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CULTURA: MUSEO DIOCESANO TRIDENTINO, 50.775 VISITATORI NEL 2016 È RECORD

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10.03 - mercoledì 10 maggio 2017

(Fonte:Ufficio stampa Museo diocesano Tridentino) – Il Museo Diocesano Tridentino ha chiuso il 2016 con numeri da record: più di 50mila persone (per l’esattezza 50.775) hanno visitato le sedi del Museo Diocesano Tridentino e l’area archeologica della Basilica Paleocristiana. Il miglior risultato di sempre, con un incremento del 7,71% rispetto al 2015 – quando gli ingressi erano stati 47.141 – e del 2,32% rispetto al 2014 (49.623).

Ancora meglio è andata sul piano della partecipazione alle attività didattiche: ben 14.052 visitatori hanno preso parte alle proposte elaborate dal Museo per i diversi pubblici. La migliore performance è quella relativa al pubblico scolastico (9.111 partecipanti, + 907 presenze rispetto al 2015), segue il pubblico adulto con 3634 partecipanti, le attività rivolte alla catechesi (801 presenze), le iniziative per famiglie (361) e i laboratori estivi (145).

 

 

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I numeri del 2016 al Museo Diocesano Tridentino
visitatori totali 50.775
visite guidate per il pubblico adulto 104
partecipanti alle visite guidate 2.192
corsi e conferenze pubblico adulto 27
partecipanti a corsi e conferenze 1.442
percorsi didattica scuole 437
partecipanti didattica scuole 9.111
laboratori 22
partecipanti ai laboratori 506
percorsi di arte e catechesi 44
partecipanti ai percorsi di arte e catechesi 801
eventi espositivi 5

 

I risultati raggiunti premiano le scelte programmatiche che hanno puntato su attività rivolte a differenti target, in un’ottica lontana dalla ricerca dell’evento, attenta invece a stabilire un contatto sempre più forte con la comunità di riferimento. Pur con un organico ridotto, ma decisamente motivato, il museo ha proposto numerose iniziative (mostre, incontri, conferenze, percorsi educativi) accolte con grande favore non solo dal pubblico abituale, ma anche dai pubblici di prossimità.

In periodi di investimenti limitati, il museo ha optato per una serrata e differenziata programmazione espositiva di ‘piccolo cabotaggio’, incentrata su tematiche afferenti il Giubileo della Misericordia, la valorizzazione della produzione artistica locale, con particolare attenzione al ruolo delle donne.

Le rassegne susseguitesi nel 2016 sono state ben cinque: Mio dolce paese, dove sei? Identità perdute da Rouault ai contemporanei (19 settembre 2015 – 29 febbraio 2016) con 10.483 visitatori; Maternage. Tracce di un viaggio dal 20 marzo al 23 maggio 2016 (2404 visitatori); Officina segreta. Xilografie di Lea Botteri nelle collezioni del Museo Diocesano Tridentino (11 giugno – 29 agosto 2016, 4.201 visitatori); ‘Ascolto la vita. Scolpisco ciò che sento’.

La Via Crucis di Othmar Winkler per la chiesa di Maria Bambina a Trento aperta dal 17 settembre al 14 novembre 2016 (4.226 visitatori) e Fratelli e sorelle. Racconti dal carcere, inaugurata il 25 novembre 2016 e chiusa il 2 maggio 2017 con 6.083 presenze e la partecipazione di 24 classi delle scuole secondarie di secondo grado del Trentino.

Da segnalare inoltre il grande successo della proposta Il Museo e la città. Itinerari tematici alla scoperta di Trento, un’iniziativa che intende far conoscere il rapporto vivo e multiforme che esiste tra il Museo e la città, tra il patrimonio custodito nelle sale di Palazzo Pretorio e la storia e l’arte presenti nelle chiese, nelle piazze, nelle vie e nei palazzi di Trento.

Il report completo del 2016 è disponibile sul sito internet del museo: il documento, scaricabile in versione pdf, raccoglie dati su attività istituzionali, didattiche ed espositive, presentando, attraverso le cifre, una panoramica delle molteplici aree di azione del museo.

 

 

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Iniziative espositive estate 2017

Forte di questi risultati, il Museo Diocesano Tridentino si appresta ad inaugurare nei prossimi mesi due nuove mostre.

