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ENPA * TRENTINO « LETTERA A PREMIER MELONI, SI IMPUGNI LA LEGGE INCOSTITUZIONALE DI FUGATTI “AMMAZZA-ORSI/LUPI” »

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15.25 - giovedì 24 agosto 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Con una lettera inviata alla premier Giorgia Meloni, al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, al ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, la presidente nazionale di Enpa Carla Rocchi ha chiesto al governo di impugnare davanti alla Corte Costituzionale le norme “ammazza-orsi” e “ammazza-lupi” varate dal presidente della PAT Maurizio Fugatti e inserite nella legge si assestamento di bilancio. E’ il famigerato articolo 59 della legge numero 9 dello scorso 8 agosto che, oltre ad autorizzare uccisioni indiscriminate di orsi e lupi, esautora l’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) da ogni decisione.

La casistica prevista dal provvedimento è vaga, generale e generalizzata – denuncia Enpa – e sembra essere dettata unicamente dall’odio che Fugatti nutre per i grandi carnivori. Non si spiegano altrimenti le norme che, giusto per citare uno dei passaggi più incredibili di questa legge, autorizzano a massacrare un orso o un lupo per il solo fatto di essersi avvicinato in montagna ad una casa disabitata. Come se ciò non bastasse, il presidente della PAT si attribuisce pieni poteri sulla vita di questi animali poiché si arroga la facoltà di ucciderli senza dover chiedere e ottenere un parere dell’Ispra; parere che deve tornare a essere obbligatorio. L’Istituto, malgrado le ambizioni da sovrano assoluto nutrite da Fugatti, è ancora oggi l’organismo scientifico di riferimento in Italia per le politiche sulla gestione dell’ambiente e della fauna e non può essere in alcun modo escluso.

Le norme ammazza-lupi e ammazza-orsi rappresentano inoltre una palese violazione della direttiva europea Habitat perché oltre ad eliminare il già citato parere Ispra, concedono alla PAT un potere di deroga assoluto e illimitato al regime di protezione speciale di cui in Europa godono orsi e lupi. Secondo quanto previsto dalla direttiva stessa (articolo 16), eventuali deroghe devono essere eccezionali, limitate nel tempo, ben motivate e possono essere applicate solo quando non vi sia alcun’altra “soluzione valida”. L’articolo 59 della legge PAT appena varata, inoltre, è chiaramente incostituzionale, dal momento che esso entra in rotta di collisione con il comma 2 dell’articolo 9 della Costituzione (“Lo Stato tutela l’ambiente, la biodiversità, gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”). Il dettato costituzionale prevede appunto la protezione della biodiversità e non certo il suo sistematico smantellamento attraverso provvedimenti che calpestano il diritto interno, internazionale e sovranazionale.

«Se il Governo non dovesse impugnare la legge della PAT avrebbe il dovere di spiegare a tutti gli italiani perché dovranno farsi carico della campagna elettorale di Fugatti. E’ molto probabile, infatti, che la Corte di Giustizia europea condannerà il nostro Paese a una multa salata. A pagare il conto – commenta Rocchi – saranno tutti i contribuenti e non certo il vero responsabile della procedura d’infrazione, cioè il presidente della PAT».

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