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COPPOLA (EUROPA VERDE) – INTERROGAZIONE * BENI CULTURALI: « QUAL È LA PRESENZA DELLO “SCUDO DI SANT’ANDREA” IN TRENTINO? »

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17.31 - mercoledì 4 maggio 2022

Il 14 maggio è una ricorrenza che spesso viene dimenticata e a cui, visto il momento storico in cui ci troviamo, si dovrebbe tenere a mente e su cui, come amministratori, dovremmo riflettere. Il 14 maggio del 1954 è la data in cui vi è stata la stipula della “Convenzione dell’ Aja per la Protezione dei Beni Culturali in caso di conflitto armato”.

In questi giorni le immagini ed il pensiero comune va all’Ucraina ed alle persone che vi abitano: quando si sente parlare di “guerra” il pensiero corre alle vittime coinvolte: soldati, civili, prigionieri di guerra. Oltre ad un “qualcuno” nel corso degli anni si è sentita la necessità di dover tutelare anche un “qualcosa”.

Quel qualcosa sono i Beni Culturali che rappresentano il “passaggio” dell’Uomo nei secoli passati. Ogni popolo arricchisce il Patrimonio Culturale mondiale attraverso la sua storia, le sue tradizioni e le sue usanze.
I Beni Culturali sono quindi testimoni della civiltà e dello scorrere del tempo: distruggere il Patrimonio Culturale di un popolo significa annientare l’esistenza del popolo stesso e creare un “vuoto d’identità”.

Gli Stati che hanno aderito alla Convezione s’impegnano a “salvaguardare”, in tempo di Pace, i Beni Culturali presenti sul proprio territorio, segnalandoli tramite un emblema specifico – internazionalmente riconosciuto – chiamato “Scudo di Sant’Andrea” e adottando tutte le misure necessarie per “proteggere” i Beni Culturali nell’ipotesi di un Conflitto Armato.

In tempo di Guerra gli Stati aderenti al Trattato sono obbligati a “rispettare e tutelare” il Patrimonio artistico-culturale evitando, ad esempio, di installare obiettivi militari nelle vicinanze di chiese, musei, biblioteche, siti archeologici e/o di siti dotati dello “Scudo di Sant’Andrea”.
Purtroppo, negli ultimi anni, vi sono stati molti episodi che hanno visto la distruzione di opere di inestimabile valore storico. Fra questi ricordiamo i “Buddha di Bamiyan” in Afghanistan, la città di “Palmyra” in Siria, il “Ponte di Mostar” durante la Guerra in Jugoslavia.

La presenza dello stesso “scudo di Sant’Andrea” sul territorio italiano è pressoché scarsa (nonostante l’ingente Patrimonio che vanta il nostro Paese). Sorge quindi spontaneo chiedersi quale sia la situazione sul territorio provinciale. Quale sia la presenza dello “Scudo di Sant’Andrea” in Trentino.

Oltre a Beni Culturali costruiti attraverso l’ingegno – e l’impegno – dell’essere umano rientrano sotto la protezione della Convenzione anche Paesaggi e Riserve Naturali, habitat di numerose specie ed esseri viventi animali e vegetali.

 

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Tutto ciò premesso, interrogo il Presidente della Provincia per sapere:

ad oggi quanti e quali beni culturali sul territorio provinciale sono stati sottoposti a tutela dello “Scudo di Sant’Andrea”;

ad oggi quanti e quali habitat/paesaggi/riserve naturali sul territorio provinciale sono stati sottoposti a tutela (ai sensi della sopramenzionata convenzione) in caso di conflitto armato;

se la giunta provinciale ritenga di ampliare il numero di beni culturali sottoposti a tutela dello “Scudo di Sant’Andrea” e in caso di risposta affermativa se il Consiglio provinciale verrà coinvolto ed in che termini.

 

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Cons. Lucia Coppola

Consigliera provinciale/regionale- Gruppo Misto/Europa Verde

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