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DEGASPERI (ONDA CIVICA) – INTERROGAZIONE * « VIOLENZA – RISSE – ATTI BULLISMO TRA STUDENTI ALL’L’ISTITUTO VERONESI DI ROVERETO, LA PAT QUALI INIZIATIVE DI INTENDE ATTUARE? »

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07.02 - sabato 26 febbraio 2022

Interrogazione n. 3492 – Istituto “Veronesi”: dalla scuola “gentiliana” a quella “scalfiana” tra violenze e sedie volano Tra le molte incertezze che da anni ormai coinvolgono il sistema educativo trentino in generale e, nel totale disinteresse dell’Assessorato competente, il sistema della Formazione professionale, esiste una certezza.

Quando a Rovereto si parla di violenza, risse, atti di bullismo tra studenti si può essere sicuri che il protagonista è l’Istituto Veronesi di Piazzale Orsi. Era solo lo scorso ottobre quando la stampa ci faceva sapere che “al Veronesi di piazzale Orsi ci sarebbero stati episodi di vera e propria estorsione” e l’immancabile “violenta colluttazione con calci e pugni, oltre al coltellino è spuntata anche una spranga”.

Il tutto sostenuto dal “tifo da stadio” dei ragazzi che assistevano alla scena. Non c’è da stupirsene visto l’esempio che arriva dall’alto.

Come dimenticare la denuncia dei docenti (degradati a “formatori” dall’Istituto per imposizione contrattuale unilaterale) che, con molto coraggio, avevano fatto sapere alla Provincia (rimasta indifferente come sempre, ma non c’è da stupirsene visti i successivi matrimoni politici), secondo quanto riportato da un articolo del giornale Trentino del 13 gennaio 2016, che i singoli episodi “sono solo la punta dell’iceberg perché ogni giorno siamo costretti a subire intimidazioni e insulti” con l’accusa diretta alla direzione di Laura Scalfi “lontana dalla realtà dei fatti che succedono in classe” e che trova facili colpevoli nei docenti (“formatori”).

“Clima teso” e docenti colpevoli secondo la direttrice che si impegna a farlo sapere (ecco l’esempio di gestione illuminata) tramite “svalutazioni del lavoro dei docenti con urla e richiami verbali sui corridoi”. Nessuna sorpresa quindi nel leggere che venerdì scorso una malcapitata cittadina abbia assistito all’ennesimo episodio inaccettabile. “Scioccata” riporta sul profilo social che “uno pensa che almeno sotto un commissariato di Polizia alle ore 13 di un normale venerdì può stare tranquillo e invece volano sedie dalle finestre della scuola di fronte [l’Istituto Veronesi diretto da Laura Scalfi, per chi avesse qualche dubbio] e insulti nei confronti della polizia, delle forze dell’ordine e dei poveri passanti. Sono stata adolescente e sono andata alle scuole superiori ma MAI mi era successo di vedere a Rovereto una cosa del genere”.

La cosa politicamente più interessante è rilevare che chi gestisce un istituto con questi risultati ci spiega da Roma che la scuola italiana sarebbe “sempre più scollegata dalla contemporaneità e molto ancorata a una visione gentiliana, che spesso ha abdicato al ruolo di formare menti libere e critiche”. Evidentemente dobbiamo adeguarci alla nuova prospettiva della scuola “scalfiana” con insegnanti sviliti, spranghe e sedie volanti, questo sì evidentemente necessarie per avere “menti critiche”.

Non va dimenticato che l’Istituto (privatissimo) Veronesi, oltre a godere dell’utilizzo gratuito di immobili pubblici per le proprie sedi, riceve anche 5-6 milioni l’anno di finanziamento provinciale. Anziché far finta di nulla, visti i risultati sarebbe ora che la Provincia verificasse quello che succede lì dentro e avviasse la procedura per chiudere la convenzione riappropriandosi di una competenza propria che il privato “Veronesi” sta esercitando nelle modalità che sempre più cittadini possono apprezzare.

 

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere

1) visto il ripetersi di episodi di violenza, quali iniziative di verifica intende porre in essere;

2) se non ritiene che i risultati apprezzabili anche dai cittadini non possano che portare alla risoluzione della convenzione;

3) l’elenco degli insegnanti assunti e in servizio presso l’Istituto Veronesi per lo svolgimento delle attività previste dalla convenzione con indicazione della data di assunzione;

4) il dettaglio dei “docenti esterni” impiegati per lo svolgimento delle attività previste dalla convenzione negli anni scolastici dal 2014/2015 al 2020/2021;

5) l’elenco degli insegnanti assunti per le attività previste dalla convenzione, che si sono dimessi dal 2014 alla data della risposta. A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

 

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Cons. prov. Filippo Degasperi

 

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