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COPPOLA (EUROPA VERDE) – INTERROGAZIONE * ACCOGLIENZA: « LA PROVINCIA DI TRENTO È GIÀ STATA CONTATTATA DALLA REGIONE IN MERITO ALL’APERTURA DI UN CPR? »

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10.47 - giovedì 9 settembre 2021

Nell’incontro di metà mandato il presidente Kompatscher ha annunciato che in regione, in un sito ancora da individuare, sarà realizzato un centro di permanenza temporanea per il rimpatrio. I Cpr sono strutture di detenzione amministrativa ove vengono reclusi i cittadini non comunitari sprovvisti di un regolare documento di soggiorno oppure già destinatari di un provvedimento di espulsione.

Pronta la protesta di chi da sempre si occupa di accoglienza. Alcune realtà sociali altoatesine e trentine hanno lanciato un appello, pubblicato su Melting Pot Europa, per chiedere che nessun Cpr sia aperto né in Regione né altrove. Si legge nel comunicato: i Cpr sono “luoghi in cui ogni diritto viene cancellato. Il Cpr è uno spazio di sospensione attraverso un oblio che porta le persone, sempre più spesso, a togliersi la vita all’interno di questi lager”.

Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha pubblicato recentemente il Rapporto sulle visite effettuate nei centri di permanenza per i rimpatri (2019-2020). Nel dossier si evidenziano “degrado e insalubrità delle strutture, la scarsa luce e aria naturali, l’assenza di locali e spazi per le attività in comune. Inoltre le strutture presentano problematiche di varia natura, non estranee a un contesto ambientale e organizzativo trascurato e disattento anche alle esigenze elementari delle persone che ci vivono”.
Ora la nostra regione pare si appresti ad aprire un Cpr e non essendo stato ancora individuato il luogo, potrebbe essere realizzato anche in Trentino.

Considerata la complessa situazione internazionale dove ci sono molti Paesi nel mondo in stato di guerra e sono milioni le vittime di violenze e soprusi i flussi migratori continueranno incessanti. Le politiche di reinpatrio fino a qui adottate dallo Stato italiano non hanno sortito effetti positivi. Ritengo che invece di pensare a rispedire queste persone in luoghi dai quali sono stati costretti a fuggire sarebbe ragionevole rivedere le politiche di accoglienza che devono privilegiare l’inclusione e la tutela dei diritti umani e della dignità. Bisogna attivare strumenti che evitino l’emarginazione e un’ ulteriore sofferenza e purtroppo i Cpr sono la negazione di ogni diritto.

Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere:

se la Provincia di Trento è già stata contattata dalla Regione in merito all’ apertura di un Cpr, come preannunciato dal presidente Kompatscher;

se sono stati contattati i Comuni trentini ove eventualmente si intende realizzare la struttura;

se non ritenga di negare il permesso alla costituzione di un Cpr in provincia di Trento.

 

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Cons. Lucia Coppola

consigliera provinciale/regionale Gruppo Misto/Europa Verde

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