzo Reale di Napoli, Piazza del Plebiscito, dalle 10.00 alle 13.00.

I coordinatori dei tavoli tematici illustreranno le conclusioni e le proposte emerse dalle giornate di studio. Segue tavola rotonda a cui partecipano: Aldo Masullo, Mario Mustilli, Federico Cafiero De Raho, Gian Maria Fara, Franco Roberti. Coordina Enzo D’Errico, Direttore del Corriere del Mezzogiorno.

I tavoli tematici di lavoro

BENI CONFISCATI
Le strategie di aggressione patrimoniale alla criminalità organizzata devono essere sostenute da una politica efficace volta a disciplinare la gestione e la destinazione delle attività e dei beni sequestrati e confiscati. Negli anni si sono sommati una serie di provvedimenti normativi che si sono mossi in questa direzione, rivalorizzando beni e attività sottratti al controllo della criminalità organizzata. Molto è stato fatto ma molto è ancora da fare. Spesso è stata sottodimensionata la stima delle risorse necessarie nella fase conseguente la confisca e il sequestro: gli amministratori chiamati a conservare o rilanciare tali beni rivestono un ruolo di assoluta centralità e responsabilità nel preservare e incrementare il loro valore economico. È quindi fondamentale intervenire nella promozione di una cultura dell’uso dei beni confiscati alle mafie e assicurarne la custodia adottando strumenti di contenimento degli oneri direttamente o indirettamente connessi alla loro amministrazione. Il rischio è che la somma delle problematicità che si riscontrano sin dalla fase giudiziaria, così come nella loro gestione, possano vanificare la stessa confisca.

Coordinatore Maria Vittoria De Simone (Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo– Dna)

Giovanni Allucci (Amministratore Delegato e Direttore Generale della società Agrorinasce – Agenzia per l’innovazione, lo sviluppo e la sicurezza del territorio)
Giovanni Chinnici (Coordinatore Comitato Studi Fondazione Rocco Chinnici)
Alfredo Durante Mangoni (Ministro Plenipotenziario, Coordinatore per le attività internazionali anticorruzione – Maeci)
Nicola Graziano (Magistrato del Tribunale di Napoli con funzione di Giudice delegato ai fallimenti)
Giuseppe Linares (Dirigente Superiore della Polizia di Stato – Direttore del Servizio Anticrimine)
Tonino Palmese (Presidente Fondazione Polis)
Luigi Palumbo (Amministratore Giudiziario)
Carlo Ricozzi (Generale di C.A. della GdF – Comandante Interregionale dell’Italia Meridionale)
Ennio Mario Sodano (Presidente Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei Beni Confiscati)
Roberto Vona (Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese, Dipartimento di Economia, Management, Istituzioni Università Federico II di Napoli)

AMBIENTE E TERRIRORIO
Che cosa significa e come si può coniugare il concetto di Sicurezza Ambientale e Territoriale? Chi sono i soggetti che infrangono la legge attentando all’integrità dei nostri territori? Le leggi sono adeguate a favorire la prevenzione e la repressione dei reati ambientali, il ripristino dei siti contaminati e la tutela della salute dei cittadini? Infine, in che modo facciamo fronte alle sfide poste all’ambiente dai grandi cambiamenti in atto su scala globale, che sempre più mettono a rischio la sicurezza dei cittadini di oggi e di domani?
A queste domande si propone di rispondere il tavolo di esperti dedicato al tema “Ambiente e Territorio”. Da una parte, le sfide legate al contrasto alle attività illecite che operano nella contraffazione dei prodotti alimentari, in particolare del Made in Italy, che mettono a rischio interi sistemi socio-economici locali e la stessa economia nazionale e minacciando, al contempo, la sicurezza alimentare dei consumatori.

Dall’altra, il grande tema dei cambiamenti climatici e i fenomeni sempre più intensi e pericolosi che mettono a rischio il territorio: le ondate di calore e di siccità, le precipitazioni sempre più frequenti e distruttive combinate a esondazioni e fenomeni affini. Come prepararsi ai rischi e quali strategie di adattamento applicare.

