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ECONOMIA: ISTAT-PAT, STIME PIL TRENTINO 2016 A +1.1% / NORD-EST +1.2% / ITALIA +0.9%

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13.11 - giovedì 31 agosto 2017

(Fonte: Ispat, Istituto statistica Provincia autonoma di Trento) – L’Istituto di statistica della provincia di Trento (Ispat) presenta la stima della dinamica dei principali aggregati economici per il Trentino relativi all’anno 2016. Tali informazioni, elaborate in anticipo rispetto a quelle diffuse dall’Istat, costituiscono un’analisi territoriale preliminare delle serie ufficiali di contabilità regionale.

Gli aggregati presi in considerazione sono: il valore aggiunto, il Prodotto Interno Lordo (Pil), i consumi finali interni, gli investimenti e l’interscambio commerciale.

L’operazione di stima è stata condotta attraverso l’applicazione delle informazioni a carattere congiunturale relative all’anno 2016, che si sono rese disponibili nella prima parte del corrente anno, alla tavola intersettoriale dell’economia trentina aggiornata secondo gli ultimi dati regionali in Sec 2010 prodotti da Istat.

All’interno della stessa i dati sulle dinamiche più recenti hanno potuto trovare una loro coerenza e adattabilità attraverso la procedura di bilanciamento del conto delle risorse e degli impieghi.

Contestualmente è stata rivista la stima per l’anno 2015 anche in considerazione dei dati diffusi dall’Istat nel dicembre scorso.

Le serie prodotte risultano quindi allineate ai dati provvisori Istat fino al 2014, mentre si differenziano per l’anno 2015 in considerazione del fatto che l’ultimo anno di stima diffuso da Istat è da ritenersi preliminare e quindi presenta un livello di affidabilità decisamente limitato per il Trentino.

Istat ha in programma la diffusione delle prime stime di contabilità territoriale per l’anno 2016 a fine anno.

 

 

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I principali risultati

Nel 2016 in Italia si è consolidato il processo di ripresa iniziato nell’anno precedente. Il Pil italiano è cresciuto in volume dello 0,9% grazie alla spinta della domanda interna.

Si allontana così la fase recessiva dell’economia italiana anche se, in livello, non sono state ancora recuperate le pesanti perdite del lungo periodo di crisi. La crescita sperimentata nel 2016, seppur inferiore a quella europea, è stata trainata dalla crescita della produzione industriale e da un’accelerazione degli investimenti e delle esportazioni.

Nel contempo, la stabilità dei prezzi al consumo, combinata alla crescita dei redditi nominali, ha favorito l’incremento del reddito disponibile in termini reali, fornendo un apporto positivo alla crescita dei consumi finali nazionali. Il calo dei prezzi all’import ha sostenuto le ragioni di scambio attenuando la generale debolezza del commercio internazionale.

In tale contesto, anche l’economia del Trentino consolida i segnali di ripresa segnando una crescita del Pil superiore a quella registrata a livello nazionale (+1,1%).

Le stime preliminari dell’Istat a livello ripartizionale1 inquadrano la crescita del Pil provinciale nel’anno 2016 all’interno di un contesto territoriale che sembra registrare la performance migliore in Italia: le prime stime indicano, infatti, per il Nord-est un incremento dell’1,2%, che distacca le regioni del Centro (+0,7%) e quelle del Nord-ovest (+0,8%), e si mantiene superiore anche al trend di crescita del Mezzogiorno per il quale si stima una crescita in linea con quella nazionale.

 

 

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Stima anticipata della dinamica di alcuni aggregati economici in Trentino

L’Ispat Istituto di Statistica della provincia di Trento) presenta attraverso un nuovo report la stima anticipata della dinamica dei principali aggregati macroeconomici del Trentino.

Il 2016 ha visto consolidarsi il processo di ripresa iniziata negli anni precedenti. Il PIL italiano è cresciuto in volume dello 0,9% grazie alla spinta della domanda interna e si stima per il Nord-est una crescita dell’1,2%. In tale contesto, l’economia del Trentino si colloca in posizione intermedia con una crescita stimata nell’ordine dell’1,1%.

Il contributo principale alla crescita locale proviene dalla ripresa dei consumi interni, favoriti sia dal recupero del reddito disponibile e dalla bassa inflazione, sia dagli ottimi risultati delle stagioni turistiche.

Un apporto positivo viene anche dalla ripresa dei servizi market, in particolare dal commercio, dai pubblici esercizi e dai servizi professionali, che controbilanciano le difficoltà riscontrate dall’industria trentina. L’agricoltura chiude in negativo sia in termini di produzione, che in termini di valore aggiunto a causa della crescita dei costi intermedi che hanno eroso reddittività. L’industria in senso stretto mostra un rallentamento produttivo e cresce nel complesso solo dello 0,2%. Difficoltà si riscontrano nei comparti energia, chimica e metalmeccanico, mentre risultati positivi si osservano per l’alimentare, il tessile, il legno e le altre industrie manifatturiere. Torna in positivo il valore aggiunto delle costruzioni (+0,6%).

In un contesto in cui la domanda pubblica rimane ancora debole, sembrano riprendere forza gli investimenti delle imprese, grazie alla notevole intensità negli acquisti di mezzi di trasporto e agli incentivi statali.

Segnali meno positivi si osservano sul fronte della domanda estera con le esportazioni trentine in rallentamento. Più vivace il fronte degli acquisti dall’estero che risentono del recupero della domanda interna. Questi risultati si traducono in un peggioramento della bilancia commerciale.

Il rallentamento nell’export delle merci trentine determina un lieve abbassamento del livello di internazionalizzazione dell’economia provinciale misurato dal rapporto export/PIL. L’indicatore si colloca a fine 2016 al 17,4%.

 

 

 

 

 

 

In allegato i documenti contenuti nel comunicato stampa:

 

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