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DALLAPICCOLE E DEMAGRI (CA.EU) * DIRETTIVA BOLKESTEIN: « PER LE CONCESSIONI IDROELETTRICHE SI RICONOSCA L’ERRORE COMMESSO, SI FACCIA MARCIA INDIETRO »

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07.33 - martedì 27 dicembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Qualche mese fa nelle aule del Consiglio Provinciale si tenne una lunga discussione sulle concessioni idroelettriche. All’epoca la Lega, seppur osteggiata dalle minoranze tra cui il Patt, non volle sentir ragioni. Oggi una sentenza della Corte Costituzionale potrebbe ribaltare la situazione, costringendo il Governo Provinciale ad ammettere il proprio errore.

Non tutti ricorderanno una lunga discussione che occupò le aule del Consiglio provinciale qualche mese fa. Riguardava il rinnovo di assegnazione delle concessioni delle piccole e medie derivazioni idroelettriche. Un procedimento che come consiglieri provinciali di opposizione avevamo fortemente apostrofato. Soprattutto attraverso dei pesanti atti politici. Riteniamo che la decisione – si badi bene – presa come unici in Italia di aderire alle indicazioni della direttiva Bolkestein al riguardo è letteralmente scandalosa. Soprattutto per chi ha cuore l’Autonomia. Anche lo stesso Consorzio dei Comuni si era unito alle considerazioni che in sede istituzionale tutti i partiti di opposizione avevano sollevato.

La questione è molto semplice. Moltissime centrali idroelettriche di media e piccola derivazione, attraverso i proventi derivanti dalla loro produzione di energia idroelettrica, alimentano i bilanci dei Comuni sui quali sussistono. Obbedire alla Direttiva europea citata qui sopra, significherebbe mettere in ginocchio i bilanci dei Comuni interessati. Eppure, in quell’occasione il Vicepresidente della Giunta Provinciale, titolare della competenza al riguardo, in maniera estremamente caparbia, non aveva voluto sentire ragione.

Ora, c’è una sentenza della Corte Costituzionale che dirime un contenzioso tra Governo e Regione Friuli Venezia Giulia collocando il senso della Direttiva “galeotta” nel verso più favorevole ai Comuni trentini. Di certo, per il Governo provinciale sarà necessario ingranare una sorta di retromarcia normativa. Per cercare di venire incontro alle fortissime richieste dei Comuni. In questo senso potrebbero intervenire favorevolmente due fattori.

Innanzitutto l’elevato taglio populista di questo Governo Provinciale che da sempre ha cercato di venire incontro – almeno a parole – ad ogni richiesta arrivata sui suoi tavoli. In secondo ordine, alla soluzione favorevole della vicenda, potrebbe correre in aiuto il nuovo assetto politico-partitico in vista del 2023. Pare infatti che il Vicepresidente della Giunta Provinciale si appresti a transitare nel partito trentino tirolese. Sembra che entro i giorni della merla il suo segretario politico si sia impegnato ad un definitivo coming out. Tutto fa pensare che verrà definitivamente consacrata la loro alleanza con la destra. In tal caso, al rinforzo autonomista potrebbe venire in soccorso anche il Presidente del Consiglio Provinciale. Da sempre sedicente nostalgico autonomista, è da tempo lontano dalle scene della politica attiva a causa del suo intenso impegno alla guida del Parlamento del Trentino.

Al di là di questo gossip di normale vita di transumanza politica, i fatti potrebbero influire positivamente sulla vicenda di questo pensiero. Quando lo scorso anno la Lega volle approvare in aula l’improvvida norma, gli autonomisti Demagri e Dallapiccola si dichiararono estremamente contrari all’adozione del provvedimento. E le critiche anche della società civile furono ferocissime.

Ora con la potenziale, teorica entrata del Vicepresidente nel loro schieramento potrebbero influenzarlo positivamente in una retromarcia nonostante la sua riconosciuta caparbietà e portarlo a miti consigli per tenere conto delle istanze dei Comuni. O sarà lui a influenzare chi lo accoglie?

Consigliere Michele Dallapiccola Consigliera Paola Demagri

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