Coordinatore Giancarlo Caselli (Magistrato, Presidente Osservatorio Agromafie Eurispes/ Coldiretti)

Viviana del Tedesco (Sostituto Procuratore della Repubblica – Udine)
Bruno Frattasi (Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile)
Pier Luigi Malavasi (Direttore ASA)
Gianni Francesco Mattioli (Professore Ordinario – Dipartimento Fisica, Sapienza Università di Roma)
Agostino Miozzo (Direttore dell’Ufficio Promozione ed Integrazione del Servizio Nazionale)
Eugenia Pontassuglia (Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – DNA)
Antonio Ricciardi (Generale di C.A. Arma dei Carabinieri, Comandante dell’Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare)
Lorenzo Salazar (Vice Presidente Gruppo lavoro corruzione internazionale dell’OCSE)
Francesco Sperandini (Dirigente Gestore dei Servizi Energetici – GSE)
Giuseppe Vadalà (Generale di B. Arma dei Carabinieri – Commissario Straordinario di Governo per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale)

SICUREZZA URBANA E TUTELA PENALE
Il tema della sicurezza negli ambienti urbani ha da sempre un grande impatto sull’intera cittadinanza e spesso trova spazio, purtroppo, nelle pagine di cronaca nera dei quotidiani. L’obiettivo del tavolo è proprio quello di incentrare la discussione sulle molteplici modalità di intervento per garantire la sicurezza sociale. All’opera di prevenzione e repressione portata avanti dalle Forze dell’ordine è necessario affiancare e attuare interventi di recupero e riqualificazione – anche urbanistica e culturale – degli spazi urbani e proporre, al contempo, efficaci misure anti-marginalizzazione sociale. Le nuove normative adottate nel corso del 2017 e quelle attualmente in discussione alimentano ogni giorno il dibattito sulla sicurezza, con l’obiettivo di contrastare le criticità. Soltanto un’azione comune può portare a risultati concreti e contrastare fenomeni allarmanti come quello delle baby gang o del racket di imprenditori nelle periferie degradate. Stando ai dati dell’Eurispes, gli italiani continuano a nutrire moltissima fiducia nelle Forze dell’ordine. Tuttavia, resta elevata la percezione delle insicurezze, specialmente nel Lazio, in Lombardia e in Campania: più grandi sono i centri urbani, maggiori sono le criticità da affrontare.

Coordinatore Antonello Perillo (Caporedattore Responsabile della TGR RAI Campania)

Giuseppe Amato (Procuratore Capo presso il Tribunale di Bologna)
Guido Bertagna (Superiore della comunità di Padri Gesuiti di Padova)
Giuseppe Cavo Dragone (Ammiraglio di Squadra – Comandante del comando operativo di vertice interforze – COI)
Antonio D’Amato (Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere)
Dario Del Porto (Repubblica)
Giacomo Di Gennaro (Coordinatore Master di II livello Criminologia e Diritto penale. Analisi criminale e politiche per la sicurezza urbana – Università degli Studi di Napoli Federico II)

Andrea Di Nicola (Università di Trento)
Franco Fiumara (Responsabile Direzione Centrale Protezione Aziendale di FS Italiane)
Diego Franchi (Architetto Urbanista – Comitato Scientifico Eurispes)
Maria Luisa Iavarone (Professore ordinario di Pedagogia generale e sociale – Dipartimento di Scienze Motorie e del Benessere (Università degli Studi di Napoli “Parthenope”)
Giuseppe Fausto Milillo (Presidente e Titolare di Licenza di KSM Security)
Marco Rossi Doria (Esperto Politiche Educative e di lotta alle povertà)
Gemma Tuccillo (Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità)

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: INFILTRAZIONE NELL’ECONOMIA LEGALE
L’economia globalizzata ha determinato radicali cambiamenti nelle strategie adottate dalla criminalità organizzata per generare profitti illeciti. L’uso della violenza e delle intimidazioni è stato soppiantato dalla pratica delle corruzioni, in ambienti pubblici e privati. Senza suscitare particolare allarme sociale, provocato dall’uso indisciplinato della violenza, le organizzazioni criminali hanno saputo gestire la commistione tra l’economia legale e quella illegale, tessendo ragnatele che abbracciano l’intero globo.