 

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Dipingere il buio. In realtà siamo liberi
26 maggio – 19 giugno 2017
Ingresso libero

In appendice alla mostra Fratelli e sorelle. Racconti dal carcere, a partire da venerdì 26 maggio 2017 e fino al 19 giugno, il Museo ospiterà la mostra Dipingere il buio. In realtà siamo liberi. L’esposizione raccoglie gli elaborati realizzati dai detenuti della Casa Circondariale di Spini di Gardolo nell’ambito del laboratorio Un viaggio per parole e immagini, promosso dal museo e dagli alunni di due classi della Scuola Secondaria di Primo Grado di Vezzano.

La mostra Dipingere il buio. In realtà siamo liberi rappresenta la conclusione di un percorso umano e formativo che il Museo Diocesano Tridentino ha avviato nel mese di febbraio 2017 con un gruppo di detenuti della Casa circondariale di Spini di Gardolo.

l progetto è stato condotto dalla direttrice, Domenica Primerano, dall’educatrice museale Valentina Perini, dalla prof.ssa Riccarda Turrina e dall’artista Michele Parisi. Non si è trattato di un “corso di pittura”: l’obiettivo del progetto infatti non era quello di insegnare una tecnica artistica, ma di stimolare nei partecipanti la capacità di elaborare e trasporre in “parole e immagini” sentimenti e riflessioni intime.

Negli incontri, programmati a cadenza settimanale, si è lavorato sull’ analisi partecipata di opere d’arte antica e contemporanea, come nel caso del dipinto di Francesco Fontebasso raffigurante La fuga in Egitto (1759 circa), proposto per stabilire un legame con le collezioni museali e far affiorare elementi autobiografici sui quali compiere una rielaborazione autonoma. Negli esiti di tale percorso colpisce non tanto l’aspetto ‘estetico’, quanto la grande carica umana che vi è racchiusa.

Proporli al pubblico significa cercare di stabilire un contatto tra i cittadini e le persone detenute, utile per superare barriere e pregiudizi. Il titolo della mostra, frutto di un confronto vivace tra i partecipanti al corso, allude alla possibilità di sconfiggere il buio della vita in carcere attraverso l’azione creativa. L’affermazione “In realtà siamo liberi” comunica – attraverso un ossimoro – la positiva esperienza di libertà provata durante il progetto: la cultura e l’arte, infatti, possono offrire margini di libertà. Anche dentro un carcere.

Le classi II A e III A della Scuola Secondaria di Primo Grado di Vezzano (Istituto Comprensivo Valle dei Laghi-Dro), guidate dalla prof.ssa Riccarda Turrina, dall’artista Michele Parisi con l’intervento della Fotografa Valentina Degiampietro e la collaborazione del professor Marco De Vigili, hanno svolto un percorso parallelo di analisi, riflessione e rielaborazione di temi inerenti al concetto di carcere, giustizia, pena, libertà, consapevolezza, pregiudizio, perdono.

I ragazzi hanno realizzato a loro volta elaborati di diversa tipologia, dove immagini e parole si intrecciano in uno stretto dialogo fatto non solo di emozioni, ma anche di consapevole presa di coscienza nei confronti di una realtà spesso sconosciuta o ignorata. I loro lavori saranno esposti in mostra e la documentazione dell’attività scolastica nelle sua varie fasi sarà presentata in un video realizzato da Valentina Degiampietro.

Con questo progetto il Museo Diocesano ha voluto portare un contributo attivo alla promozione della dignità umana e al riscatto umano e sociale, nella convinzione che la cultura possa rappresentare una prospettiva importante di recupero per le persone recluse. L’iniziativa, inoltre, si configura come una proposta formativa di grande valore simbolico, poiché ribadisce la necessità di rendere il museo “accessibile” a persone che vivono una condizione di esclusione sociale, raccordando due realtà raramente in dialogo.

In collaborazione con la Casa Circondariale di Spini di Gardolo. Si ringrazia il direttore della Casa Circondariale di Spini di Gardolo, dott. Valerio Pappalardo; il comandante Daniele Cutugno; gli educatori dott. Tommaso Amadei e dott. Michele Traversa; gli agenti di custodia.

 

 
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Dignità della persona e tutela dei diritti dei detenuti.
29 maggio alle ore 16.30

In occasione della mostra Dipingere il buio. In realtà siamo liberi, il museo promuove lunedì 29 maggio alle ore 16.30 un incontro pubblico dal titolo Dignità della persona e tutela dei diritti dei detenuti. Interverranno mons. Lauro Tisi, arcivescovo di Trento, Giovanni Maria Pavarin, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Venezia e Antonia Menghini, professore aggregato di diritto penitenziario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Trento.

