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CTCU TRENTO * TELEMARKETING: « USO ILLECITO DI DATI PERSONALI, SANZIONATA DAL GARANTE PRIVACY LA SOCIETÀ “IREN MERCATO SPA“ PER QUASI 3 MILIONI DI EURO »

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11.25 - venerdì 2 luglio 2021

Il Garante Privacy contro il telemarketing selvaggio. Nel caso IREN irrogata sanzione da quasi 3 milioni di euro.

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali torna a condannare le pratiche di telemarketing effettuate senza i necessari consensi al trattamento dei dati personali degli utenti. La sanzione, questa volta, è stata comminata con il provvedimento n. 9670025 del 13 maggio 2021 a IREN Mercato S.p.a., operatore del settore energia, ed è particolarmente salata, ammontando per la precisione a 2.856.169 €. IREN, così come molte altre società del mercato energetico (e non solo), ha utilizzato liste di anagrafiche di utenti, acquistate da società terze, per indirizzare le proprie offerte promozionali agli utenti: una pratica che è illecita, ha però stabilito il Garante Privacy.

 

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Telemarketing attraverso l’illecito utilizzo di dati personali

Ormai è capitato a tutti di ricevere chiamate o messaggi indesiderati, con i quali vengono proposte offerte commerciali non richieste, che possono sfociare in contratti non voluti.

Ma da dove prendono i nostri numeri di telefono e i nostri dati personali? Un indizio è ricavabile dall’istruttoria svolta dal Garante Privacy: queste aziende comprano pacchetti di dati personali da società terze, pacchetti che vengono poi rivenduti a loro volta in un numero indefinito di passaggi, all’insaputa dei diretti interessati, che si vedono poi tartassati da chiamate di telemarketing.

E come ci finiscono i nostri dati in queste liste? Consumatori e utenti ormai non ci fanno troppo caso, ma ogni volta che, ad esempio, ci iscriviamo a qualche portale online o richiediamo la tessera fedeltà del supermercato, rilasciamo il consenso all’utilizzo dei nostri dati personali per finalità di marketing, anche con cessione degli stessi a soggetti terzi.

Alcune delle società che acquisiscono i nostri dati agiscono da veri e propri “broker di dati” e li rivendono, in più passaggi successivi tra aziende, contando sempre sul consenso rilasciato all’inizio della catena. Il risultato è che, ad esempio, per aver rilasciato il consenso all’utilizzo dei nostri dati personali su un sito commerciale comparatore di assicurazioni, potremmo ritrovarci paradossalmente anni dopo subissati di telefonate da call center che offrono contratti di energia o telefonici. Ma può considerarsi lecita questa pratica? Il Garante Privacy conferma che non lo è!

Le conclusioni del Garante per la Protezione dei Dati Personali
Il Garante Privacy, come aveva avuto già modo di fare in precedenti provvedimenti, ha sancito l’illiceità di queste pratiche senza mezzi termini, sulla base del principio per cui “il consenso, inizialmente rilasciato da un cliente ad una società anche per attività promozionali di terzi, non può invece estendere la sua efficacia anche a successive cessioni ad ulteriori titolari, poiché le stesse non possono dirsi supportate dal necessario consenso, specifico ed informato dell’interessato“.

Un principio sacrosanto, la cui violazione ha portato appunto all’irrogazione di pesanti sanzioni. L’ammontare delle sanzioni è anche proporzionato alla mole dei dati personali acquisiti con tale illecita modalità, dato che riguardano anagrafiche di milioni di utenti!

Come fare per tutelarsi: i consigli del CTCU
La prima cosa da fare per tutelarsi è certamente quella di prestare molta attenzione ai consensi privacy che si rilasciano, senza sottovalutare l’importanza dei dati personali che stiamo autorizzando a trattare. Un’altra fondamentale tutela è quella di esercitare i diritti attribuiti dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) nei confronti dei soggetti che utilizzano i nostri dati: tutti le informazioni ed i moduli per farlo possono essere reperiti sul portale del Garante Privacy (link)

Per informazioni ci si può rivolgere al CRTCU Tel. 0461-984751, )

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