Oggi è possibile vendere, comprare e fare affari ovunque utilizzando anche nuove monete come il Bitcoin: in questa sfrenata rincorsa al profitto le recenti criticità dell’economia e le crisi di liquidità da esse generate sono state affrontate utilizzando una domanda di servizi illegali. È emerso cioè un nuovo modo di “fare mafia”, capace di intercettare e soddisfare tale domanda da parte delle imprese e far divenire le criminalità organizzate dei veri e propri stakeholder accanto a clienti, concorrenti e fornitori.
L’urgenza di affrontare con un’analisi rigorosa le interferenze delle mafie nell’economia legale sarà posta al centro di questo dibattito. Al contempo, sarà doveroso soffermarsi sulla trasformazione della parola mafia in quelle fasce di consumatori che non la considerano un disvalore. Marchi e riferimenti alla criminalità hanno una vera e propria domanda di mercato, raccolta da imprenditori che ne hanno saputo brandizzare le caratteristiche.

La presenza e la pervasività della mafia nell’economia legale devono avviare una profonda riflessione anche in materia di antiriciclaggio. L’obiettivo da perseguire è quello di generare un vero e proprio cambiamento culturale che sviluppi “anticorpi antimafia” e coinvolga il settore pubblico, quello privato e l’intera società civile. La DNA è chiamata a guidare e promuovere questa spinta, trovando sostegno nelle iniziative nazionali e internazionali finalizzate a fronteggiare i processi di globalizzazione delle attività criminali.

Coordinatore Giovanni Russo (Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Aggiunto)

Andrea Castaldo (Professore Ordinario di Diritto Penale, Università degli Studi di Salerno)
Claudio Clemente (Direttore UIF Banca d’Italia)
Domenico Cuttaia (Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura)
Stefano D’Alfonso (Professore di diritto pubblico e diritto amministrativo – Dipartimento di Scienze Sociali, Università Federico II di Napoli)
Gigi di Fiore (Scrittore e Giornalista de “Il Mattino”)
Giuseppe Governale (Direttore della Direzione Investigativa Antimafia – DIA)
Franca Maria Rita Imbergamo (Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo – DNA)
Antonio Laudati (Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo – DNA)
Donato Masciandaro (Direttore Centro Baffi Carefin, Università Luigi Bocconi, Milano)
Giovanni Melillo (Procuratore Capo di Napoli)
Giovanni Tartaglia Polcini (Magistrato, Consigliere Giuridico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – MAECI)

TERRORISMO
Nel corso degli ultimi anni, il terrorismo islamico di matrice jihadista si è evoluto, trasformato profondamente, rinnovato grazie a linguaggi e tattiche fino a poco tempo fa inimmaginabili, e ad una capacità comunicativo-propagandistica al passo con la tecnologia.
In questo contesto internazionale, l’Italia si trova in prima linea: non solo come potenziale obiettivo, ma anche per la qualità della risposta approntata.
A fronte di un variegato ventaglio di strumenti adottati per il contrasto alla minaccia terroristica, l’Italia presenta ancora dei profili di vulnerabilità sul versante della prevenzione dei processi di radicalizzazione.

Appare quindi sempre più urgente il completamento della strategia nazionale di contrasto, che affianchi alla repressione e al lavoro d’Intelligence anche la costruzione di una contro-narrazione e l’adozione di strumenti per depotenziare il messaggio jihadista.
Sull’efficacia dell’obiettivo influisce parimenti la capacità dei Governi di adattare il quadro normativo e legale al mutamento delle tecniche di finanziamento, di creare meccanismi efficaci per la condivisione delle informazioni a livello internazionale.

Coordinatore Andrea Margelletti (Presidente del Ce.S.I. – Centro Studi Internazionali)

Pasquale Angelosanto (Generale di B. CC – Comandante del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri)
Gennaro Capoluongo (Dirigente Superiore Polizia di Stato)
Stefano Dambruoso (Sostituto Procuratore Tribunale di Bologna)
Lamberto Giannini (Direttore Centrale della Polizia di Prevenzione – DCPP)
Evgheny Pashentsev (Professore Accademia Diplomatica, Mosca)
Maurizio Romanelli (Procuratore Nazionale Aggiunto Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo – DNA)
Federico Tedeschini (Presidente del C.d.A della Fondazione YMCA Italia)

IMMIGRAZIONE E TRATTA DEGLI ESSERI UMANI
Secondo il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite, a livello mondiale i flussi migratori sono aumentati da 154 milioni di persone nel 1990 a 232 milioni nel 2013. Le aree con il maggior numero di migranti presenti nel proprio territorio sono in primo luogo l’Europa, inclusa la Russia, (73 milioni) e l’Asia (71 milioni) che insieme coprono i 2/3 del fenomeno, seguiti dal Nord America (53 milioni), l’Africa (19 milioni), l’America Latina (9 milioni) l’Oceania (8 milioni).

