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ECONOMIA: CONFINDUSTRIA TRENTO, EDITORIALE DEL PRESIDENTE BONAZZI

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11.26 - martedì 3 gennaio 2017

(Fonte: Confindustria Trento) – editoriale a cura del presidente Giulio Bonazzi – Stabilità per il Paese. Autorevoli analisti si interrogano sulle ragioni profonde dei fenomeni che stanno scuotendo le democrazie occidentali, e che in Italia si sono rinsaldati intorno all’esito negativo del referendum che ha portato all’apertura di una crisi di Governo.
Che il voto contrario sia stato espresso a salvaguardia del lavoro dei padri costituenti, o che sia stato piuttosto un voto di protesta sull’operato del precedente Governo, all’uomo d’impresa resta poco altro che un’amara constatazione. Che cioè nel nostro Paese prevalgono interessi diversi, per segno e per levatura, ma allo stesso modo opposti alla stabilità.
L’uomo d’impresa sa che la stabilità è una precondizione necessaria allo sviluppo. Per garantirla, Confindustria si era pronunciata a favore della riforma costituzionale, che avrebbe – ne siamo ancora oggi convinti – portato a una migliore governabilità e a una maggiore rapidità nelle decisioni. Lo scenario ideale, o perlomeno il migliore scenario possibile, per rilanciare la competitività e l’attrattività del nostro Paese, con ricadute e benefici per l’intera collettività, cittadini e imprese innanzitutto.
In Italia, a dire il vero, l’instabilità appare quasi un evento fisiologico. In 70 anni di vita la nostra Repubblica ha visto avvicendarsi 64 Governi. Questa volta si rischia però di muovere un passo falso sulla via del non ritorno. Oggi le imprese si trovano di fronte alla sfida di Industria 4.0. – come ho scritto nel mio editoriale sul precedente numero di Trentino Industriale – e più che mai hanno bisogno di certezze e di un supporto concreto dal sistema delle istituzioni e della ricerca.
Varando il “Piano nazionale Industria 4.0”, il Governo ha messo in atto un’iniziativa concreta per l’ammodernamento del nostro sistema produttivo: si tratta, è stato ribadito più volte, del primo piano di politica industriale da molti anni a questa parte.
Inserito nella Legge di stabilità, dovrebbe essere realtà dall’inizio del 2017. Lo stesso Ministro Calenda, che ci ha illustrato l’iniziativa intervenendo alla nostra recente Assemblea Generale, è stato confermato nel suo precedente incarico e ha già dichiarato di voler proseguire nella stessa direzione.
Lo ribadisco ancora una volta. Non ci interessa quale colore politico abbia questo o quel Governo. Ci preme però che questo piano non perda slancio a causa di logiche che molto hanno a che fare con le dinamiche della politica (con la “p” minuscola), ma poco con l’economia reale e la vita dei cittadini.

 

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