Sebbene la tutela dei diritti delle persone recluse sia un principio stabilito dalla Costituzione italiana (comma 3 dell’articolo 27), il cammino per rendere effettive le garanzie costituzionali è stato lungo e difficile. Dopo l’approvazione della legge sull’Ordinamento penitenziario (1975), l’opera successiva della giurisprudenza, soprattutto costituzionale, ha lavorato molto per rendere il sistema carcerario italiano degno di un paese civile e conforme ai principi sanciti dalla Costituzione. Questo processo, tuttavia, non è giunto alla fine, soprattutto se si raffrontano le enunciazioni con la realtà organizzativa e operativa. Un altro ostacolo è dato dalla coscienza comune, poco incline ad occuparsi dei problemi relativi alla condizione carceraria. Eppure, anche se non siamo abituati a pensarci, l’uguaglianza riguarda anche le persone private della propria libertà perché costrette in carcere. Donne e uomini che, pur avendo commesso dei reati, non cessano di essere titolari dei nostri stessi diritti fondamentali. Perché di fronte ai diritti inviolabili della persona siamo tutti uguali e lo continuiamo ad essere anche da detenuti.

Viaggi e incontri di un artista ‘dimenticato’. Il Rinascimento di Francesco Verla
7 luglio – 6 novembre 2017

Il 7 luglio verrà inaugurata una mostra di ricerca curata da Domizio Cattoi, conservatore del Museo, e dal Prof. Aldo Galli dedicata a un artista “dimenticato”, noto per lo più agli studiosi ma poco al grande pubblico. Si tratta del vicentino Francesco Verla (Villaverla, 1470 – Rovereto, 1521), singolare personalità dell’ambiente artistico veneto e trentino del primo Cinquecento.
La mostra, la prima interamente dedicata alla riscoperta del pittore vicentino, è stata organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento, Dipartimento di Lettere e Filosofia, corso di laurea in Conservazione e gestione dei beni culturali. È allo studio un accordo di collaborazione con il Castello del Buonconsiglio che, nello stesso periodo, organizza una mostra su Marcello Fogolino.

Nato intorno al 1470, dell’artista sono note poco più di una ventina di opere tra dipinti su tela, affreschi e disegni, tutti databili dopo il suo soggiorno a Roma documentato nel 1503. Durante il viaggio verso l’Urbe, Verla ebbe modo di conoscere l’opera di Pietro Perugino, assumendo in seguito un ruolo di primo piano nella divulgazione di motivi umbri e centro italiani in area veneta e nella Valle dell’Adige.

In mostra le numerose pale d’altare con “sacre conversazioni” commissionate da comunità religiose e singoli devoti, ma anche una selezione di fregi a grottesca che attestano la produzione profana del Verla, oggi verosimilmente in gran parte perduta.

Nel contesto dell’esposizione, a conferma del ruolo di raccordo con la realtà territoriale circostante che il museo deve svolgere, saranno valorizzate anche testimonianze pittoriche riferite all’artista vicentino dislocate sul territorio, come il ciclo figurativo della Chiesa di San Pantaleone a Terlago.

 

 

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Progetto sperimentale “operazione ascolto”

In preparazione della mostra, il Museo intende avviare un’operazione di “ascolto” per coinvolgere fin d’ora i futuri destinatari dell’iniziativa. L’idea è quella di collaborare con il pubblico nell’elaborazione degli apparati informativi (pannelli di sala e didascalie) di supporto alla visita e raccogliere proposte, suggerimenti, utili a costruire un itinerario davvero a misura delle esigenze e delle curiosità dei visitatori. Tra coloro che si candideranno a prendere parte all’esperimento, sarà selezionato un gruppo di persone alle quali sottoporre in anteprima le immagini delle opere selezionate. Ciascuno dovrà appuntare impressioni, domande, dubbi di cui si terrà conto nell’ideare i supporti didattici.

I partecipanti riceveranno due ingressi gratuiti alla mostra e un catalogo. Per partecipare all’iniziativa basterà inviare la propria candidatura a press@museodiocesanotridentino.it. indicando: età, titolo di studio, se si è mai visitato il Museo Diocesano Tridentino e in quanti altri musei/mostre si è stati negli ultimi 12 mesi. Il termine ultimo per inviare le candidature è venerdì 19 maggio 2017.

 

 

 

 

 

 

In allegato il comunicato stampa:

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Foto: da comunicato stampa

 

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