Secondo l’ONU, l’Europa sarà destinataria “dei flussi più elevati di immigrazione”. I paesi che dovranno fronteggiare i più alti tassi di immigrati sono: Stati Uniti, Canada, Australia, Gran Bretagna, Germania, Italia, Russia. I paesi da cui muoveranno i maggiori flussi migratori sono nell’ordine: Cina, India, Bangladesh, Pakistan, Messico.
Nel 2015 tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, quindi anche l’Italia, hanno approvato l’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile e si sono impegnati a realizzare 17 obiettivi generali e 169 obiettivi specifici per “trasformare il mondo”. Negli obiettivi specifici dell’Agenda 2030 troviamo diversi punti di impegno riguardo alle politiche migratorie come la lotta ad ogni forma di schiavitù moderna e di traffico di esseri umani e il rispetto dei diritti umani nel mondo del lavoro.
Il prossimo 10-11 dicembre 2018, le Nazioni Unite approveranno in una conferenza intergovernativa a Marrakech (Marocco) il nuovo “Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration”, il documento della nuova strategia di gestione dei flussi migratori che conferma l’impostazione generale dell’Agenda 2030 e impegna i Governi a piani di gestione per aree vaste.

Di fronte al fenomeno migratorio, giudicato come strutturale e destinato a crescere, quali piani concreti promuovere? Il tavolo “Immigrazione e tratta degli essere umani” si concentrerà su alcuni punti: lotta alla criminalità organizzata, cooperazione tra gli Stati, governance dei processi migratori, contributo dei migranti allo sviluppo economico, organizzazione degli assetti urbani.

Coordinatore Marco Ricceri (Segretario Generale Eurispes)

Paolo Busco (Avvocato Internazionalista)
Alexey Gromyko (Direttore dell’Istituto per l’Europa, Accademia delle Scienze di Russia IE-RAS)
Ottavio Lucarelli (Giornalista Presidente Ordine Giornalisti Campania)
Antonio Mazzitelli (Capo dell’Ufficio per l’America Latina ed i Caraibi, Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga ed il Crimine – UNODC)
Paolo Morozzo Della Rocca (Responsabile per l’area legale e per i servizi agli immigrati portatori di vulnerabilità – Comunità di Sant’Egidio)
Cesare Sirignano (Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – Responsabile del Polo Criminalità Transnazionale)
Filippo Spiezia (Vice Presidente Eurojust)
Salvatore Strozza (Full Professor of Demography – Dipartimento di Scienze Politiche Università di Napoli Federico II)
Luigi Maria Vignali (Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie MAECI)

CYBER-SECURITY
Il 55% della popolazione mondiale (oltre 4 miliardi e mezzo di persone) è connessa ad Internet – in Italia oltre il 73% (43 milioni di persone) – e tra queste, il 68% lo fa tramite mobile devices. Entro il 2020 il rapporto uomo-apparati sarà di 1 a 6. Sulla Rete, ormai, gli oggetti hanno una propria identità e sono in grado di comunicare tra loro e di interoperare, anche a prescindere dalla volontà ed interazione dell’uomo.

Difesa delle infrastrutture critiche, implementazione delle reti intelligenti, protezione dei dispositivi, operation continuity, protezione e conservazione dei dati, identity and access mangement (IAM), identity governance and administration (IGA), rappresentano temi centrali della cyber security, ma non ne esauriscono la portata.
Accanto ad una dimensione “tecnica”, la cyber security assume centralità nella trasformazione sociale, economica ed anche democratica che la rivoluzione digitale ha comportato: social network, identità digitale, reputazione e responsabilità, privacy, profilazione, algoritmi, fake news e manipolazione del consenso necessitano di analisi e risposte di public policy making e di una effettiva partnership nel law enforcement pubblico e privato. Così come fenomeni ad elevato allarme sociale e criminale, che trovano nella Rete e nell’IT un luogo di elezione, necessitano di nuovi strumenti di contrasto.

