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COPPOLA (EUROPA VERDE) * VIABILITÀ: « LA VALDASTICO È UNA SOLUZIONE? DIREI PROPRIO DI NO / ENTRO IL 2050 L’ITALIA DOVREBBE DIMEZZARE LE EMISSIONI INQUINANTI »

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17.32 - martedì 1 novembre 2022

Ancora Valdastico? No grazie. Il 28 ottobre scorso la Giunta provinciale ha approvato la variante al PUP, che apre di fatto alla possibilità di uscita a Rovereto sud per il completamento della Valdastico, rimpallando la decisione finale al Ministero delle Infrastrutture e alla concessionaria A4 Holding per la quale questo atto formale della Giunta sarebbe propedeutico al riavvio della progettazione. A seguito della deliberazione della Giunta trentina arriva la presa di posizione dei sindaci veneti, favorevoli al progetto, ma contrari all’uscita a sud di Rovereto tra Marco e Serravalle di Ala. In una nota congiunta parlano di assoluta opposizione in quanto vorrebbero uno sbocco più a nord, così da connettere la Valdastico alla Valsugana e alla Pedemontana veneta.

La Giunta temporeggia sul si, sul no, sul come, si dice aperta a qualsiasi ipotesi infrastrutturale, pronta a confrontarsi con i territori. Il Presidente rifugge i “no ideologici” spiegando che il no deve essere basato sulle tematiche ambientali e geologiche che verranno valutate strada facendo. Vorrei ricordare al Presidente che sono decenni che si discute di Valdastico. Il no ideologico a cui allude il Presidente sarebbe quello emerso dai consigli comunali che rappresentano 315.000 cittadini del territorio provinciale, dai tantissimi cittadini che hanno detto no al referendum informale sulla Valdastico (1.584 residenti di Terragnolo, Trambileno e Vallarsa su 2.899 aventi diritto hanno votato per il no). Impatto ambientale e idrogeologico? Pensiamo a ciò che comporterà la costruzione di gallerie, viadotti, al fatto che l’ autostrada consumerebbe molto terreno in un’area montana ristretta in cui il continuo consumo del suolo arreca danni rilevanti anche al paesaggio.

Il reale pericolo di intercettazione delle falde acquifere sotto il Pasubio, fondamentali per l’approvvigionamento idrico: a rischio sarebbero la sorgente Spinto e la sorgente Molino. Per non parlare delle cavità carsiche all’interno delle rocce che in caso di perforazione non sarebbero particolarmente sicure. Non sottovalutiamo la distruzione dei corridoi faunistici che aumenterebbero i rischi per i veicoli di investire animali per strada. Non ultimi i costi: 3,345 miliardi di euro. Un altissimo prezzo da pagare per risparmiare 20 minuti di strada per poi intasare come in un imbuto l’Autobrennero. Tutto questo mentre si continua a parlare di transizione ecologica e tutela dell’ambiente. Entro il 2050 secondo gli accordi sottoscritti dall’Italia con l’Ue si dovrebbero dimezzare le emissioni inquinanti derivanti in gran parte dal trasporto privato. La Valdastico è una soluzione? Direi proprio di no.

Confido in un forte movimento di Comuni, associazioni e cittadini che ribadisca dai territori interessati a questo scempio la ormai quarantennale opposizione dei trentini ad una grande opera inutile, costosa e molto impattante dal punto di vista ambientale.

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Cons. Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale- Gruppo Misto/Europa Verde

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