(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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Presentato il nuovo rapporto di ricerca sulle cooperative mondiali realizzato dall’Alleanza internazionale delle Cooperative con il supporto scientifico di Euricse. World Cooperative Monitor: quello cooperativo è un modello resiliente e sempre più digitale.
Sono quattordici le cooperative italiane che “pesano” nella classifica delle più grandi cooperative al mondo, con un valore complessivo della produzione di 66,82 miliardi di dollari, più del 3% del fatturato globale. Sul fronte nazionale, il Report di quest’anno si arricchisce dell’ingresso di Manutencoop al 293° posto, mentre rimangono sostanzialmente invariati (rispetto all’ultima edizione) i piazzamenti di Conad (26° posto, la più grande delle italiane) e Coop Italia (29° posto).
A livello globale sul podio troviamo i due istituti bancari Groupe Crédit Agricole (Francia) e Cooperative Financial Network Germany – BVR (Germania), rispettivamente al primo e terzo posto; secondo è il gruppo REWE group (Germania) che opera nella grande distribuzione organizzata.
Il “World Cooperative Monitor” ormai da undici analizza dimensioni e caratteristiche delle 300 imprese cooperative di maggiore dimensione a livello mondiale, tracciando un’analisi settoriale, con riferimento anche ai dati sull’occupazione. Le evidenze raccolte testimoniano la capacità delle grandi cooperative di attivare risorse importanti, anche in momenti particolarmente complessi sul fronte economico e sociale. Il nuovo rapporto rileva inoltre come le cooperative stiano sperimentando strumenti digitali per rafforzare e consolidare l’identità cooperativa.
L’Istituto Europeo di Ricerca sulle Imprese Cooperative e Sociali (Euricse) e l’Alleanza Internazionale delle Cooperative (ACI) hanno presentato oggi la nuova edizione del World Cooperative Monitor, durante un seminario in collaborazione con ICETT (un think thank composto da grandi cooperative e gruppi cooperativi impegnati con ICA nello studio e nell’approfondimento di varie tematiche legate al mondo cooperativo). Per Euricse sono intervenuti Chiara Carini e Gianluca Salvatori, affiancati da Pete Westall, CVO Midcounties Co-operative (Regno Unito) e Bruno Roelants, direttore generale di ICA. Sul tema della digitalizzazione si sono confrontati Saji Gopinath, Vice Rettore della Digital University
Kerala (India) e i rappresentanti di due grandi gruppi cooperativi di consumo: Midcounties Cooperative (Regno Unito) e Lobyko (Danimarca).
Citando il rapporto di ricerca sulle cooperative mondiali Mario Diani, Presidente di Euricse, spiega che «I tempi stanno cambiando e l’emergere di economie incentrate sulla persona, sulla condivisione delle risorse, sull’efficienza delle medesime e sulla sostenibilità è una tendenza tutt’altro che transitoria. Negli ultimi undici anni il World Cooperative Monitor ha dimostrato la resilienza del modello cooperativo di fronte alle sfide globali, tra cui quella dell’ultima pandemia e le crisi finanziarie e sociali. I dati contenuti nel Rapporto testimoniano la capacità delle grandi cooperative di attivare risorse importanti in momenti di grande difficoltà».
Sulla rilevanza a livello mondiale del Report, Gianluca Salvatori, Segretario Generale di Euricse, sottolinea che «Stiamo vivendo una inedita stagione di visibilità per l’economia sociale e in tutto il mondo si moltiplicano le iniziative che danno risalto a questo modello nelle attività economiche: dal Piano europeo per l’economia sociale alla Raccomandazione dell’OCSE, fino alla Risoluzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) che indica l’economia sociale e solidale, come vettore concreto per poter garantire un lavoro dignitoso a tutti. È quindi sempre più importante che l’economia sociale e i suoi attori, tra cui le cooperative, sia riconosciuta anche per l’importanza che ha in termini di dimensioni. Questa è un’ulteriore conferma e sfida per il World Cooperative Monitor, che deve contribuire a costruire una conoscenza più accurata dell’economia sociale, per la componente cooperativa».
