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DE GODENZ (UPT) * REPLICA A ZANELLA (FUTURA): « ACQUA E INNEVAMENTO PROGRAMMATO, ATTENTI A NON SNATURARE IL TRENTINO E SPOGLIARLO DEL SISTEMA PRODUTTIVO »

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10.34 - sabato 7 maggio 2022

Ho letto con molta attenzione le dichiarazioni rilasciate negli scorsi giorni dal consigliere provinciale Zanella in riferimento all’utilizzo dell’acqua per l’innevamento programmato. Nel caso specifico egli si è scagliato contro la possibilità di utilizzare l’acqua proveniente dal bacino artificiale di Forte Buso per l’innevamento delle piste di Bellamonte e Lusia.

Ritengo sia giusto replicare a Zanella poiché trovo alcune sue informazioni non corrette e, soprattutto, mi sembra ultimamente molto teso – e questo mi spiace – a spiegare cosa non si debba fare, secondo lui, nelle valli.

Mi riferisco in particolare alla questione punti nascita che – sempre secondo il collega – non dovrebbero essere tenuti aperti nei nosocomi periferici. Dobbiamo renderci conto, lo dico da sempre e ne sono consapevole poiché vivo tutt’oggi in una valle trentina, che il mantenimento dei servizi – quali gli ospedali, le scuole, la mobilità pubblica – e delle attività turistiche – quali lo sci, a cui l’innevamento programmato è ovviamente connesso – sono fondamentali per poter continuare a vivere in montagna e non obbligare le persone a scendere in città abbandonando i paesi, come spesso avvenuto in altre regioni italiane. Allo stesso modo le stagioni invernali sono indispensabili per garantire un turismo montano.

Stiamo attenti a non snaturare il Trentino e a non spogliarlo del suo sistema lavorativo, economico e produttivo. Continuando sul tema turismo e sci, è bene ricordare, ancora una volta, come esso sia il vero volano della nostra economia. Basta soffermarsi alcuni istanti sui numeri, per capirlo. Partiamo dal capitale umano, il più importante: ogni stagione sui soli impianti a fune (in Trentino abbiamo 28 società aderenti ad ANEF che corrispondono a 229 impianti a fune censiti per 495 piste da sci) sono impiegati 1300 lavoratori dei quali 500 fissi ed il resto stagionali. E questo, si noti, solo per gli impianti poiché, lo sappiamo tutti, i dipendenti stagionali in alberghi, scuole di sci, rifugi, noleggi ( e la lista è ancora molto lunga) e in tutto l’indotto sono molte migliaia in più. (15.000 circa all’anno). Parimenti, il settore impianti a fune fattura circa 170 milioni di Euro l’anno con un indotto che per essere calcolato va moltiplicato all’incirca per sette volte: parliamo di ben 850 milioni di Euro, una fetta importante della nostra economia provinciale.

Questo sistema va sostenuto e l’innevamento programmato contribuisce a fare ciò, tra l’altro con attenzione all’ambiente, al suolo e all’utilizzo dell’acqua molto attento e molto poco impattante, tanto che in alcuni casi l’acqua prelevata da dighe viene potabilizzata prima di essere utilizzata per la produzione di neve. Anche qui, a parlare sono i numeri. Nella nostra Provincia troviamo all’incirca 1600 ettari di piste ( pari allo 0.27% del territorio provinciale e allo 0,41 della superficie boschiva trentina) e le derivazioni delle acque per l’innevamento programmato corrispondono a loro volta all’utilizzo dello 0.93% delle acque pubbliche – se escludiamo le derivazioni idroelettriche – che diventano solo lo 0.09% se decidiamo invece di includerle.

Insomma, riassumendo, per diverse valli della nostra Provincia gli impianti a fune, e il turismo correlato, rappresentano il settore su cui si basa gran parte dell’economia locale e con un limitato utilizzo di territorio e risorse. Anche perché, ed è il caso anche del bacino artificiale di Forte Buso, l’acqua pompata ed utilizzata per l’innevamento a fine stagione viene assorbita dal terreno e torna all’ambiente sotto altre forme, ad esempio tornando nei rivi dopo lo scioglimento della neve e attraverso l’evotraspirazione delle piante. Sempre sui bacini artificiali ad uso idroelettrico (ancora Forte Buso) è poi necessario aggiungere che l’utilizzo idroelettrico di per sé non significa consumo delle risorsa acqua in quanto la stessa viene interamente restituita all’ambiente a valle della turbina.

In conclusione, mi sento di poter dire che bene ha fatto la Provincia a concedere l’utilizzo dell’acqua proveniente dal bacino di forte Buso per l’innevamento di Bellamonte e del Lusia e bene fa a concedere in generale questo tipo di utilizzi. Non si tratta di sfruttamento, bensì di mantenimento del nostro sistema di vita e lavoro – e di questo anche Zanella dovrebbe, a mio modesto avviso, essere soddisfatto.

 

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Consigliere Pietro De Godenz

Upt – Provincia autonoma Trento

 

 

 

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