In particolare, due macrotemi di rilevanza strategica necessitano di particolare approfondimento analitico, con conseguente individuazione di strumenti di risposta adeguati alle criticità sistemiche: 1) l’identità digitale e la responsabilità digitale; 2) l’effettività del law enforcement.

Coordinatore Roberto De Vita (Presidente Osservatorio Cyber Security Eurispes)

Mario Caligiuri (Direttore Master in Intelligence, Università della Calabria)
Nunzia Ciardi (Direttore Servizio Polizia Postale)
Vincenzo Loia (Direttore Dipartimento Management and Innovation Systems, Università degli Studi di Salerno)
Marco Mayer (Docente di Conflict and peace Building,l’Università LUISS di Roma)
Francesco Morelli (Responsabile della Tutela Aziendale di Terna)
Stefano Bordi (Vice Presidente Cyber Security del Gruppo Leonardo S.p.A)
Andrea Quacivi (Amministratore Delegato di SOGEI)
Greg Simons (Professore Associato presso IRES – Università Uppsala)
M.A. Francesco Zorzi (IT Enforcement)

DIPENDENZE, SICUREZZA, SOCIETÀ
Contrastare l’insorgere e la diffusione delle dipendenze, siano queste derivanti dall’uso prolungato di sostanze stupefacenti o di alcol, oppure connesse al gioco d’azzardo, è un compito estremamente complesso per tutti coloro che hanno un ruolo da protagonista in questa lotta. I circuiti della criminalità organizzata alimentano e sfruttano debolezze e vulnerabilità sociali. Contestualmente, si fanno sempre più frequenti e preoccupanti gli episodi che coinvolgono giovanissimi consumatori di droghe, tabacco o smart drug. Oltre a Magistratura e Forze dell’ordine, che svolgono un primario nelle attività di contrasto al narcotraffico e nella lotta alle infiltrazioni mafiose nel gioco d’azzardo, sia questo lecito o illecito, o nella gestione della condizione carceraria, anche le Istituzioni dedite alla salvaguardia della salute hanno sviluppato efficaci strategie di contenimento dei fenomeni di dipendenza. Fondamentale però sarà riuscire a migliorare le attuali collaborazioni e promuovere interventi mirati allo sviluppo di network deputati alla difesa e alla promozione della salute. In questa ottica, risultati importanti hanno raggiunto i laboratori di farmacotossicologia e lo Snap, il Sistema nazionale di allerta precoce sulle droghe.

I fenomeni di elevato consumo e la dipendenza da alcol o tabacco, inoltre, devono mettere in guardia le Istituzioni sulla necessità di controllare i prodotti e di contrastare i fenomeni di contraffazione e contrabbando. Importante sarà quindi garantire una forte presenza nel mondo online e realizzare monitoraggi costanti e qualificati.
È richiesta perciò una organizzazione puntuale e flessibile che passa per una personalizzazione degli interventi e per una formazione continua e specifica degli addetti ai lavori. Costruire una rete di intervento con un approccio multidisciplinare e una collaborazione interforce sarà fondamentale per intercettare i bisogni della popolazione e riconoscere e mettere in pratica nuove strategie di contrasto delle dipendenze.

Coordinatore Roberta Pacifici (Direttore Centro Nazionale Dipendenze e Doping – Istituto Superiore di Sanità)

Giuseppe Cucchiara (Direttore Centrale Servizi Antidroga del Dipartimento della P.S.)
Francesco Curcio (Procuratore Capo di Potenza)
Nicola Gratteri (Procuratore della Repubblica di Catanzaro)
Vincenzo Macrì (Presidente Osservatorio Salute, Previdenza e Legalità Eurispes/Enpam)
Giorgio Malfatti di MonteTretto (Ambasciatore d’Italia)
Massimo Morisi (Professore Ordinario Facoltà di Scienze Politiche, Università di Firenze)
Francesco Saverio Romolo (Ricercatore Capo, Agenzia Atomica Internazionale Iaea)
Stefano Vecchio (Dipartimento Sert ASL Napoli 1)

 

 

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