Le cooperative italiane nella classifica mondiale
Nella classifica del World Cooperative Monitor le cooperative italiane sono passate da tredici a quattordici, con l’ingresso di Manutencoop al 293° posto. Complessivamente valgono 66,82 miliardi di dollari, più del 3% del fatturato totale delle 300 più grandi cooperative al mondo (dati 2020). Sono Conad, Coop Italia, Reale Mutua, Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, Cattolica Assicurazioni, Gruppo Cassa Centrale, Agricola Tre Valli, GESCO, CEF, Granlatte, Gruppo ITAS, Unione Farmaceutica Novarese, SACMI e Manutencoop. Sostanzialmente invariati rispetto alla precedente edizione sono i migliori piazzamenti di Conad, che occupa il 26° posto, e di Coop Italia, che segue al 29° posto.
Guardando ai singoli settori, in ambito servizi Manutencoop è seconda, seguita da Coopservice, terza, F.A.I. Service, sesta, CNS, ottava e CIR Food S.C, nona. Nel commercio troviamo Conad e Coop Italia rispettivamente settima e ottava, mentre tra le industrie il gruppo SACMI – Società Anonima Cooperativa Meccanici Imola – è all’ottavo posto. Nel settore finanziario il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea è al nono posto.
I dati internazionali
Il fatturato complessivo delle 300 più grandi organizzazioni cooperative ha toccato nel 2020 2.171 miliardi di dollari: il settore assicurazioni (101 imprese) rappresenta la fetta più consistente, poi seguono quello agricolo (100 imprese), e quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (59 imprese).
Sono lievi le variazioni, rispetto allo scorso anno, nelle prime posizioni in tutti i settori. Guardando ai vertici della Top 300 (la classifica delle 300 cooperative più grandi al mondo) il podio vede al primo posto la francese Groupe Crédit Agricole, seguita dalle tedesche REWE group e Cooperative Financial Network Germany – BVR, rispettivamente al secondo e terzo posto. La maggioranza delle organizzazioni in classifica si trovano nei Paesi industrializzati: gli Stati Uniti sono presenti con 71 imprese, la Francia con 42, la Germania con 31 e il Giappone con 22.
Il World Cooperative Monitor presenta anche una classifica di fatturato in relazione al PIL pro-capite, con il proposito di mettere in relazione i dati economici con l’effettiva ricchezza di ogni singolo Paese. In questa seconda graduatoria le prime due posizioni della Top 300 vanno a due cooperative agricole indiane, IFFCO e la Gujarat Cooperative Milk Marketing Federation, rispettivamente prima e seconda, mentre la francese Groupe Crédit Agricole è terza.
Consolidare l’identità cooperativa con l’uso degli strumenti digitali
Il Report 2022 dedica un capitolo specifico al tema della digitalizzazione, evidenziando in che modo i grandi gruppi cooperativi hanno saputo adattarsi ai cambiamenti derivanti dall’uso degli strumenti digitali, per consolidare e rafforzare i principi dell’identità cooperativa, come la partecipazione e il coinvolgimento dei soci.
L’analisi, basata sui risultati di un’indagine condotta in diversi settori di attività, si posiziona in maniera complementare rispetto a quanto è stato già prodotto nelle precedenti edizioni del World Cooperative Monitor, che avevano messo il focus sull’impatto dato dalla pandemia da Covid-19 (Report 2020) e sulle azioni messe in campo dalle grandi cooperative per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Report 2021).
In relazione al focus di quest’anno, tra gli esempi il Monitor cita quelli dell’Organizzazione delle Cooperative Brasiliane (OCB), che sta lavorando intensamente proponendo corsi specifici e attività di formazione sulla digitalizzazione per le proprie associate.
In Italia, il riferimento va al progetto “Cooperazione Digitale”, promosso dall’Alleanza delle Cooperative Italiane con il supporto di Google.org, la divisione filantropica di Google, con l’obiettivo di mettere nelle condizioni di cogliere le opportunità offerte dalla trasformazione digitale tutte le imprese cooperative e non profit, dando priorità a quelle vulnerabili.