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DEGASPERI (ONDA) * SANITÀ TRENTINO: « CRITICITÀ TRASPORTO AEREO-MEDICO, L’ELISOCCORSO IN DIVERSI CASI NON AVREBBE POTUTO RAGGIUNGERE IL LUOGO DELL’EMERGENZA »

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06.15 - sabato 3 dicembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Interrogazione n. 4170 – Criticità nel trasporto aereo-medico trentino Si sarebbero recentemente verificati diversi casi in cui l’elisoccorso non avrebbe potuto volare e raggiungere il luogo dell’emergenza segnalata. Da una parte si presenterebbe il problema di quei casi in cui l’elicottero non può volare per il maltempo; dall’altra, più nello specifico, un problema legato al trasporto delle termoculle, strumenti necessari per far fronte ai casi di emergenza in neonatologia. Per quanto riguarda il primo problema, ci risulta che la Provincia, oltre all’acquisto dei visori notturni, avrebbe avviato un progetto coordinato con ENAC, ENAV, Leonardo Elicotteri e il Nucelo elicotteri della Provincia Autonoma di Trento, per poter volare anche in casi di maltempo.

Il progetto, che pare essere costato circa 100.000 euro, consiste nell’attivazione delle cosiddette procedure RNAV, un metodo di navigazione che permette di volare su qualsiasi traiettoria desiderata utilizzando sistemi di navigazione con sistemi di assistenza basati al suolo o nello spazio nei limiti della loro capacità. Nel 2019, sul sito Desk Aeronautico, si leggeva che erano state pubblicate le prime procedure sperimentali per la traiettoria Trento-Cles e che le stesse sarebbero entrate in vigore a partire dal 31 gennaio 2019. I casi di cui sopra, però, in cui l’elisoccorso non ha potuto volare per il maltempo, interessavano proprio il collegamento Trento-Cles.

È inaccettabile che la sorte delle persone in pericolo di vita dipenda dalle condizioni meteorologiche, soprattutto se sono state appositamente investite risorse per volare in caso di maltempo. Si presenterebbe poi il problema di quelle situazioni in cui l’emergenza segnalata riguarda il reparto di neonatologia degli ospedali periferici dislocati sul territorio, tra cui quello di Cles e di Cavalese. Lo scrivente aveva già segnalato, con un’interrogazione depositata nel marzo 2017, le diverse difficoltà nelle possibilità di impiego e trasporto con elicottero delle cosiddette termoculle.

Oggi sembrerebbe ripresentarsi lo stesso problema, nonostante il consistente investimento per l’acquisto di una piastra aeronautica (costata circa 65.000 euro) e di un carrello (carrello Strikers a sollevamento automatico, del costo di circa 25.000 euro) per poter trasportare l’incubatrice dall’ospedale centrale all’elicottero e dall’elicottero all’interno del reparto dell’ospedale periferico.

Il carrello doveva servire a facilitare il trasporto delle termoculle, perché con il carrello Ferno (modello a sollevamento manuale) il carico di queste sull’elicottero richiedeva, per legge, che ci fossero 6 operatori. Il paradosso è che comunque ci vogliono 6 operatori per caricare la termoculla dal carrello Ferno al carrello Strikers. Sembra infatti che attualmente in casi di emergenze che richiedono il trasporto delle termoculle, l’elicottero vada a recuperare presso l’ospedale Santa Chiara l’equipe sanitario, mentre l’ambulanza recupera via terra l’incubatrice, rendendo così impossibile il soccorso d’emergenza per i neonati.

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere::

1. se il collegamento Trento – Cles con volo assistito da ENAC è attivo, quanto è costato e quante volte è stato utilizzato;

2. se le termoculle e il carrello Strikers sono omologati al trasporto via elicottero e se si, come mai non volano;

3. quante volte è stato utilizzato il servizio di soccorso aereo completo (equipe medico + termoculla) per le urgenze in reparti di neonatologia;

4. se il volo notturno è sempre autorizzato e possibile in condizioni meteorologiche avverse, considerati gli investimenti in visori notturni e corridoi.

 

A norma di regolamento si richiede risposta scritta. Cons. prov. Filippo Degasperi

 

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Foto: archivio Pat

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